Dopo il voto in Trentino-Alto Adige
Il paradosso del sovranismo populista
Sono
ricchi lassù. A Trento e Bolzano si vive bene, girano i
soldi, i servizi funzionano, gli immigrati non sono un
problema, eppure il voto ha premiato un
partito-antipartiti come la Lega
e girato le spalle a chi ha governato bene. Si vuole cambiare. Ma per andare dove?
A
questa domanda, che rinvia a un fenomeno
non ancora ben decifrato dagli studiosi, quello del sovranismo populista, è difficilissimo rispondere. Il Sud, si dice,
vuole più assistenza sociale, e vota Cinque Stelle, Ma il Nord, che è ricco, cosa vuole? Crediamo che la principale caratteristica, del
voto a Nord, come al Sud, sia l’egoismo sociale. Diciamo allora che al Nord vince la
paura di perdere quel che si ha.
Bella scoperta... In fondo, non si tratta di un fatto tipico di tutti gli esseri umani? Niente di nuovo, insomma. Certo. Però, porsi
come principale finalità quella di conservare al propria ricchezza (Nord) e ricevere il massimo della protezione sociale (Sud) indica una specie di sineddoche politica (la parte per il tutto), rivolta a
privilegiare il riflesso carnivoro, il
lato peggiore della natura umana, uno dei lati però.
Si vogliono ricchezza e protezione, non in quanto mezzi per progredire, accettando i rischi di una normale società di mercato, ma come fini per vivere un'esistenza stazionaria, comoda e protetta dal rischio stesso. L'egoismo rifiuta il rischio, come del resto la responsabilità della scelta individuale. Il famoso "uomo economico" calcola i rischi, non li rifiuta per principio.
Si vogliono ricchezza e protezione, non in quanto mezzi per progredire, accettando i rischi di una normale società di mercato, ma come fini per vivere un'esistenza stazionaria, comoda e protetta dal rischio stesso. L'egoismo rifiuta il rischio, come del resto la responsabilità della scelta individuale. Il famoso "uomo economico" calcola i rischi, non li rifiuta per principio.
Semplificando, diciamo
che Lega e Movimento Cinque Stelle sono
movimenti egoistici che, al momento, riflettono un proficua divisione dei compiti politici,
alla Lega l’egoismo dei ricchi (il Nord), al Movimento Cinque stelle l’egoismo
dei poveri (il Sud).
In realtà, quando
si parla del populismo si dovrebbe riflettere sulla sua natura antisociale. Il populista, parla di popolo, ma il popolo è sempre il suo, non quello degli
altri. Si tratta della stessa tragedia
politica dei nazionalismi, che oggi si
chiamano sovranismi: il nazionalismo, proprio perché tale, privilegia, sempre e comunque, i propri cittadini rispetto agli altri. Se esiste una società mondiale che comunica attraverso i canali economici del rischio calcolato sulla base di un sistema dei prezzi, allora il sovranismo ne rappresenta la decomposizione, insita nel fragile fondamento del rifiuto del rischio e del sistema dei prezzi. Quindi il sovranismo populista non solo è antisociale ma è anche "antieconomico".
E non siamo neppure davanti a una sintesi politica perfetta. Perché il Nord, nel suo egoismo, non vuole redistribuire, il Sud, altrettanto egoista, invece punta alla redistribuzione, e all’appropriazione di larga parte delle risorse del Nord. Il che implica il conflitto.
E non siamo neppure davanti a una sintesi politica perfetta. Perché il Nord, nel suo egoismo, non vuole redistribuire, il Sud, altrettanto egoista, invece punta alla redistribuzione, e all’appropriazione di larga parte delle risorse del Nord. Il che implica il conflitto.
Al
momento il nemico è l’Europa, ma una volta che l’Italia sarà uscita dall'UE (o comunque che la avrà resa "inoffensiva"), i due populismi difficilmente potranno
continuare a governare insieme. Perché i nodi (divisivi) verranno al pettine. E in una situazione economica precaria, all'insegna della classica lotta per una coperta troppo stretta.
Pertanto
il voto di domenica è un voto dalla vista corta, anzi cortissima. Che prepara future, e gravissime, fratture politiche tra Nord e Sud, e interne alle due stesse realtà
geopolitiche, perché i bolzanini, non
amano i bellunesi, e i bellunesi i vicentini, e così via. Come al Sud, i napoletani,
non amano gli irpini , questi ultimi i
casertani, e via discorrendo.
Insomma, siamo davanti al rischio del futuro spezzettamento dell’Italia. E alla
ennesima riprova dell’eterogenesi dei fini sociali e politici. La vittoria dei sovranismo
populista rischia di dare il colpo di
grazia proprio ciò che dichiara di difendere: la sovranità italiana.
Carlo Gambescia