Salvini e Di Maio, professionisti della menzogna
Le balle spaziali sui voli charter di immigrati dalla Germania
Pregheremmo,
non tanto i nostri cinque affezionati lettori, che ieri si sono dichiarati europeisti e pro UE sulla pagina Fb, ma i non pochi che leggono regolarmente il blog per altre ragioni, di provare a chiarirsi, finalmente, le idee su un fatto importantissimo: capire, una
volta per tutte, che il governo
giallo-verde, secondo, in questo, soltanto al fascismo, utilizza la menzogna come abituale
strumento di propaganda governativa.
Tentiamo, allora, tutti insieme di capire? Bene. Questione
dei voli charter per i migrants di
secondary movement.
Si
leggano prima le dichiarazioni di Salvini e Di Maio:
"Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia
decine di immigrati con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c'è e
non ci sarà nessun aeroporto disponibile. Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo
chiuso i porti". Lo afferma il ministro dell'Interno Matteo Salvini in
merito al'ipotesi circolata nei giorni scorsi di voli charter dalla Germania
all'Italia con rifugiati cosiddetti 'dublinanti'.
"Io, sinceramente, questa cosa dei charter con i
migranti che arrivano in Italia non so chi l'abbia autorizzata perché sui
'secondary movement', che erano il tema su cui si discuteva come
Italia in Europa e che ci chiedeva la
Germania , non è stato sottoscritto nessun
accordo". Lo ha detto a Potenza il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo
alle domande dei giornalisti. "Adesso vediamo cosa accadrà ma - ha
aggiunto - per fare queste cose ci vogliono gli accordi".
"Oppure - ha proseguito il leader M5S - si sta dicendo che
noi possiamo rimpatriare africani sub-sahariani nei Paesi dell'Africa senza
nessun accordo? Se si sta sdogando anche questo principio ce lo dicano: a me
non risulta si possa fare in Italia sui Paesi africani e quindi credo che non
si possa neanche fare tra l'Italia e la
Germania , che - ha concluso - si sveglia la
mattina e comincia i trasferimenti charter".
Berlino, nessun
rimpatrio in Italia nei prossimi giorni - "Nei prossimi giorni non è pianificato alcun
volo per rimpatri in Italia". Lo ha detto il portavoce del ministero
dell'Interno tedesco all'ANSA, commentando le parole del vicepremier Matteo
Salvini, che ha annunciato la chiusura degli aeroporti italiani, nel caso in
cui avvenissero dei rimpatri di migranti dalla Germania.
Ora ammesso e non concesso che le storie sui rimpatri in Italia in aereo non fossero solo voci (come
potrebbe provare quel “nei prossimi giorni” nella composta reazione tedesca), in un Paese
Normale, non nelle mani di nazionalisti, razzisti e populisti, una cosa del
genere, fino a quando non
vi fosse certezza, e anche dopo (come ora vedremo), non dovrebbe essere argomento di
discussione pubblica. E per
giunta con quei toni.
La Convenzione di Dublino sottoscritta dall’Italia, quando era un
Paese Normale, prevede la
presa in carico dei
richiedenti asilo nel paese di primo approdo, che, per l’appunto, nel caso di specie (per dirla in modo avvocatesco), devono essere
restituiti (brutta parola) all’Italia. Tradotto: chiunque sbarchi clandestinamente in
Italia, e scappi, ad esempio in Germania, una volta identificato e individuato
il punto di primo approdo, deve essere “restituito” dalla Germania all’Italia: in
aereo, in treno, in bicicletta, a piedi. Fine della storia (*).
Si noti, come Salvini glissi sulle norme di Dublino,
liberamente accettate dall’Italia, parlando di fantomatici nuovi accordi, per
sfruttare invece l’occasione di montare,
a costo zero, una
vergognosa canea nazionalista puntando sulla "idea forza" della chiusura. Insomma, del "Ti faccio vedere chi sono io...", le solite spacconate da Bar Sport. Subito, assecondato
da Di Maio, altro cliente affezionato, che, come si direbbe a Roma, la “butta in caciara”, tirando in ballo
la storia dei rimpatri in
Africa, cosa che, con gli adempimenti italiani correlati all'applicazione della Convenzione di Dublino ( adempimenti non solo italiani, ma di tutte
le nazioni di UE di primo approdo), c’entra come i cavoli a merenda. Ma volete mettere? Quando al Bar Sport, parla il "professore", si fa subito silenzio intorno...
Al di là delle battute, la pericolosità di questo governo - che sia detto per inciso, non
può pretendere reazioni “comprensive” da
parte dell’UE quando è
sempre il primo ad alzare la voce, insultare e minacciare - è nell'uso sistematico della menzogna come strumento di
propaganda nazionalista, razzista e populista. Insomma, per raccontare ai suoi cittadini, balle
spaziali.
Il governo giallo-verde, per la prima volta dalla caduta del
fascismo, applica la regola dello stravolgere regolarmente i fatti e
di ripetere dieci, cento, mille volte le sue menzogne, fino a farle diventare
verità collettiva. Proprio, come insegnava (e praticava) il dottor Goebbels. Il braccio comunicativo di
Hitler.
Contrastarlo è molto difficile. Perché si fa leva sulla credulità
e faciloneria delle gente comune, il famigerato “popolo”. Ma ci si appoggia
anche, cosa molto pericolosa, su un nazional-populismo collettivo, creduto, stupidamente da molti a costo zero, quasi come
assistere a una partita di calcio della nazionale con birretta e amici che ridono e scherzano. In realtà, a differenza di quanto ritengano gli amici collettivi del Bar Sport Italia, la posta in gioco è altissima. Perché alla fine della corsa c'è il rischio di un fallimento economico dell’Italia, tramutata
in paria internazionale, costretta ad allearsi con gli stati canaglia, i soli disposti a fare credito.
La stampa - che non è assolutamente contro il
governo gialloverde, altra menzogna di Luigi Di Maio - dovrebbe vigilare, ribattendo colpo su
colpo, come ciò che resta delle opposizioni politiche. Stessa cosa dovrebbero
fare gli industriali, le imprese, i commercianti, i sindacati… Tutte forze sociali che, al
momento, invece tacciono o addirittura appoggiano direttamente o
indirettamente il governo
giallo-verde.
Il governo della menzogna. Ecco l’unica definizione che si
attaglia a un governo che mente su tutto. E che si può battere solo restando a guardia
dei fatti.
Bisogna però che i fatti diventino di dominio pubblico. Cosa che, al punto in cui
siamo, potrebbe non bastare, dal momento che il
ciclo del nazionalismo, si apre tra
gli entusiasmi, si consolida nel consenso, e finisce nella polvere, quando,
troppo tardi, il “venerato popolo” si accorge dell'inganno. La
parabola del fascismo resta tristemente esemplare. Ma gli italiani sembrano averla
dimenticata
Carlo Gambescia
(*) Si vedano gli articoli 3,10,11,12,13: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:41997A0819(01)&from=IT