Moody’s declassa l’ Italia
Dal Fronte Popolare al Fronte Gialloverde
Inevitabile.
Moody’s ha declassato l’Italia. In qualche misura, si tratta di un avvertimento che dovremmo tenere in grande
considerazione.
Un
passo indietro. Quando nel 1936 in Francia vinse
il Fronte Popolare, un’economia già claudicante a causa degli effetti
delle crisi mondiale, aggravati dai protezionismo, ricevette
il colpo di grazia, capitali in fuga e borsa a picco. A causa, ovviamente di una
serie di provvedimenti demagogici. L’economia francese, morì, vittima
di una tremenda ventata di protezionismo e inflazionismo. Si sarebbe ripresa dal colpo solo negli anni Sessanta.
All’epoca
l’Europa era divisa, non esistevano istituzioni economiche internazionali realmente condivise, né il ruolo delle agenzie di
rating era giustamente decisivo come
oggi: nessuno avvertiva per tempo gli stati, che la
demagogia implica costi politici altissimi. Insomma, si
procedeva in ordine sparso. E con il coltello fra i denti (se ci si passa l'espressione).
Eppure l’autarchia, non salvò la Francia. La Germania nazista ne
fece un solo boccone la spezzò in due, geopoliticamente, puntando come ogni nazionalismo a sfruttare fino in
fondo cosa restava delle risorse francesi. E Mussolini, subito ne approfittò,
vigliaccamente.
Che
c’entra tutto questo con la situazione
italiana di oggi? C’entra, c'entra, perché il
nazionalismo demagogico del governo giallo-verde, anzi del Fronte Popolare Gialloverde, ricorda nei toni e nei
contenuti quello del Fronte Popolare francese, che portò alla disfatta totale e al completo disfacimento di un’economia, un tempo brillante.
Pertanto,
inutile meravigliarsi della reazione
negativa dei mercati e, innanzitutto, delle istituzioni economiche internazionali, dunque, di
Moody’s. Le agenzie di rating sembrano invece essere le
uniche entità capaci di ragionare. O se si preferisce di avvisare per tempo,
prima che sia troppo tardi. Detto in soldoni: sono avvertimenti a fin di bene.
Negli
anni Trenta, il mondo occidentale era
diviso, fratture che avrebbero portato a una tremenda guerra mondiale. Oggi - almeno fino all’arrivo Trump - il libero commercio unisce addirittura Oriente
e Occidente. Perché rifiutarsi di capire che ogni passo contrario all’unificazione
economica mondiale, rischia di riportarci agli anni Trenta del Novecento? Verso
rovinose guerre economiche e politiche...
Il
ruolo della agenzie come Moody’s, al di là
delle questioni strettamente tecniche, è quello di ricordare ai popoli - ripetiamo, per tempo - come regole comuni capaci di garantire bilanci in ordine, favoriscano, non solo buoni fondamentali economici, ma l’unione dei popoli, persino
morale, attraverso il libero scambio, veicolo di pace e benessere.
Semplificando:
Moody’s, declassandoci, ci dice che siamo sulla strada sbagliata: che ogni
Euro sottratto al libero scambio è un Euro in meno di libertà. E gli anni Trenta sono lì a ricordarlo.
Carlo Gambescia