Riflessioni
L’importanza delle regole
Nel
film La meglio gioventù, (2003), film post-comunista comunque interessante, uno dei protagonisti, Matteo Carati, il bravissimo Alessio
Boni, alla domanda del perché si è
arruolato in polizia, risponde: “ Cerco delle regole”.
Matteo
Carati si suicida, una morte
che suona come un atto di accusa
verso istituzioni che applicano
le
regole in modo contrastante e rapsodico. Proprio come quei carabinieri che nell’interrogatorio di un indagato, il giovane americano imputato dell’omicidio
di un collega, hanno violato più di una regola…
Matteo
Carati è una figura cinematografica, ma
il rigore del personaggio ha valore
reale ed esemplare.
Si
pensi alla inquietante reazione di molti
commentatori, soprattutto a destra, che
hanno parlato di cattivo addestramento a
proposito del carabiniere, presente all’interrogatorio, che si presume abbia passato la foto del ragazzo bendato ai giornali.
Perché
un bravo carabiniere, prima di essere tale,
non è un cittadino? Che magari si è arruolato perché “cerca
delle regole” nell’Arma, proprio come
Matteo Carati? E che non trovandole, sdegnato, invece di suicidarsi, si rivolge ai giornali? Deve essere per forza un
traditore e un venduto? E poi, comunque sia,
ciò che conta è che la verità sia venuta a galla.
Certa
destra, quando pensa ad alta voce, spesso in fretta quindi
stupidamente, ricorda i ragionamenti
dei generali argentini, e dei loro
sgherri. Che obbligavano, pena la prigione se non peggio, i piloti degli aerei della morte, piloti messi a
disposizione dall’aeronautica, a tacere
su ciò che stava accadendo, appellandosi a un frainteso amor di patria.
Alcuni piloti disubbidirono e parlarono. E grazie al loro coraggio quella pagina vergognosa oggi è nei libri di
storia. Proprio per ricordare l’importanze delle regole.
Un
altro aspetto inquietante della destra
con la bava alla bocca è l’accusa, rivolta a chiunque provi a contestare il comportamento
dei carabinieri, di sminuire
la figura della vittima, il vice brigadiere Cerciello Rega.
Che dire? Siamo davanti al fallace argumentum
ad hominem: chiunque osi criticare
le forze dell’ordine viene subito bollato come anarchico insurrezionalista. E quindi diviene, lì per lì, non credibile.
Si tratta dello stesso pseudo-ragionamento dei generali argentini verso i piloti che “tradivano”… Evidentemente, per certa destra Videla resta un ottimo esempio di grandi capacità di comando (sorvolando, ovviamente, sulla disastrosa gestione della guerra per le Falkland…).
Si tratta dello stesso pseudo-ragionamento dei generali argentini verso i piloti che “tradivano”… Evidentemente, per certa destra Videla resta un ottimo esempio di grandi capacità di comando (sorvolando, ovviamente, sulla disastrosa gestione della guerra per le Falkland…).
A
proposito, che cosa sono queste
famose regole? In Occidente, in
particolare nell’Europa continentale, rispondono al nome di stato di
diritto, un’istituzione rivolta
a tutelare, tramite la legge, i cittadini dagli abusi dei pubblici
poteri. Ci sono, ad esempio, “regole”
che impediscono alle forze dell’ordine di mettere in atto comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo e
del cittadino che vanno, per l’appunto, dal
bendare o imbavagliare gli indagati al
gettarli in volo da diecimila metri.
Qualcuno
potrebbe pensare che un conto è
bendare un ragazzo, un altro
spingerlo giù da un aereo. No, sono
“regole” Forma. E nello stato di diritto,
la forma è sostanza.
Mai
dimenticarlo. In particolare, chiunque indossi un uniforme
Carlo Gambescia