Maltempo, si apre caccia all’abusivo
Bene! Bravo! Grazie…
Oggi
tocca all’abusivismo. Dopo una tre
giorni mediatica, degna di un Telethon disgraziere,
questa mattina politici, giornalisti, ambientalisti evocano il capro espiatorio, il colpevole universale, il nemico del popolo: l’abusivo. Si
costruisce troppo, si costruisce male, ecco il mantra.
Ora,
che in Italia, ci sia una tendenza all’anarchismo abitativo è un dato di fatto. Però, prima di prendersela con gli abusivi, si
dovrebbe ragionare sulla struttura orografica dello Stivale. Perché l'Italia, come già insegnava Plinio il Vecchio, poiché è attraversata longitudinalmente da una catena montuosa - e visto che l’acqua scorre
dall’alto verso il basso - le piogge, da sempre, gonfiando fiumi e torrenti, provocano alluvioni. Il solo rimboschimento, nonostante le chiacchiere ecologiste in argomento, non basta, anche se proprio l'avvento di altre forme di energia, come portato dell'odiata modernità (dagli ecologisti), ha invece favorito, indirettamente, la spontanea autoconservazione del patrimonio arboreo. Insomma, per uscirne si dovrebbero radere al suolo gli Appennini, e se rimane tempo piallare le
Alpi… Per poi incorrere in altri inconvenienti
climatici. Per inciso, dighe e altre forme di intervento umano sono contrarie allo zeitgeist social-ambientalista in fissa con i cambiamenti climatici, colpa, non sia mai, del cattivo capitalismo. Del resto, anche la questione della manutenzione (cattiva o meno), subito evocata nelle dirette televisive, imporrebbe, stante il profilo orografico ricordato, l'assunzione, per chiamata diretta alla Protezione Civile, di Mosè.
Certo, costruire case ovunque non aiuta. Ma
non aiuta neppure (e soprattutto) quell’equazione politica, tipica della sinistra, che vedendo balzachianamente dietro la “grande fortuna” di ogni impresa edile "un delitto", ha ridotto - una volta chiusasi la parentesi del
dopoguerra - la costruzione di vani abitativi in Italia a cifre risibili. Di
qui però, per un verso, l’introduzione di regole sempre più rigide che hanno penalizzato il mercato edilizio,
e per l' altro, come capita con il contrabbando quando i prezzi di mercato sono troppo
elevati o rigidamente controllati, favorendo, per eterogenesi dei fini, il mercato nero dell’anarchismo abitativo. Che - altra chicca - si è ritenuto di combattere, alzando progressivamente l’asticella
delle regole, puntando, come alibi morale, sull’ isteria ambientalista, frutto invece di una
pseudo-scienza (l’ecologia). Senza però fare
i conti - attenzione - con i tempi elefantiaci di una magistratura, civile
e amministrativa che come quelle
penale, si muove solo se in favore di
telecamere. Di qui, il periodico ricorso al cioccolatino lassativo dei condoni. Anche per incamerare qualche soldo, favorire la recita a soggetto del moralista e salvare così le apparenze.
Risultato,
dell’ultima giornata del campionato nazionale delle disgrazie: trenta
morti.
Ovviamente, subito pianti a dirotto a reti unificate, come dicevamo. E dulcis in fundo, l' annuncio che
i controlli saranno ancora più rigidi e le
leggi rispettate. Anzi, ne saranno emanate di nuove. E questo, ovviamente, è il pane quotidiano di due statalisti come Di Maio e Salvini.
Certo, non sia mai, il nobile intento, come per il Nerone petroliniano è quello di far tornare l’Italia, come Roma, più bella e più superba che pria. Bene!
Bravo! Grazie…
Carlo Gambescia