sabato 20 ottobre 2018

Moody’s  declassa l’ Italia
Dal Fronte Popolare al Fronte Gialloverde



Inevitabile. Moody’s ha declassato l’Italia. In qualche misura,  si tratta di un  avvertimento che dovremmo tenere in grande considerazione.   
Un passo indietro.  Quando nel 1936  in Francia vinse il Fronte Popolare,  un’economia già claudicante a causa degli effetti delle crisi mondiale, aggravati dai protezionismo,   ricevette il colpo di grazia, capitali in fuga e  borsa a picco. A causa, ovviamente di una serie di provvedimenti demagogici. L’economia francese,  morì,  vittima di una tremenda ventata di protezionismo e inflazionismo.  Si sarebbe ripresa dal colpo  solo negli anni Sessanta. 
All’epoca  l’Europa era divisa,  non esistevano istituzioni economiche internazionali realmente condivise,  né il ruolo delle agenzie di rating  era giustamente decisivo come oggi: nessuno  avvertiva per tempo gli stati, che la demagogia implica costi politici altissimi.  Insomma,  si procedeva in ordine sparso. E con il coltello fra i denti (se ci si passa l'espressione).  
Eppure l’autarchia, non salvò la Francia. La Germania nazista ne fece un solo boccone la spezzò in due, geopoliticamente, puntando  come ogni nazionalismo a sfruttare fino in fondo cosa restava delle risorse francesi. E Mussolini, subito ne approfittò, vigliaccamente.  
Che c’entra tutto questo  con la situazione italiana di oggi?  C’entra,  c'entra,  perché il nazionalismo demagogico del governo giallo-verde, anzi del Fronte Popolare Gialloverde, ricorda nei toni e nei contenuti quello del Fronte Popolare francese,  che portò alla disfatta totale e al completo disfacimento di un’economia,  un tempo brillante.
Pertanto,  inutile meravigliarsi della reazione negativa dei mercati e, innanzitutto, delle istituzioni economiche internazionali,  dunque, di Moody’s.  Le agenzie di rating  sembrano invece essere le uniche entità capaci di ragionare. O se si preferisce di avvisare per tempo, prima che sia troppo tardi. Detto in soldoni: sono avvertimenti a fin di bene.    
Negli anni Trenta, il mondo occidentale  era diviso, fratture che avrebbero portato a una tremenda guerra mondiale. Oggi -  almeno fino all’arrivo Trump -  il libero commercio unisce addirittura Oriente e Occidente. Perché rifiutarsi di   capire che ogni passo contrario all’unificazione economica mondiale, rischia di riportarci agli anni Trenta del Novecento? Verso rovinose guerre  economiche e politiche...   
Il ruolo della  agenzie come Moody’s,  al di là delle questioni strettamente tecniche,  è quello di ricordare ai popoli  - ripetiamo,  per tempo -   come  regole comuni capaci di garantire bilanci in ordine,  favoriscano,  non solo buoni fondamentali economici, ma l’unione dei popoli, persino morale,  attraverso il libero scambio, veicolo di pace e benessere.
Semplificando:  Moody’s, declassandoci,  ci dice che siamo sulla strada sbagliata: che ogni Euro sottratto  al libero scambio è  un Euro in  meno di libertà.  E gli anni Trenta sono lì a ricordarlo.

Carlo Gambescia