mercoledì 14 novembre 2018

Politica e menzogna
I buffoni di Palazzo Chigi

Della  lettera  all'UE  del Ministro Tria,  stupisce l’idea di ridurre il rapporto debito-pil puntando sulle privatizzazioni. Capito? Pri-va-tiz-za-zio-ni...  Si legga qui:

«Il governo ha deciso di innalzare all'1% del Pil per il 2019 l'obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza" e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil "più marcata e pari a 0,3 punti quest'anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021" » .

Insomma, il governo più statalista della Prima, Seconda e Terza Repubblica,  messe insieme,  promette di privatizzare. Incredibile. Roba da Crozza. Ma, come vedremo, occorre senso dell'umorismo.  
Attenzione però. La parola magica è "patrimonio pubblico". E che cos’è patrimonio pubblico?  Alitalia, che torna alle Ferrovie?. Il Ponte Morandi che torna all’Anas? La rete idrica che  deve restare saldamente pubblica?  
Cioè, siamo veramente, all’uso  sistematico della menzogna . Si promette qualcosa che non esiste. La famigerata isola che non c’è.  Oggi si chiamano  anche fake  news.  Arte, in cui eccelle il governo giallo-verde. Solo che  Salvini e Di Maio questa volta potrebbero aver fatto male i conti,  perché  davanti a loro non ci sono quei mammoni degli italiani, che sognano la vita in vacanza a spese dello stato, ma la Commissione Europea  che si spera  dia  finalmente un calcio in culo (pardon) a questi due buffoni.  
Altri esempi?
Il sussidio alla disoccupazione  è diventato un pomposo "Reddito di cittadinanza". Gli incauti e avidi  investitori sono diventati  ”truffati dalle Banche” e oggetto di  corposi aiuti.  Si va in pensione prima, “azzerando la Fornero”, ma come meno soldi di prima.  E così via, a colpi, di spazza di qua, dignità di là, eccetera, eccetera. 
Una pagliacciata. Ci sarebbe da ridere a crepapelle, se non fosse  che  l’uso sistematico  della menzogna è talmente esteso  che   neppure il governo giallo-verde sembra più accorgersi  delle stupidaggini che dice.  Probabilmente,   o Salvini e Di Maio  hanno perso qualsiasi contatto con la realtà,  o  credono veramente in ciò che dicono.  O, infine, tutte e due le cose insieme.  Del resto   si parlano  addosso, come da un balcone,  e gli italiani, sotto,  applaudono i  buffoni di Palazzo Chigi. Da manuale, tecnicamente si chiama circuito collettivo dell'autoinganno.
Probabilmente, come per ogni logica autoritaria, se non totalitaria, vale il principio, anche per i due (vice) Presidenti del Consiglio, del  se i fatti indicano il contrario, tanto peggio per i fatti.   E Tria, come nel caso della Lettera a Bruxelles,  benché per mestiere i fatti dovrebbe conoscerli,  esegue disciplinatamente. Quindi siamo davanti a un velenoso mix di autoritarismo, menzogne e autocensure.
Il che è pericolosissimo, dal momento che  la commedia, o se si preferisce il cinepanettone politico, potrebbe finire in tragedia. I buffoni trasformarsi in carnefici.  Ma tant'è.  Chi scrive,  prova tutti i giorni a spiegarlo (a proposito,  grazie per gli insulti antisemiti in privato, di ieri...),  ma gli  italiani sembrano  comportarsi come  Pinocchio e Lucignolo,  felici di aver scoperto il Paese dei Balocchi…  E quindi credono alle  fake news di Salvini e Di Maio: probabilmente, la credulità, priva di qualsiasi senso dell’umorismo, fa parte del Dna storico e culturale  degli italiani.
Non per dire sempre le stesse cose:  possibile, che, all’epoca,  nessuno scoppiasse a ridere davanti a certi atteggiamenti buffoneschi di Mussolini  quando parlava da Palazzo Venezia,  facendo versi da operetta,  come mostrano  i cinegiornali dell’epoca?
No. Incredibile.  Il che però,  probabilmente,  spiega perché  ci stiamo cadendo di nuovo.


Carlo Gambescia 

Nessun commento: