Einaudi pubblica “Istruzioni
per diventare fascisti”
Il Vernacoliere
di Michela Murgia
“Il vero populista si cura di tutti secondo proporzione: ai poveri
offre un po’ di pesce gratis ogni tanto, alla classe media il frigo dove
mettere quello che le avanza e all’alta borghesia lo stagno dove tutti potranno
pagare per pescare.”
(Michela Murgia Istruzione per diventare fascisti”
Einaudi)
I due principali difetti di Michela Murgia scrittrice, sono (uno) il voler dire la sua su tutto, e (due) un fondo di mediocre cristianesimo pauperista che le
impedisce di apprezzare la modernità economica. Insomma, è pasoliniana, senza avere nelle vene il pathos di
Pasolini e berlingueriana, senza il severo cursus honorum di Berlinguer. Una dilettante allo sbaraglio. E di conseguenza una confusionaria. Che in
un momento di confusione, come questo, non poteva
non pubblicare un libro, talmente
confuso, dove tutti sono definiti fascisti, perché populisti: categorie politiche, se abbiamo capito bene, dove, di riffa o di raffa, finiscono per rientrare tutti gli italiani:
poveri, ricchi e medi. Tutti dannati. Anzi, con-dannati.
Se si volesse, trovare un concetto, capace di riassumere l’idea-forza ( si fa per dire) di Istruzioni per diventare fascisti, lo si potrebbe individuare in quello di uguaglianza. Dal momento che, secondo la Murgia, tutti coloro che non credono nell’uguaglianza degli uomini e delle donne sarebbero fascisti. Ora, esistono molti tipi di uguaglianza, formale, sostanziale, nei punti partenza, nei mezzi, nei fini, eccetera, mala Murgia ,
non chiarisce. Diciamo allora, che
volgarizza le tesi di Bobbio, senza
essere Bobbio.
Se si volesse, trovare un concetto, capace di riassumere l’idea-forza ( si fa per dire) di Istruzioni per diventare fascisti, lo si potrebbe individuare in quello di uguaglianza. Dal momento che, secondo la Murgia, tutti coloro che non credono nell’uguaglianza degli uomini e delle donne sarebbero fascisti. Ora, esistono molti tipi di uguaglianza, formale, sostanziale, nei punti partenza, nei mezzi, nei fini, eccetera, ma
Finisce qui? No, perché Istruzioni per diventare fascisti avrebbe anche
un intento ironico. Avrebbe... Dal momento che in appendice c’è un grottesco fascistometro (*), messo insieme saccheggiando un celebre classico della sociologia (ormai, alla Einaudi passa di tutto, perché il redattore tipo legge solo graphic novel...). Ma anche qui, purtroppo, la Murgia , flaianeggia senza
essere Flaiano.
Ad esempio, cosa significa che il “populista”, un fascista in incognito insomma, “si cura di tutti secondo proporzione? Il concetto di proporzionalità rimanda a un' arte di governo, che non è populista né antipopulista, perché rinvia al principio aristotelico, poi tomista, infine hayekiano, della giustizia distributiva, che consiste in un impersonale dare a ciascuno il suo, come accade nell’economia di mercato. Chiamala se vuoi, mano invisibile del merito che si fa prezzo.
Ad esempio, cosa significa che il “populista”, un fascista in incognito insomma, “si cura di tutti secondo proporzione? Il concetto di proporzionalità rimanda a un' arte di governo, che non è populista né antipopulista, perché rinvia al principio aristotelico, poi tomista, infine hayekiano, della giustizia distributiva, che consiste in un impersonale dare a ciascuno il suo, come accade nell’economia di mercato. Chiamala se vuoi, mano invisibile del merito che si fa prezzo.
Pesci, frigoriferi, e stagni rinviano invece a una
concezione commutativa della giustizia, che implica un centro redistributore. Altrimenti detto: un potere forte, che va in forma scalare dallo stato welfarista a quello totalitario. Quindi, se
proprio di populismo e fascismo si
desidera parlare, il principio
commutativo, del togliere all’uno per dare all’altro, rinvia a forme centralizzate e costruttiviste di tipo fascista e comunista. Chiamala se vuoi, mano visibile di uno stato opprimente, che dà un prezzo a ogni singolo, indipendentemente dal merito.
Michela Murgia |
L’abbiamo
messa giù dura? Voliamo troppo alto? Sempre meglio che volare basso come la Murgia.
In
realtà si dovrebbe parlare solo di ciò che si conosce. Non c’è nulla di peggio del fesso/a che crede di essere
qualcuno o qualcosa. E giù stupidaggini.
Dicevamo
di un classico della sociologia in argomento. Ecco, se proprio si vuole leggere un libro
che aiuti a capire cosa sta accadendo, invece di perdere tempo con i questionari replicanti di una tuttologa, ci si rimbocchi le maniche e si legga La personalità autoritaria, imponente studio sociologico, pubblicato nel
1950, a
cura di
Adorno e altri.
Il
volume, frutto di approfondite ricerche, fornisce alcune scale per lo studio del rapporto tra
autoritarismo, etnocentrismo, fascismo e
processi di socializzazione. Le scale rinviano a proposizioni che raccolgono i luoghi comuni più diffusi del sentire autoritario, po-ten-zial-men-te fascista, non fascista tout court. L'esatto contrario di quel che intende la Murgia con il “fascistometro”, e per giunta senza alcuna preparazione e senso della distanza scientifica. Sicché ha trasformato un classico della sociologia nel Vernacoliere. Insomma, barzellette, e di pessimo gusto.
Ergo,
la Murgia adorneggia senza essere Adorno. Però le rimane sempre il Vernacoliere.
Carlo Gambescia
(*) Per il “fascistometro” : http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/29/news/e-tu-quanto-sei-fascista-scoprilo-con-il-fascistometro-di-michela-murgia-1.328144 . Per una delibazione: http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/29/news/cosi-diventiamo-fascisti-1.328160 .