lunedì 5 novembre 2018

Maltempo,  si apre caccia all’abusivo
Bene! Bravo! Grazie…


Oggi tocca all’abusivismo.  Dopo una tre giorni mediatica, degna di un Telethon disgraziere,  questa mattina politici, giornalisti, ambientalisti evocano il capro espiatorio, il colpevole universale, il nemico del popolo:   l’abusivo.  Si costruisce troppo, si costruisce male, ecco il mantra. 
Ora, che in Italia, ci sia una tendenza all’anarchismo abitativo è un dato di fatto.  Però,  prima di prendersela con gli abusivi,  si dovrebbe ragionare sulla struttura orografica dello Stivale.  Perché l'Italia,  come già  insegnava Plinio il Vecchio, poiché è attraversata longitudinalmente da una catena montuosa -   e visto che l’acqua scorre dall’alto verso il basso - le piogge, da sempre,  gonfiando fiumi e torrenti, provocano alluvioni. Il solo rimboschimento, nonostante le chiacchiere ecologiste in argomento, non basta,  anche se  proprio  l'avvento di altre forme di energia, come portato dell'odiata modernità (dagli ecologisti),  ha invece  favorito,  indirettamente, la spontanea autoconservazione  del patrimonio arboreo. Insomma, per uscirne si dovrebbero  radere al suolo gli Appennini, e se rimane  tempo piallare le Alpi… Per poi incorrere  in altri inconvenienti climatici.   Per inciso,  dighe e altre forme di intervento umano sono contrarie allo zeitgeist social-ambientalista in fissa con i cambiamenti climatici, colpa, non sia mai, del cattivo capitalismo.  Del resto, anche  la questione della manutenzione (cattiva o meno), subito evocata  nelle dirette televisive,  imporrebbe, stante il profilo orografico ricordato,  l'assunzione, per chiamata diretta alla Protezione Civile, di Mosè.
Petrolini-Nerone
     
Certo, costruire case ovunque non aiuta.  Ma non aiuta neppure (e soprattutto) quell’equazione politica, tipica della sinistra, che vedendo  balzachianamente dietro la “grande  fortuna”  di ogni impresa edile  "un delitto",  ha ridotto -  una volta chiusasi la parentesi del dopoguerra -   la costruzione di  vani abitativi in Italia a cifre risibili. Di qui però, per un verso, l’introduzione di regole sempre più rigide  che hanno  penalizzato il mercato edilizio,  e per l' altro,  come capita con il contrabbando  quando i prezzi di mercato sono troppo elevati o rigidamente controllati, favorendo, per eterogenesi dei fini,  il mercato nero dell’anarchismo abitativo.  Che - altra chicca -   si è ritenuto  di combattere,  alzando progressivamente l’asticella delle regole,  puntando, come alibi morale,  sull’ isteria ambientalista, frutto invece di una pseudo-scienza  (l’ecologia).  Senza però fare i conti - attenzione -   con i  tempi elefantiaci di una magistratura, civile e amministrativa  che come quelle penale,  si muove solo se in favore di telecamere. Di qui, il periodico ricorso al cioccolatino lassativo dei condoni.  Anche per incamerare qualche soldo,  favorire la recita a soggetto del moralista e salvare così le apparenze.
Risultato, dell’ultima giornata del campionato nazionale delle disgrazie:   trenta morti. 
Ovviamente, subito pianti a dirotto  a reti unificate, come dicevamo. E dulcis in fundo,  l' annuncio che i controlli saranno ancora più rigidi e le  leggi rispettate.  Anzi,  ne saranno emanate di nuove. E questo, ovviamente,  è il pane quotidiano di due statalisti come Di Maio e Salvini.  
Certo, non sia mai, il nobile  intento, come  per il  Nerone petroliniano  è quello  di   far tornare l’Italia, come Roma,   più bella e più superba che pria.  Bene! Bravo! Grazie…    

Carlo Gambescia