Il Ministro Bongiorno e la “castrazione chimica” degli stupratori
Il richiamo della foresta
Qual
è il tratto distintivo della Civiltà Occidentale ? Insomma, ciò che distingue, l'universo storico e politico euro-americano, dalle altre Civiltà? Il mercato libero? La
democrazia parlamentare? Lo stato di diritto?
Diciamo che il comune denominatore
è rappresentato dalla condivisione della tradizione illuminista. Una linea di pensiero che
affonda le sue origini intellettuali nella visione cristiana, e ancora
prima stoica, dell’ eguaglianza tra gli
uomini. Illuminismo significa libertà di
critica e difesa dell’ eguaglianza. E quindi implica il rifiuto ragionato del pregiudizio.
I
valori dell’Occidente hanno una portata titanica, perché la realtà sociale
segue altre strade: quella del conformismo, dell' ineguaglianza e del pregiudizio. Gli
uomini si aggrappano alle proprie idee, giuste o sbagliate che siano, e di regola preferiscono
non sentire altre ragioni. Al capire preferiscono il credere. Pertanto, l’Occidente, inevitabilmente, continuerà a entrare in contraddizione con se stesso. Esiste, purtroppo, un lato oscuro, ambiguo, inquietante dell'Occidente.
A
questo pensavamo leggendo l’intervista del Ministro Giulia Bongiorno (*). Dove si parla di introdurre, per i casi di stupro, il
baratto (perché di questo si tratta) della sospensione della pena con
la castrazione chimica. A dire il vero il Ministro parla di
“trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido”. Per la serie, se non è zuppa è pan bagnato...
Cosa
dire? Che ci si infuria, in Occidente, quando si scopre che la
lapidazione, non solo della donna, è prevista e praticata nel mondo islamico. Poi però si propone la “lapidazione chimica”. Certo, presentandola come misura
alternativa e sotto terminologie, come ora vedremo, pseudo-liberali.
Qui, ripetiamo, il lato oscuro
dell’Occidente. Dettato dalla contraddizione tra gli ideali di libertà e uguaglianza e la forza del
pregiudizio che invece muove gli uomini
nella realtà.
Nel
caso “del trattamento inibitorio della
libido” il pregiudizio è rappresentato
da una antichissima visione circa la natura punitiva e repressiva della pena. Pregiudizio, duro a morire. Che in qualche misura rimanda al taglione e
alla vendetta.
La
condivisione di questo pregiudizio presuppone il rifiuto
della critica migliorista dei
sistemi penali, che risale almeno, negli intenti, al nostro Beccaria. Come si può intuire, il Ministro Bongiorno, si muove secondo le linee di un diritto, se proprio così lo si vuole chiamare, che con
i tratti distintivi, illuminati, dell’ Occidente, qui ricordati, non ha nulla a che
vedere.
Ecco perché parliamo di lato
oscuro. Se si vuole di profonda ambiguità. Dettata da una astuta volontà di giocare su piani differenti. Dal momento che l’ idea di presentare la "castrazione chimica", come esito di una scelta
volontaria, che volontaria non è (perché
l’alternativa è la galera), è solo un escamotage, o se si preferisce una foglia
di fico sotto quale nascondere una visione pre-moderna dei delitti e delle pene.
Qual
è la differenza, se non in un cavillo giuridico, tra la lapidazione e la "castrazione chimica"? Ma c'è un altro aspetto interessante, sociologicamente interessante. Il tentativo di dare forma moderna a contenuti
arcaici, è facilitato da ciò che Carl Schmitt chiamava motorizzazione del
diritto. Un dispositivo sociologico che nasce dallo strapotere dei poteri pubblici: uno dei
rischi, se non il principale, della modernità. Si tratta però di un fenomeno che ha radici antiche, quanto la sete di potere insita nell'uomo. Uno strapotere combattuto, in modo titanico, dal liberalismo
moderno. Con risultati, purtroppo, alterni. Come nel caso del diritto politico e penale.
Facciamo
un passo indietro. Se ci si pensa bene, il femminismo giuridico (per chiamare le
cose con il loro vero nome), che è alla base della proposta della Bongiorno, viola il principio di uguaglianza tra gli esseri umani, riportandoci, ad
esempio, a forme di doppia (se non triplice o quadruplice) giurisdizione, come
nell’età barbariche, tra Romani e Longobardi. Oppure, come avveniva nella società castale indiana. Altro che il moderno stato di diritto...
Di
solito il femminismo giuridico, rivendica - per semplificare - la doppia
legislazione, come atto riparatore, eccetera, eccetera. Il che ha un suo fondamento. Che però non fai conti, con il richiamo della foresta.
Perché, la motorizzazione del diritto, riparatore o meno, porta con sé la progressione, pressoché inarrestabile,
dei poteri pubblici, e dunque del potere
indotto della demagogia e del plebiscitarismo.
E, come appena ricordato, del richiamo
della foresta. Che, chimico o sassoso che sia, resta tale.
Carlo Gambescia
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