martedì 16 ottobre 2018

La “Manovra del Popolo” 
 Altro che il Paese di Bengodi...




Sotto l'aspetto del rilancio economico la  “Manovra del Popolo” sembra essere un mix di assistenzialismo e  misure fiscali  di valore prossimo allo zero.  Per le stesse ragioni  rischia però  di provocare pericolosi  attriti con Bruxelles. 
Lasciamo agli economisti che  ne sanno più di noi,  la critica dettagliata delle misure, che ora dovranno passare al vaglio dell'Unione Europea e  Parlamento. 
Quel che colpisce sul piano generale, sociologico, sono due aspetti extra-economici, molti istruttivi. Ovviamente, per chi desideri istruirsi...  Per fare un esempio personale, che poi non è tale, perché la cosa sarà accaduta   a tutte le persone con studi:  capita sempre, con precisione  matematica, il cretino, talvolta  più di uno, durante una conversazione, magari animata e impegnata,  che se ne esce  con “Lei ci fa pesare la sua cultura”… Capito? Studiare sarebbe un colpa...  Sotto questo aspetto, l’attuale governo giallo-verde è il governo degli ultimi della classe:  di coloro  che, col nodo allo stomaco,  si facevano  beffe dei primi, e che ora si ritrovano  improvvisamente  a comandare. Sicchè  sfogano tutta la frustrazione accumulata. Come dire? Falliti di successo.
Ma veniamo ai due aspetti.
Il primo è  quello delle idee-forza,  ridotte a slogan da ripetere all’infinito,  formule  di facile comprensione,  come si fa  con i bambini: frasi fatte  che nella cattiva politica finiscono sempre per avere la meglio sugli esami di realtà. In qualche misura il populismo e la fase estrema dell’infantilismo.  E, purtroppo, come resta difficile spiegare a un bambino la bilancia commerciale, rimane altrettanto difficile contrastare idee semplici, anzi semplicistiche, come quelle  populistiche, con idee complesse, come quelle dell'economia.  Di qui,  la prevalenza del cretino, per citare il famoso libro di Fruttero e Lucentini.  Dovremo perciò  aspettare i fatti:  dal momento che la verità finisce sempre per  vendicarsi, in primis del cretino.  Ad esempio, si parla pomposamente  di "Manovra del Popolo",  ma quando il popolo bambino si vedrà espropriato - si spera solo in parte, ma non è sicuro… -   degli averi custoditi nei  conti correnti e si  troverà in fila  davanti ai Bancomat chiusi e/o  all’obbligo di ritirare lire (non euro, attenzione...), per giunta in  cifre limitate,  si accorgerà finalmente  della presa in giro. Ma sarà troppo tardi.  
Il secondo, è quello della cosiddetta "illusione finanziaria", termine coniato da Amilcare Puviani,  più di un secolo  fa.  Il  maestro della scienza della finanza italiana  italiana  sosteneva,  a ragione secondo la maggioranza degli economisti di oggi,   che il moderno  stato interventista  illudeva  il cittadino sulla bontà  della spesa pubblica,  le cui conseguenze, in realtà erano (e sono)  insondabili (come prova l’impasse di una disciplina, pur raffinata,  come l’econometria).  E, comunque sia, rimangono transitive: di regola,  secondo  Puviani,   sono le generazioni successive  - a  quelle che hanno preso le decisioni  -   a pagarne le conseguenze. Però si fa credere che non sarà così. Tradotto: l’abolizione della Fornero per accontentare una generazione che vuole vivere trenta o addirittura quarant’anni senza lavorare, sarà duramente pagata  dalle generazioni future.  Anche allora sarà troppo tardi.  
Così stanno le cose. Altro che il  Paese di Bengodi.  Pagheremo caro, pagheremo tutto. 

Carlo Gambescia