Sbarchi
Salvini si fermi prima che sia troppo tardi…
Abbiamo fatto un sogno. Che Salvini invece di rilanciare, atteggiarsi a fascista e difensore
del sacro suolo, all’improvviso
decide di accogliere, senza se e senza ma, chi
rischia di affogare nel Mediterraneo
pur di scappare dalla guerra e dalla fame.
Certo, è un sogno. Salvini è ormai conosciuto (e purtroppo apprezzato) come il primo esponente di una destra con la bava alla bocca dagli inquietanti risvolti antropologici. Però, sognare tutto questo non significa avere il cuore tenero. Si
chiama realismo politico. E consiste in
questo: se non si può sconfiggere il nemico, se non tradendo qualsiasi
principio di umanità (tradimenti che poi finiscono nei libri di storia e
bruciano anime e cervelli), lo si deve anticipare, fare nostre, magari modificando
qui e là, le sue idee.
Al
punto in cui siamo, il braccio di ferro di
Salvini con le navi Ong, che di
giorno in giorno sembra salire di livello,
rischia veramente di essere controproducente per l’immagine dell’Italia,
ridotta a una specie di succursale del Terzo Reich, e soprattutto per l’acceso clima da guerra intestina che
pare ormai regnare tra gli italiani.
Bismarck,
che era un conservatore a tutto tondo, capì che era inutile contrastare il
movimento operaio con misure
militari di emergenza, e così preferì togliere il terreno (di scontro) sociale da sotto i piedi dei rivoluzionari, introducendo una legislazione sociale modello. La
Germania decollò.
Giolitti, liberale, ma non rivoluzionario, capì al volo che con i cannoni di Bava Beccaris puntati contro gli operai non si andava da nessuna parte, e favorì misure sociali, rappresentanze sindacali, riforme economiche. L’Italia decollò.
Dietro Bismarck e Giolitti si ergeva una visione unitaria della Germania e dell’Italia. E non una destra divisiva con la bava alla bocca. Tutti e due avevano capito benissimo che sulle fratture ideologiche e le divisioni politico-sociali non si poteva costruire nulla. Anzi, che mettendosi su quella strada, ci si incamminava verso guerre civili e rivoluzioni. Aurea regoletta che vale tuttora.
In Italia, a fare il primo passo, potrebbe essere proprio la destra, dando così una lezione di tolleranza, democrazia e libertà, a una sinistra, che sembra non voler mollare la presa, anche perché aggredita su valori di tolleranza e umanità che sono patrimonio di tutti. Di qui, il suo sentirsi giustamente dalla parte della ragione. Quindi difficilmente farà un passo indietro.
In politica, si vince captando, magari con qualche correzione, le ragioni dell’avversario. Incaponirsi su una linea sbagliata e controproducente può essere nocivo, per dirla tutta, anche dal punto di vista della conservazione del potere. Salvini, mutando linea forse perderebbe qualche voto, ma potrebbe guadagnarne molti altri, favorendo la nascita di una nuova immagine di sé come saggio statista. Ne guadagnerebbero lui e l’Italia, meno pericolosamente divisa, nonché quei poveretti che rischiano di affogare nel Mediterraneo. E infine, a vincere sarebbe la bellezza del mondo. Perché tendere la mano a chi sta per annegare è parte integrante di quella bellezza.
Salvini si fermi prima che sia troppo tardi. Lasci che il nostro sogno divenga realtà...
Carlo Gambescia