domenica 24 marzo 2019

Che ci stai  a fare a Posillipo con Fusaro e Malgieri? 
Sociologia di Corrado Ocone


Ci dispiace molto che Corrado Ocone  sia stato  bruscamente allontanato  dalla Fondazione Einaudi (di Roma) per aver partecipato a un convegno sovranista. E, comunque sia,  per aver espresso idee critiche nei riguardi dell’Unione Europea.
Conosciamo personalmente Ocone, uomo mite, colto, sottile ragionatore.  Si definisce  un liberale crociano.  Dialoga con tutti. 
Quel che invece non accettiamo  è l’atteggiamento di  un Fusaro, che coglie al volo  l’occasione per  denigrare il liberalismo dalle solite  posizione rosso-brune (*) o di un Malgieri che mette un cappello pseudoliberale  al repertorio di argomenti, che lui ben conosce, della “tentazione fascista” .  (**). Di Campi abbiamo già detto a sufficienza (***).
Per parafrasare  il titolo del  vecchio film di Arbore. Che ci fa Ocone a Posillipo con Malgieri e Fusaro?
Al di là delle battute e della nostra terminologia (posizioni rosso-brune, tentazione fascista), che  qualcuno potrebbe definire giornalistica, il vero punto sociologico  della questione Ocone è nella sociologia delle organizzazioni.
Piaccia o meno, ma  la logica organizzativa, a prescindere  dalle idee che si professino, liberali o maoiste, entra sempre in conflitto con la libertà intellettuale.  Si tratta di una regolarità metapolitica che concerne, ripetiamo tutte le organizzazioni.  Ovviamente, quanto più le organizzazioni, hanno necessità di riconoscibilità politica, e soprattutto di egemonizzarla (di tradurla, insomma,  in potere effettivo) tanto più diviene difficile  esprimere posizioni divergenti dalla linea di riconoscibilità.  Chi dice organizzazione, dice oligarchia, e chi dice oligarchia, dice uniformità ideologica.
Ora, difendere le ragioni della  libertà di pensiero   in una società di massa e iper-organizzata come la nostra, è opera ardua. Che spesso, gli intellettuali realmente liberi, pagano con  l’emarginazione. Come Ocone, dunque.  
Però qui va precisata una cosa:  esistono società e società.  Le nostre società aperte garantiscono, comunque delle libertà, interne e soprattutto esterne,  alle organizzazioni, garanzie  sconosciute alle società chiuse, come  ad esempio quelle del  socialismo reale. Per non parlare del totalitarismo  nazista e  del  regime dittatoriale   fascista. C’è una bella differenza, insomma.

Ora, qual è il rischio politico,  non tanto per  Ocone che conosce a memoria la differenza, ma per coloro che  fanno  finta di niente, come Fusaro e  Malgieri?  E che parlano di illiberalismo liberale (il primo) e  di   pensiero unico liberal (il secondo)?   In primo luogo, di  rimettere in circolo le stesse  cose  che si dicono contro la società  aperta e  liberale dal 1789. E in secondo luogo,   di favorire, se non addirittura sostenere, il gioco dei nemici della società aperta.
Un passo indietro. Ovviamente, la consapevolezza del nemico della società aperta  è di tipo etico-politico,  nel senso che rinvia  all’etica dei principi. È scelta pre-politica di valori. Si tratta però di una consapevolezza  a sua volta fondata  su una regolarità   metapolitica:  quella che insegna che la logica organizzativa impone inevitabilmente una diminuzione di libertà. Che però - attenzione - è maggiore nelle società chiuse. Consapevolezza, che dunque rimanda all’etica della responsabilità. Quindi alla  saggia commisurazione - dunque politica -   del rapporto valori-realtà.     
Ora, ad esempio, assimilare l’Ue a una dittatura, come fanno Fusaro e  Malgieri,   senza distinguere tra società aperte e chiuse, mettendo sulla stesso piano  la tecno-burocrazia europea con quella sovietica -  cosa che Ocone si è sempre ben guardato dal fare (se la memoria non ci inganna, ovviamente) -  significa spianare, irresponsabilmente (e impoliticamente)  la strada alla peggiore demagogia  populista.     
Ocone è stato “dimissionato”,  ma  non è misteriosamente sparito, processato e fucilato, come  nei regimi totalitari. È vivo e vegeto e lotta insieme a noi. Continua a parlare al mondo però da conoscitore dei limiti del mondo.  Un vero liberale.  Cosa che invece  non sono Fusaro e  Malgieri. Che non difendono Ocone, ma le ragioni della società chiusa.  Lo usano. Politicamente.