La guerra della Lega agli immigrati
L’Italia degli infami
La
parola infame, stando ai vocabolari, ha due significati: 1) indica chi sia “atrocemente contrario alla dignità della persona umana"; 2) l' agire “che denota o ricorda una perversa volontà di nuocere".
Pertanto
la politica sugli immigrati della Lega, complici gli alleati di
governo pentastellati, può essere definita infame. Dalla
chiusura dei porti alle restrizioni mirate per la concessione dell’asilo politico fino a quelle cervellotiche per l’ accesso ai servizi sociali. Da ultimo - è di ieri
- la Lega , propone di introdurre un’ imposta dell’1,5 per cento che andrà a
colpire tutti i trasferimenti di denaro, per ragioni non commerciali, superiori ai 10 euro, verso paesi extra Ue. E’ evidente che si vogliono colpire le
stesse rimesse degli emigranti, che hanno favorito, quando eravamo noi a “partire”, la bilancia con l' estero dell’Italia. Non si dimentichi mai: furono le cosiddette partite invisibili che in qualche misura cambiarono, e in meglio, l'Italia. Cara vecchia mano invisibile del mercato. Altro che la mano visibile dello stato...
Non si chieda però a un infame come Salvini, abituato a vincolare la dignità della persona alla nazionalità di provenienza, di fare ragionamenti del genere, né ai cosiddetti "sovranisti" che lo
votano di documentarsi meglio. Si vota con la pancia. E’ la democrazia bellezza. Vince chiunque la spari più grossa. E indichi il capro espiatorio più ghiotto e facile da capire e ricordare. Ovviamente - non sia mai - nel rispetto della legge.
Come se un voto, per giunta di fiducia, potesse "aggiustare" moralmente leggi infami, contrarie alla dignità della persona, come da vocabolario, frutto, tra l'altro, di un lavorìo politico, meschino e sordo, un' autentica volontà di nuocere, sempre da vocabolario: si taglia qui, si vieta lì. Misure ben
riassunte dal Decreto Sicurezza che moltiplicherà solo il numero dei
clandestini alla deriva per le città italiane con una specie di “foglio di via” tra le mani. Dal momento che non esiste alcun accordo sul rimpatrio con i paesi di provenienza, né abbondano i denari, perché i fondi per i servizi sociali per gli immigrati sono stati tagliati o ridotti. Certo, "la pacchia doveva finire"... Il diritto alla Cadillac, che veniva consegnata chiavi in mano nei porti italiani di arrivo, andava cassato.
Decreto-Infame andrebbe denominato. Ci sarebbero le ragioni per
molti prefetti - che in questi giorni stanno ricevendo circolari - di dare le dimissioni. Per non essere complici di una legge infame, varata da un pugno di infami, nel silenzio o plauso di un Paese di infami.
Perché lo stesso atteggiamento passivo, non riguarda la sola classe eletta di governo, bensì molti italiani che fanno finta di niente, chiusi in un egoismo, da “solennità domenicali”. Proprio come nel 1938.
Italia degli infami. Qualcuno prima o poi presenterà il conto. E' già successo.
Carlo Gambescia