martedì 6 novembre 2018

Prescrizione
Dalla "Piattaforma Rousseau" alla "Piattaforma Italia"




La polemica sul  “mai fine prescrizione” può essere affrontata da almeno tre punti di vista: organizzativo, giuridico, simbolico.
Il primo. Sotto l’aspetto organizzativo si dice, che organizzando meglio il lavoro dei giudici, indagini e processi  durerebbero di meno, quindi, abolire o meno la prescrizione sarebbe ininfluente. 
Il secondo. Sul piano giuridico, c’è invece chi  ritiene la prescrizione,  e giustamente,  uno strumento di garanzia, per evitare che, compatibilmente con la gravità del reato, sia posto un termine  a processi e indagini, che altrimenti potrebbero  assumere  un significato persecutorio.
Il terzo. Sotto il  profilo simbolico, "il mai fine prescrizione",   rinvia invece a una visione  totalitaria della giustizia, che deve appunto essere tale. E in che modo?  Punendo inesorabilmente i colpevoli, presunti o meno,  senza limiti di alcuni genere, a cominciare da quelli temporali.
Quale di queste posizioni può essere ricondotta all’ideologia del Movimento Cinque Stelle?  La terza,  senza ombra di dubbio:  quella  simbolica,  che abbraccia una visione della politica in termini di etica dei principi. Il decreto non è definito forse come  “spazza corruzione”?  E per quale ragione?Perché  ci si muove, all’insegna del perfettismo politico, altrimenti detto:  del sogno -  o meglio incubo -  di una società perfetta.  Che,  come insegna la buona sociologia politica,  non è altro che  il modello  sociale  ambito, storicamente parlando,  da un pugno di  presunti  perfetti  che vuole  dettare  le regole ai presunti imperfetti, prescindendo però  dalla volontà di quest’ultimi.
Il Ministro Bonafede ha sottolineato, candidamente,  come  la scelta di Cinque Stelle sia frutto del voto della Piattaforma Rousseau. Come per dire: si può essere più democratici di così?   In realtà, si tratta, molto più semplicemente,  di una volontà  generale, interna al Movimento. Vissuta però, in modo totalitario, dai suoi stessi membri.   Ecco, il lettore, immagini, quel che accadrebbe, se questa visione totalitaria, perché maggioritaria, della democrazia e della giustizia,  fosse estesa dalla Piattaforma Rousseau alla “Piattaforma  Italia”…  La maggioranza (ammesso e non concesso, eccetera) schiaccerebbe la minoranza, fino a privarla di ogni diritto e garanzia, solo perché maggioranza. Inutile dire che siamo  dinanzi alla  logica della democrazia totalitaria, distante anni luce da quella liberale.
Certo, anche il secondo profilo, rinvia all'etica dei principi:  il garantismo è riconducibile all'idea dello  stato di diritto, come fine  e valore.  Per il terzo, quello organizzativo, prevale invece l’etica della responsabilità, o del male minore,  rappresentato da una buona organizzazione - dunque si parla di mezzi -   che impedirebbe, o comunque limiterebbe, i casi di ingiusta persecuzione.
Ma poiché  il garantismo tutela  tutti,  in particolare coloro  che non appartengono ad alcuna Piattaforma Rousseau  o di altro tipo totalitario, la scelta in favore della  prescrizione (semplifichiamo), pur se soggetta  alle   carenze sottolineate dai seguaci della tesi  organizzativa (primo profilo), resta comunque la migliore.   Rispetto a che cosa?  A una scelta capace di garantire solo la volontà giustizialista  di un movimento, quindi una minoranza,   che vuole imporre, in modo totalitario,  le sue idee  a una maggioranza che si aspira  a  tramutare, ripetiamo, in ubbidiente  “Piattaforma Italia”...
E questo è un  pericolo.  Gravissimo.

Carlo Gambescia