Salvini e Di Maio, finti litiganti…
Rifiuti?
Laissez faire, laissez passer
Il "litigio" tra Salvini e Di
Maio sugli inceneritori in Campania non è che purissima accademia statalista. Fingono di litigare, magari a voler essere indulgenti, senza alcuna consapevolezza di sostenere le stesse cose. In realtà, siamo dinanzi a uno pseudo-contrasto politico, sotto il quale invece si nasconde una forma neppure tanto sottile di terrorismo psicologico. Che si fonda, a sua volta, sull'ormai rituale evocazione di immagini care al catastrofismo ecologico. Scenari apocalittici ai quali porre rimedio con il salvifico intervento dello Stato Protettore.
Perciò, già
il fatto che un Ministro dell’Interno debba occuparsi di questioni ecologiche,
la dice lunga sul tipo di strategia
politica adottata. E non solo in
Italia. Purtroppo.
Cosa
vogliamo dire? Che, l’ecologia, come l’eugenetica nazista, nonostante non abbia alcun valore scientifico, perché fondata su
una base osservativa ristretta agli ultimi due minuti della storia geologica umana
(il resto è rappresentato da ipotesi di scuola), fruisce del braccio armato dei governi, dei giudici, delle forze di
polizia. Come nel caso dei rifiuti, dove la "difesa ecologica" del cittadino è diventata una questione di sicurezza
nazionale. Roba da ridere.
Un poco di storia. Alle
origini di tutto, c’è il "rifiuto" o scoria industriale, criminalizzato dai nemici del
capitalismo, perché giudicato il pericoloso sottoprodotto dell'odiata industria capitalistica. Non che all'inizio non vi fossero ragioni al riguardo. Ma oggi gli "opifici fumosi" sono solo un ricordo. Nel Novecento, basta leggere qualsiasi storia dell’economia
industriale, il fenomeno si è
praticamente ridotto a zero in
tutto l’Occidente, proprio grazie a meccanismi spontanei, auto-correttivi e selettivi di
diversificazione delle tecniche produttive e quindi anche dei rifiuti. Dunque, grazie al capitalismo stesso. Insomma, l'economia di mercato ha mostrato di racchiudere in sé un enorme potere auto-regolativo. Anche nell'ambito dei rifiuti industriali...
Dopo
di che, cosa è accaduto? Non potendo più attaccare il capitalismo industriale, per così dire, la palla è passata ai rifiuti urbani, anch’essi odiatissimi dai nemici del capitalismo, perché frutto di un “vergognoso”
modello di vita consumistico. Non sia mai...
Di qui,
gli inviti a consumare di meno, a riciclare, i regolamenti, eccetera, eccetera. L’idea del riciclo si è dimostrata particolarmente
deleteria, perché ha introdotto vincoli e nuovi tributi. E soprattutto nuove intrusioni da parte dei
poteri pubblici, tesi a controllare un fenomeno che in realtà non è controllabile, perché legato alle abitudini, ai costumi, ai flussi
economici della domanda e dell'offerta di beni. Si chiamano rifiuti, ma in realtà, per quanto possa apparire curioso, discendono da scelte di valore e di libertà.
Il contrasto politico tra Salvini e Di Maio riguarda solo
apparentemente la salute dei cittadini. Sotto di esso si nasconde il conflitto per
l’appropriazione di risorse private e
pubbliche: conflitto nato da un problema che non esiste, o esiste solo per consentire a
un occhiuto stato predone e assistenzialista, di appropriarsi di risorse private, puntando sulle paure indotte da catastrofismo ecologico. Insomma,
Salvini e Di Maio fanno finta di litigare, dal momento che condividono le stesse idee
stataliste e la stessa fame di risorse private.
Ma
allora la “terra dei fuochi", la camorra, eccetera, eccetera? Letteratura
poliziesca, utilizzata politicamente, ricorrendo a metafore catastrofiste. Certo, è ovvio, che nel para-pubblico “commercio dei rifiuti”, si siano
infilate le organizzazioni criminali, che però rappresentano l’ultimo anello di una viziosa catena sociologica che lega anticapitalismo, catastrofismo ecologista e burocrazia predatoria e
corrotta. Al servizio, ovviamente, di politici statalisti, come Salvini e Di Maio, che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, con la scusa di fare il bene dei cittadini, magari facendo finta di litigare, puntano invece a depredarli e schiavizzarli, fin dalla raccolta dei rifiuti.
Quali
rimedi? Laissez faire, laissez passer. Sì, pure la “monnezza”. Meno regole e
largo ai privati. E soprattutto, valutare
le “scienze ecologiche” per ciò che sono: un cumulo di fregnacce anticapitaliste.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.