domenica 10 marzo 2019

Cina,  Europa,  Reddito di Cittadinanza e Quota Cento
 L'avventurismo del governo populista italiano




Nell’ interessante intervista a Francesco Sisci , sinologo e giornalista,  a proposito dell’ annunciata adesione italiana  al BRI  (Belt and Road Intiative),  le cosiddette nuove vie della seta (*), si scopre una cosa molto interessante, che rinvia, in modo esemplare, al  metodo di governo dei populisti italiani. 
Osserva Sisci:

Io capisco i ragionamenti del sottosegretario [al MISE, Michele Geraci, ndr] , ma mi tocca ripetere il punto: non possiamo permetterci il lusso di operare da soli una scelta così strategica. Non ha senso sottolineare che dobbiamo esportare di più in Cina se poi non consideriamo insieme agli altri l’architettura entro cui gli scambi con la Cina dovrebbero avere luogo. Non ha senso a maggior ragione se consideriamo che l’America adesso ha una guerra commerciale in atto con la Cina, e in questo momento è ridicolo che l’Italia si metta a fare ponti con la Cina. È un’operazione che avrebbe senso solo se l’Italia desse sostanza ad una proposta politica, che però manca  del tutto. Così come è stata fatta adesso, la scelta italiana è una scelta sciocca. Infatti (…) ci piaccia o non ci piaccia, l’Italia è parte del sistema americano. Quindi, noi possiamo fare delle cose alla luce di quello che l’America ci dice o che concordiamo con lei. Non avendo in questo caso concordato nulla con Washington, ne consegue che tutto quello che annunciamo di voler fare con la Cina è aria fritta. Che ci mette in una situazione imbarazzante sia con l’America, sia con la Cina. Con la Cina dimostriamo, come al solito, di essere dei gradassi, di annunciare delle cose che poi non possiamo fare. All’America, invece, andiamo a fare uno sgambetto in un momento particolarmente difficile. Quindi gratuitamente, senza alcuna idea, senza alcun vantaggio, noi stiamo costruendo una situazione pericolosa.

Il corsivo, che è nostro,  illustra bene, ripetiamo,  il metodo di questo governo. La parola "metodo" potrebbe essere grossa  perché si tratta, più semplicimente, di  puro  “avventurismo politico”,  ossia, di voler compiere azioni di forza,  dandosi  arie da grande potenza,  senza esserlo e senza  avere alcuna idea delle conseguenze e dei relativi rischi delle proprie azioni.  Roba da teatro della marionette.
Si  tratta di una strada, che in politica estera, rinvia direttamente al Ventennio Fascista: alle rodomontate mussoliniane, grande giornalista e proprio per questo pessimo uomo di governo. Avventurismo che finì  male. Molti, purtroppo, sembrano aver dimenticato.  
Del resto  l’avventurismo politico di questo governo è  evidente. Si pensi alla diatriba con l’Ue sul bilancio, provvisoriamente rientrata, che però ha accresciuto i sospetti di Francia e  Germania (Francia, tra l’altro, regolarmente, insultata nella figura di Macron), sulla nostra reale volontà  di restare in Europa.  Diciamo che il tasso di inaffidabilità italiana, già storicamente elevato, è tornato a crescere.  Per dirla fuori dai denti:  gli alleati europei  ci vedono di  nuovo  come dei  buffoni e per giunta pericolosi.
Ma l’avventurismo rimanda anche alla politica economica e sociale interna.  Misure demagogiche come il Reddito di Cittadinanza e Quota Cento rischiano, al tempo stesso, di affondare l’economia italiana e scontentare i destinatari,  perché, onerose per le finanze pubbliche e insufficienti  per alleviare lo stato di coloro che ne hanno veramente  bisogno. Parliamo di cittadini,  tra l’altro sottoposti, come nel caso del Reddito di Cittadinanza, a occhiuti e  umilianti controlli. L'altra faccia del welfare state (che gli italiani fanno finta di non vedere).
Insomma, un mix di sprechi e  sorveglianza, più vicino a un’economia totalitaria che liberale.
Naturalmente, sul piano della propaganda governativa, a partire dalla Televisione di Stato, come a proposito del pasticcio sulla Tav ( è di oggi: un rinvio che tuttavia per i francesi non è un rinvio), le scelte di politica estera e politica interna sono presentate come grandi successi.  E anche questo fatto, in qualche misura, rimanda, quanto meno come tecnica persuasiva di massa,  al martellante condizionamento ideologico  del Ventennio.  
Il nuovo nato si chiama Politicamente Corretto di Destra: un misto di razzismo, statalismo, giustizia fai da te, moralismo tradizionalista, demagogia  anticasta,  tutti fattori  che  hanno  trovato perfetta  sintesi nell’avventurismo sovranista-populista. Si aggiunga, infine, la scarsa qualità del personale politico del Governo giallo-verde e il gioco è fatto: l’Italia è nelle mani  di pericolosi dilettanti allo sbaraglio,  non solo in politica estera, ma  in tutti gli altri campi. "Gradassi", come osserva giustamente Sisci, che “gratuitamente senza alcuna idea stanno costruendo situazioni pericolose”. 
E il conto dell’avventurismo politico, potrebbe essere salato. Come nel 1945.   

 Carlo Gambescia                                                 
 


(*) Qui l’intervista:  https://www.startmag.it/mondo/errori-italia-cina-via-seta/   Su  Geraci, economista in quota Di Maio (sembra), "ossessionato" dalla Cina e dal  "mastodontico"  progetto BRI,  " progetto di cooperazione e collegamenti lanciato dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013",  si veda:  https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/03/07/news/chi-mise-la-cina-al-governo-241742/  .