Prescrizione
Dalla "Piattaforma Rousseau" alla "Piattaforma Italia"
La
polemica sul “mai fine prescrizione” può
essere affrontata da almeno tre punti di vista: organizzativo, giuridico, simbolico.
Il primo. Sotto
l’aspetto organizzativo si dice, che organizzando meglio il lavoro dei giudici, indagini e processi durerebbero di meno, quindi, abolire o meno la
prescrizione sarebbe ininfluente.
Il secondo. Sul
piano giuridico, c’è invece chi ritiene la prescrizione, e giustamente, uno strumento di
garanzia, per evitare che, compatibilmente con la gravità del reato, sia posto
un termine a processi e indagini, che altrimenti potrebbero assumere un significato persecutorio.
Il terzo. Sotto il profilo simbolico, "il mai fine prescrizione", rinvia invece a una visione totalitaria della giustizia, che deve appunto essere tale. E in che modo? Punendo inesorabilmente
i colpevoli, presunti o meno, senza
limiti di alcuni genere, a cominciare da quelli temporali.
Quale di queste posizioni può essere ricondotta all’ideologia del Movimento Cinque
Stelle? La terza, senza ombra di dubbio: quella simbolica, che
abbraccia una visione della politica in termini di etica dei principi. Il
decreto non è definito forse come “spazza
corruzione”? E per quale ragione?Perché ci si muove, all’insegna del perfettismo
politico, altrimenti detto: del sogno - o
meglio incubo - di una società perfetta. Che, come insegna la
buona sociologia politica, non è altro che il modello sociale ambito, storicamente parlando, da un pugno di presunti perfetti che vuole dettare le regole ai presunti imperfetti,
prescindendo però dalla volontà di quest’ultimi.
Il
Ministro Bonafede ha sottolineato, candidamente, come la scelta di Cinque Stelle sia frutto
del voto della Piattaforma Rousseau. Come per dire: si può essere più democratici di così? In
realtà, si tratta, molto più semplicemente, di una volontà generale, interna al Movimento. Vissuta però, in modo totalitario, dai suoi stessi membri. Ecco, il
lettore, immagini, quel che accadrebbe, se questa visione totalitaria, perché
maggioritaria, della democrazia e della giustizia, fosse estesa dalla Piattaforma Rousseau alla “Piattaforma
Italia”… La maggioranza (ammesso e non concesso, eccetera) schiaccerebbe la minoranza, fino a privarla di ogni diritto e garanzia, solo perché maggioranza. Inutile dire che siamo dinanzi alla logica della democrazia totalitaria, distante anni luce da quella liberale.
Certo, anche il secondo profilo, rinvia all'etica dei principi: il garantismo è riconducibile all'idea dello stato di diritto, come fine e valore. Per il terzo, quello organizzativo, prevale invece l’etica della responsabilità, o del male minore, rappresentato da una buona organizzazione - dunque si parla di mezzi - che impedirebbe, o comunque limiterebbe, i casi di ingiusta persecuzione.
Certo, anche il secondo profilo, rinvia all'etica dei principi: il garantismo è riconducibile all'idea dello stato di diritto, come fine e valore. Per il terzo, quello organizzativo, prevale invece l’etica della responsabilità, o del male minore, rappresentato da una buona organizzazione - dunque si parla di mezzi - che impedirebbe, o comunque limiterebbe, i casi di ingiusta persecuzione.
Ma
poiché il garantismo tutela tutti, in particolare coloro che non appartengono ad alcuna Piattaforma
Rousseau o di altro tipo totalitario, la
scelta in favore della prescrizione
(semplifichiamo), pur se soggetta alle carenze
sottolineate dai seguaci della tesi organizzativa (primo profilo), resta comunque la migliore. Rispetto a che cosa? A una scelta capace di
garantire solo la volontà giustizialista
di un movimento, quindi una
minoranza, che vuole imporre, in modo totalitario, le sue idee a una maggioranza che si aspira a tramutare, ripetiamo, in ubbidiente “Piattaforma
Italia”...
E questo è un pericolo. Gravissimo.
E questo è un pericolo. Gravissimo.
Carlo Gambescia