martedì 13 novembre 2018

Salvini  e la difesa della razza
I tagli di Eichmann...





Qualcuno   potrebbe  chiedersi  quale  relazione  vi sia  tra la legislazione razzista e antisemita varata dal fascismo  nel 1938 e i micro-tagli, soprattutto di natura economica ai servizi sociali che si occupano dell’accoglienza degli immigrati.   Anche perché,  in realtà, come si legge, le misure caldeggiate da Salvini  non sarebbero devastanti.  

 «Cosa cambia nella sostanza per i 144mila migranti oggi nel circuito dell'accoglienza? Il direttore del Dipartimento immigrazione e libertà civili del ministero, Gerarda Pantalone sostiene che "nulla viene tolto" e ai migranti vengono garantiti "tutti i servizi previsti dalle direttive europee per garantire la dignità della persona umana", vale a dire "il servizio di assistenza alla persona" (mediatore culturale, informazione su diritti e doveri, assistenza sociale) ma anche "assistenza sanitaria, preparazione pasti, lavanderia, igiene ambientale, kit di ingresso, pocket money e scheda telefonica (5 euro)". Ma è lei stessa ad ammettere che saltano "i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, perché questi vengono riservati ai titolari di protezione internazionale" e "dunque verranno destinati in un secondo momento". »

Messa così,  se ci si passa l'espressione,  saremmo  davanti  ai  conti della serva.  Niente di pericoloso e neppure di  disdicevole.   Semplificando, che succede, in fondo?   Il  costo  per emigrante individuale passa da 32 a 21 euro, perché d'ora in avanti  avranno diritto ai “servizi di integrazione  e inserimento” solo i titolari della protezione internazionale.  Mentre in precedenza  bastava presentare la domanda d’asilo. Che, ovviamente, richiedeva tempi lunghi per essere  valutata.   Di qui, ciò che Salvini ha sempre bollato  come "spreco di risorse", eccetera, eccetera.
Dalla rivista  "Difesa della Razza" 

Pertanto saremmo ben lontani dalla ferocia delle leggi razziali del 1938,  rivolte a colpire in particolare gli italiani di religione ebraica, per allinearsi a Hitler.  In realtà, dietro l’apparente logica ragionieristica del risparmio, si annida, ieri come oggi  la stessa forma mentis.   Quale? Quella del “Prima  gli Italiani”, da sempre rivendicata, dalle correnti nazionaliste e fasciste:  le stesse che   oggi si  autodefiniscono sovraniste. Esageriamo? Si segua il nostro ragionamento. 
L'argomentazione  di  Salvini si fonda sull’enunciato del suprematismo  italiano, da cui egli  inferisce  che ogni euro dato  agli immigrati  è tolto agli italiani. Di qui, il giro di vite, per ora economico. 
Il fascismo argomentava usando lo stesso metro,  dal momento che inibì agli ebrei l’esercizio delle attività economiche, perché, così pontificava,   avrebbero potuto   danneggiare il lavoro italiano.  Ogni lira guadagnata da un ebreo era una lira  sottratta a un italiano.
Come si può capire, sotto l'argomentazione, la gabbia cognitiva è identica. Come è noto,  l’inibizione fascista  dei diritti economici degli ebrei  fu   il primo  gradino  di un escalation di misure che portò , durante l’occupazione nazista,  alla deportazione e sterminio. Salvini,  per dirla tutta,  argomenta  come l’ Eichmann, di  prima della guerra, che  si poneva, il problema di come allontanare gli ebrei dalla Germania,  evitando i costi piuttosto elevati per lo stato dell’eliminazione fisica.  E non si rassegnò mai. Durante il processo di Gerusalemme, addusse come prova  della sua buona fede -  di povero ma disciplinato militare costretto a ubbidire agli ordini -  proprio  questo suo tentativo di evitare, perché antieconomica,  la "soluzione finale".  La grandissima Hannah Arendt, come è noto, parla (anche a questo proposito) di banalità del male.
Adolf Eichmann a Gerusalemme
   
Salvini, ovviamente non è Eichmann. E d'altra parte  il contesto storico può apparire diverso. Però ripetiamo la gabbia cognitiva  rinvia alla partita doppia del bilancio pubblico.   Eichmann si preoccupava delle condizioni economiche dei tedeschi, Salvini, come spesso ripete,  "delle tasche degli italiani". In entrambi  i casi, le voci di bilancio  "da tagliare" sono   costituite da esseri umani,  "colpevoli" di  non essere italiani e  tedeschi. 
Qualcuno penserà: che male  c'è  nell’ occuparsi  degli italiani, prima di tutti gli altri?  Diciamo, allora,  che la storia insegna che si comincia sempre così.  

Carlo Gambescia