martedì 30 luglio 2019

Riflessioni
L’importanza delle regole




Nel film La meglio gioventù, (2003),  film post-comunista comunque interessante,  uno dei protagonisti,  Matteo Carati, il bravissimo Alessio Boni,  alla domanda del perché si è arruolato in polizia, risponde: “ Cerco delle regole”.  
Matteo Carati  si suicida,  una morte  che suona come un atto di accusa  verso  istituzioni  che applicano  le  regole in modo contrastante e  rapsodico.  Proprio come quei carabinieri che  nell’interrogatorio di un indagato,  il giovane americano imputato dell’omicidio di un collega,   hanno violato  più di una regola… 

Matteo Carati è una  figura cinematografica,  ma il rigore del personaggio  ha valore reale ed esemplare.
Si pensi alla inquietante reazione di  molti commentatori, soprattutto a destra,  che hanno parlato di  cattivo addestramento a proposito del carabiniere, presente all’interrogatorio,  che si presume abbia  passato la  foto del ragazzo bendato ai giornali.
Perché un bravo carabiniere, prima di essere tale,  non è  un cittadino?  Che magari si è arruolato perché “cerca delle regole” nell’Arma,  proprio come Matteo  Carati?  E che  non trovandole, sdegnato,  invece di suicidarsi, si rivolge  ai  giornali?  Deve essere per forza un traditore e un venduto?  E poi,  comunque sia,  ciò che conta è che la verità sia venuta a galla.
Certa destra,  quando pensa  ad alta voce, spesso in fretta quindi stupidamente,   ricorda i ragionamenti dei generali  argentini, e dei loro sgherri.   Che  obbligavano, pena la prigione se non peggio,  i piloti degli aerei della morte, piloti messi a disposizione dall’aeronautica, a tacere su ciò che stava accadendo, appellandosi a un  frainteso  amor di patria.   

Alcuni  piloti  disubbidirono e parlarono.  E grazie al loro coraggio quella pagina vergognosa oggi è nei libri di storia. Proprio per ricordare l’importanze delle regole. 
Un altro aspetto inquietante  della destra con la bava alla bocca  è l’accusa,  rivolta  a chiunque provi a contestare  il comportamento dei carabinieri,   di sminuire  la figura della vittima, il vice brigadiere Cerciello Rega. 
Che dire?  Siamo davanti al  fallace  argumentum ad hominem: chiunque osi  criticare le forze dell’ordine viene subito bollato come anarchico insurrezionalista. E quindi diviene, lì per lì,  non credibile.
Si tratta dello stesso pseudo-ragionamento dei generali argentini verso i piloti  che “tradivano”… Evidentemente, per certa destra  Videla resta un ottimo esempio di grandi capacità di comando (sorvolando, ovviamente, sulla disastrosa  gestione della  guerra per le  Falkland…).  
A proposito, che cosa sono queste famose  regole? In Occidente, in particolare nell’Europa continentale, rispondono al nome di stato di diritto,  un’istituzione  rivolta  a tutelare, tramite la legge, i cittadini dagli abusi dei pubblici poteri. Ci sono, ad esempio,  “regole” che impediscono alle forze dell’ordine di mettere in atto    comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo e del cittadino  che vanno, per l’appunto,    dal  bendare o imbavagliare gli indagati al  gettarli  in volo  da diecimila  metri.
Qualcuno potrebbe pensare  che un  conto è  bendare  un ragazzo,  un altro spingerlo giù da un aereo.  No, sono “regole”  Forma. E nello stato di diritto, la forma è sostanza. 
Mai dimenticarlo. In particolare,  chiunque indossi un uniforme           

Carlo Gambescia