La lettera di Bruxelles
Solo un Dio (dei mercati) ci potrà
salvare
Bruxelles
ci ha scritto. A Napoli direbbero “statte accuorte”. E invece in Italia si gioca a guardie ladri con quella che è la
libertà più antica: rifiutarsi di pagare le tasse. Per inciso, “se passa” il
Reddito di Cittadinanza, chi scrive, si rifiuterà di finanziarlo.
Insomma,
qui serve una scossa dei mercati. Forte,
e speriamo che arrivi presto. Mercurio salvaci tu, altrimenti non se ne esce.
Il punto non è lo
zero virgola qualcosa in più o in meno, ma un finanziaria (per usare terminologie
antiche) per due
terzi senza coperture, se non quelle
virtuali dei “fondamentali sani”: si parla di una cifra che va oltre i 20
miliardi, in un’Italia con 2300 miliardi
di debito pubblico, per un terzo in mano a investitori stranieri, e per il
rimanente nelle mani della Bce e delle Banche italiane. "Fondamentali sani", capito? E poi dice che uno si butta con Bruxelles.
E attenzione, altra chicca: gli italiani, i cocchi di mamma e papà del Reddito di Cittadinanza, i titoli del debito pubblico, come riferiscono i sondaggi, non li vogliono comprare. Tradotto: quando
tocchi loro il portafoglio, se ne fregano della retorica sovranista… Piace, sì, ma a costo zero. Che facce toste.
E non finisce qui: a un sondaggio di Eurobarometro - altro tratto tipico della micro-paraculaggine
(pardon) peninsulare (della macro, parleremo a breve) - gli italiani hanno risposto (quasi due terzi)
che l’Euro piace, l’UE no. Capito? Per la serie botte piena, eccetera, eccetera.
Altro che sovranisti… Oppure, sì, ma con i soldi degli altri…
Qualcuno
dovrebbe spiegare alle italiche genti che, senza i bilanci in ordine, l’Euro rischia di fare
la fine della vecchia Lira. Frutto di accordi, altra cosettina da
ricordare, che abbiamo liberamente sottoscritto: perché, nell'Italia stanca del "ce l'hai una sigaretta", dei mini-assegni in sostituzione delle monetine e del baratto perfino tra colleghi d'ufficio, per non parlare dei grandi accattoni ed elemosinieri di stato, la
moneta forte piaceva. E piace. Però, ripetiamo, a costo zero.
Quanto
alla macro-paraculaggine (pardon), seminascosta dietro toni da "solennità domenicale" (Gobetti), quei toni che piacciono tanto (prima) agli italiani, quanto il non mettersi (poi) le mani in tasca, basta leggere le dichiarazioni di Salvini,
Di Maio, Conte, che fanno finta di non
capire. Si chiama anche dialogo tra sordi. Altro che gli auspici di un
Mattarella, che sembra sempre più la copia benedicente di Giovanni Leone (speriamo di sbagliarci).
Onnipotente Dio dei Mercati, Mercurio, salva l’Italia.
Carlo Gambescia