lunedì 8 ottobre 2018

Salvini e Di Maio, professionisti della menzogna
Le balle spaziali sui voli charter di immigrati dalla Germania





Pregheremmo, non tanto i nostri cinque  affezionati  lettori, che  ieri si sono dichiarati  europeisti e pro UE sulla pagina Fb,  ma i non pochi che leggono regolarmente il blog per altre ragioni,  di provare a chiarirsi, finalmente,  le idee su un fatto importantissimo:  capire,  una  volta per tutte,  che il governo giallo-verde, secondo,  in questo, soltanto al fascismo, utilizza la menzogna come abituale strumento di propaganda governativa.
Tentiamo, allora,  tutti insieme di capire? Bene. Questione dei voli charter per i migrants di secondary movement.
Si leggano  prima  le dichiarazioni di Salvini e Di Maio:

"Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia decine di immigrati con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c'è e non ci sarà nessun aeroporto disponibile. Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo chiuso i porti". Lo afferma il ministro dell'Interno Matteo Salvini in merito al'ipotesi circolata nei giorni scorsi di voli charter dalla Germania all'Italia con rifugiati cosiddetti 'dublinanti'.

"Io, sinceramente, questa cosa dei charter con i migranti che arrivano in Italia non so chi l'abbia autorizzata perché sui 'secondary movement', che erano il tema su cui si discuteva come Italia in Europa e che ci chiedeva la Germania, non è stato sottoscritto nessun accordo". Lo ha detto a Potenza il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo alle domande dei giornalisti. "Adesso vediamo cosa accadrà ma - ha aggiunto - per fare queste cose ci vogliono gli accordi". 

"Oppure - ha proseguito il leader M5S - si sta dicendo che noi possiamo rimpatriare africani sub-sahariani nei Paesi dell'Africa senza nessun accordo? Se si sta sdogando anche questo principio ce lo dicano: a me non risulta si possa fare in Italia sui Paesi africani e quindi credo che non si possa neanche fare tra l'Italia e la Germania, che - ha concluso - si sveglia la mattina e comincia i trasferimenti charter".
Berlino, nessun rimpatrio in Italia nei prossimi giorni - "Nei prossimi giorni non è pianificato alcun volo per rimpatri in Italia". Lo ha detto il portavoce del ministero dell'Interno tedesco all'ANSA, commentando le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ha annunciato la chiusura degli aeroporti italiani, nel caso in cui avvenissero dei rimpatri di migranti dalla Germania.

Ora ammesso e non concesso  che le storie sui rimpatri in Italia  in aereo  non  fossero solo voci (come potrebbe provare quel “nei prossimi giorni”  nella  composta  reazione tedesca),  in un Paese Normale, non nelle mani di nazionalisti, razzisti e populisti, una cosa del genere,  fino a quando  non vi fosse certezza, e anche dopo (come ora vedremo),  non dovrebbe essere argomento di discussione pubblica.  E per giunta con quei toni.
La Convenzione  di Dublino sottoscritta dall’Italia, quando era un Paese Normale,  prevede la presa in carico  dei richiedenti asilo nel paese di primo approdo, che, per l’appunto, nel caso di specie (per dirla in modo avvocatesco), devono essere restituiti (brutta parola) all’Italia. Tradotto:  chiunque  sbarchi clandestinamente in Italia,  e  scappi, ad esempio in Germania,  una volta identificato e individuato il punto di primo approdo, deve essere “restituito”  dalla Germania all’Italia: in aereo, in treno, in bicicletta,  a piedi.  Fine della storia (*).
Si noti, come Salvini  glissi sulle norme  di Dublino, liberamente accettate dall’Italia,  parlando di fantomatici nuovi accordi,  per sfruttare invece l’occasione di  montare, a costo zero,   una vergognosa  canea  nazionalista puntando  sulla "idea forza" della chiusura. Insomma, del "Ti faccio vedere chi sono io...",  le solite spacconate da Bar Sport.   Subito,  assecondato da Di Maio, altro cliente affezionato,  che, come si direbbe a Roma, la “butta in caciara”, tirando in ballo la storia  dei rimpatri in Africa,  cosa che, con gli adempimenti  italiani correlati all'applicazione della Convenzione di Dublino ( adempimenti non solo italiani, ma  di tutte le nazioni di UE di primo approdo),  c’entra come i cavoli a merenda. Ma volete mettere? Quando al Bar Sport, parla il "professore", si fa subito silenzio intorno...    
Al di là delle battute, la pericolosità di questo governo  -  che sia detto per inciso, non può pretendere reazioni “comprensive”  da parte dell’UE quando  è sempre il primo ad alzare la voce, insultare e minacciare - è nell'uso sistematico  della menzogna come strumento di propaganda nazionalista, razzista e populista.  Insomma, per raccontare ai suoi cittadini, balle spaziali.  
Il governo giallo-verde, per la prima volta dalla caduta del fascismo, applica la regola dello  stravolgere regolarmente i fatti e di ripetere dieci, cento, mille volte le sue menzogne,  fino a farle diventare verità collettiva.  Proprio, come insegnava (e praticava)  il dottor Goebbels. Il braccio comunicativo di Hitler.    
Contrastarlo è molto difficile. Perché si fa leva sulla credulità e faciloneria delle gente comune, il famigerato “popolo”. Ma ci si appoggia anche, cosa molto pericolosa,  su un  nazional-populismo  collettivo,   creduto, stupidamente da  molti  a costo zero,  quasi come assistere a una partita di calcio della nazionale con  birretta e  amici che ridono e scherzano.  In realtà, a differenza di quanto ritengano gli amici collettivi del Bar Sport Italia,  la posta in gioco è altissima. Perché alla fine della corsa c'è il rischio di un  fallimento economico dell’Italia, tramutata in paria internazionale, costretta ad  allearsi  con  gli  stati canaglia,  i soli  disposti  a fare credito.  
La stampa  -  che  non è assolutamente contro il governo gialloverde, altra menzogna di Luigi Di Maio  -   dovrebbe vigilare, ribattendo colpo su colpo, come ciò che resta delle opposizioni politiche. Stessa cosa dovrebbero fare gli industriali, le imprese, i commercianti,  i sindacati…  Tutte forze sociali che, al momento, invece tacciono o  addirittura appoggiano direttamente o indirettamente  il governo giallo-verde.
Il governo della menzogna. Ecco l’unica definizione che si attaglia a un governo che mente su tutto. E che  si può  battere solo restando a guardia dei fatti.
Bisogna però che i  fatti diventino di dominio pubblico.  Cosa che, al punto in cui siamo,  potrebbe non  bastare, dal momento che il ciclo del nazionalismo, si apre  tra gli entusiasmi, si consolida nel consenso, e finisce nella polvere, quando, troppo tardi, il “venerato popolo” si accorge dell'inganno. La parabola del fascismo resta tristemente esemplare. Ma gli italiani sembrano averla dimenticata  
Carlo Gambescia