Salvini e la difesa della razza
I tagli di Eichmann...
Qualcuno potrebbe chiedersi quale relazione vi sia tra la legislazione
razzista e antisemita varata dal fascismo
nel 1938 e i micro-tagli, soprattutto di natura economica ai servizi
sociali che si occupano dell’accoglienza degli immigrati. Anche perché, in realtà, come
si legge, le misure caldeggiate da Salvini non sarebbero devastanti.
«Cosa cambia nella sostanza per i 144mila
migranti oggi nel circuito dell'accoglienza? Il direttore del Dipartimento
immigrazione e libertà civili del ministero, Gerarda Pantalone sostiene che
"nulla viene tolto" e ai migranti vengono garantiti "tutti i servizi
previsti dalle direttive europee per garantire la dignità della persona
umana", vale a dire "il servizio di assistenza alla persona"
(mediatore culturale, informazione su diritti e doveri, assistenza sociale) ma
anche "assistenza sanitaria, preparazione pasti, lavanderia, igiene
ambientale, kit di ingresso, pocket money e scheda telefonica (5 euro)".
Ma è lei stessa ad ammettere che saltano "i servizi di integrazione e
inserimento nel tessuto territoriale, perché questi vengono riservati ai
titolari di protezione internazionale" e "dunque verranno destinati
in un secondo momento". »
Messa così, se ci si passa l'espressione, saremmo davanti ai conti della serva. Niente di pericoloso e neppure di disdicevole. Semplificando, che succede, in fondo? Il costo per
emigrante individuale passa da 32
a 21 euro, perché d'ora in avanti avranno diritto ai “servizi di
integrazione e inserimento” solo i
titolari della protezione internazionale. Mentre in precedenza bastava presentare la domanda d’asilo. Che, ovviamente, richiedeva tempi lunghi per
essere valutata. Di qui, ciò che Salvini ha sempre bollato come "spreco di risorse",
eccetera, eccetera.
Dalla rivista "Difesa della Razza" |
Pertanto
saremmo ben lontani dalla ferocia delle leggi razziali del 1938, rivolte a colpire in particolare gli italiani
di religione ebraica, per allinearsi a Hitler. In realtà, dietro l’apparente logica ragionieristica del risparmio, si annida, ieri come oggi la stessa
forma mentis. Quale? Quella del “Prima gli Italiani”, da sempre rivendicata, dalle
correnti nazionaliste e fasciste: le stesse che
oggi si autodefiniscono sovraniste. Esageriamo? Si segua il nostro ragionamento.
L'argomentazione di Salvini si fonda sull’enunciato
del suprematismo italiano, da cui egli inferisce che ogni euro dato agli immigrati è tolto agli italiani. Di qui, il giro di
vite, per ora economico.
Il
fascismo argomentava usando lo stesso metro, dal momento che inibì agli ebrei l’esercizio delle attività
economiche, perché, così pontificava, avrebbero
potuto danneggiare il lavoro italiano. Ogni lira guadagnata da un ebreo era una lira sottratta a un italiano.
Come
si può capire, sotto l'argomentazione, la gabbia cognitiva è identica. Come è noto, l’inibizione
fascista dei diritti economici degli ebrei fu il primo gradino di un escalation di misure che portò , durante l’occupazione nazista, alla deportazione e sterminio. Salvini, per dirla
tutta, argomenta come l’ Eichmann, di prima della guerra, che si poneva, il problema di come
allontanare gli ebrei dalla Germania, evitando i costi piuttosto elevati
per lo stato dell’eliminazione fisica. E non si rassegnò mai. Durante il
processo di Gerusalemme, addusse come prova della sua buona fede -
di povero ma disciplinato militare costretto a ubbidire agli ordini -
proprio questo suo tentativo di evitare, perché antieconomica,
la "soluzione finale". La grandissima Hannah Arendt, come
è noto, parla (anche a questo proposito) di banalità del male.
Adolf Eichmann a Gerusalemme |
Salvini, ovviamente non è Eichmann. E d'altra parte il contesto storico può apparire diverso. Però ripetiamo la gabbia cognitiva rinvia alla partita doppia del bilancio
pubblico. Eichmann si preoccupava delle condizioni economiche dei tedeschi,
Salvini, come spesso ripete, "delle tasche degli italiani". In entrambi i casi, le voci di bilancio "da tagliare" sono costituite da esseri umani, "colpevoli" di non essere italiani e tedeschi.
Qualcuno penserà: che male c'è nell’ occuparsi degli italiani, prima di tutti gli altri? Diciamo,
allora, che la storia insegna che si comincia sempre così.
Carlo Gambescia