Immigrazione, il Fact Checking Ispi
Le allucinazioni sovraniste
Il
Fact Checking Ispi (1) fa capire chiaramente come il clima politico
italiano a proposito degli immigrati ricordi la caccia alle streghe… Si dà la caccia a qualcosa che non esiste, se
non nella mente degli inquisitori.
Infatti,
tutti i dati confermano una situazione
lontanissima dall’emergenza, se non per
i ritardi burocratici italiani nel vagliare le domande di asilo.
Quanto
alle Ong
si prova chiaramente che non
esiste alcuna correlazione tra le attività di soccorso e gli sbarchi sulle
coste italiane.
Dalle
analisi Ispi emerge invece la necessità di un maggior coordinamento
europeo sia nell’ambito della sorveglianza, sia in quello dell’accoglienza, che
ovviamente, non può essere affrontato in termini di insulti e di politiche
muscolari con l'Ue. Inoltre, sempre secondo l'Ispi, risultano puramente demagogiche, perché economicamente insulse, le politiche dell' “Aiutiamoli, ma a casa a loro”. Dal momento che esiste una correlazione positiva tra l’aumento del Pil e il tasso di immigrazione. E non nel senso in cui comunemente si crede. Ci spieghiamo meglio.
Fino a una certa soglia il tasso di immigrazione aumenta quanto il reddito, per poi fermarsi. Ma prima che si giunga a saturazione occorrono decenni. Perciò immettere soldi nel circuito sviluppista " a casa loro" non paga subito, anzi, nell'immediato, continua a favorire l'immigrazione. Per affrettare i tempi, servirebbero investimenti colossali, fuori portata. Fermo restando, ripetiamo, che fino a un certa soglia, non proprio ridotta, l'immigrazione continuerebbe a crescere. E di conseguenza non sarebbe facile giustificare l'insuccesso delle politiche dell'aiuto "a casa loro". Insomma, di far ragionare una pubblica opinione sovranista, incattivita e favorevole all'opzione autarchica, da zoccolo duro elettorale, del non aiutare il "fuori razza", dovunque sia.
Fino a una certa soglia il tasso di immigrazione aumenta quanto il reddito, per poi fermarsi. Ma prima che si giunga a saturazione occorrono decenni. Perciò immettere soldi nel circuito sviluppista " a casa loro" non paga subito, anzi, nell'immediato, continua a favorire l'immigrazione. Per affrettare i tempi, servirebbero investimenti colossali, fuori portata. Fermo restando, ripetiamo, che fino a un certa soglia, non proprio ridotta, l'immigrazione continuerebbe a crescere. E di conseguenza non sarebbe facile giustificare l'insuccesso delle politiche dell'aiuto "a casa loro". Insomma, di far ragionare una pubblica opinione sovranista, incattivita e favorevole all'opzione autarchica, da zoccolo duro elettorale, del non aiutare il "fuori razza", dovunque sia.
Ma lasciamo la parola agli esperti:
[Si parla] infatti di “gobba migratoria”: man mano che il PIL pro capite di un
paese povero aumenta, il tasso di emigrazione
dei suoi abitanti cresce, toccando un massimo nel momento in cui il paese
raggiunge un reddito medio pro capite di circa 5.000 dollari annui (a parità di
potere d’acquisto - PPA). Solo una volta superato quel livello di
reddito, il tasso di emigrazione torna a scendere. [Ad esempio] nel 2016 i paesi dell’Africa
subsahariana avevano un reddito pro capite medio inferiore a 3.500 dollari
annui PPA e,
nonostante quest’ultimo sia cresciuto del 38% tra il 2003 e il 2014, negli
ultimi anni questa crescita si è interrotta e rischia addirittura di
invertirsi. I paesi dell’Africa subsahariana si trovano quindi ancora a
un livello di sviluppo
economico coerente con un tasso di emigrazione in crescita, ed è
difficile immaginare che riusciranno a raggiungere (e superare) la “gobba” dei
5.000 dollari pro capite PPA nel futuro più prossimo (2)
Pertanto prima di evocare l’importanza dello scavare
ridicole buche nella sabbia, microfinanziate dall'Italia, i
sovranisti dovrebbero documentarsi.
Il vero problema allora, non è tanto arginare in modo
definitivo i processi migratori, chiudendosi in casa e buttando via le chiavi,
quanto sviluppare forme altamente efficienti di
accoglienza, selezione e riqualificazione dell’immigrazione
economica. Quel che invece va
assolutamente respinto, perché contrario a ogni più elementare principio di
umanità è lo sbattere la porta in faccia alle richieste di
asilo politico e di aiuto umanitario in mare. Una scelta disumana e scellerata che va contro
le basi ideali della
civiltà euro-occidentale. Pensiamo
allo spirito del 1945, spirito che animò la vittoria della liberal-democrazia europea contro il totalitarismo
nazi-fascista.
Se le cose stanno così, allora
il vero problema è rappresentato
dalla psicosi collettiva da caccia alle
streghe creata artatamente da Matteo Salvini e dal cosiddetto universo sovranista. Una vergognosa Salem scatenata dalla destra razzista che, tra l'altro, provoca risposte uguali e contrarie. Una caccia alle streghe capace solo di incrudelire gli animi, di tutti, da destra a sinistra passando perfino per il centro. Un tragico gioco al rialzo da decadente e indecente democrazia emotiva.
Certo, il termine psicosi può essere giudicato eccessivo, perché rinvia all’universo patologico dei disturbi del pensiero, come i
deliri e le allucinazioni. Però di questo si tratta. Pensiamo a una questione che rimanda alle fragilità storiche e psichiche di un’Italia collettiva - mai dimenticarlo - che ha
il triste primato di aver inventato il fascismo. Al
fondo di tutto c’è una questione di :antropologia sociale: quella della credulità storica degli italiani, popolo, come pare, sempre
pronto a sconfinare verso i torbidi territori del fantasmatico e del mostruoso.
E purtroppo, non c’è molto da fare contro
il primato dell’irrazionale, evocato da una propaganda
razzista che vede tornare a galla i
relitti della peggiore mitologia
fascista, a cominciare dalle Leggi razziali. Davanti
a certi stereotipi che evocano e grondano sangue come “Prima gli Italiani” cadono
le braccia. Veramente.
Sembra che nessuno più ricordi la virulenza nazionalista della
propaganda fascista, sempre pronta a criminalizzare gli avversari. Una retorica dell'intransigenza che un
personaggio come Salvini non
manca di riprendere e spargere
come veleno. Qualche esempio:
I respingimenti sono l'unica via per salvare vite, e per evitare una invasione dei
nostri territori che non porterà nulla di buono.
Mentre c’è chi ha in testa solo i diritti dei
clandestini, io metto al primo posto i terremotati italiani.
Quanto dà fastidio alla vecchia politica e ai vecchi potenti che ci sia un governo nuovo, che
finalmente si interessa degli Italiani e non dei
poteri forti?
Io sono accusato di cattivismo, razzismo, fascismo,
ma voglio bloccare il traffico
degli scafisti. Mi pare solo buonsenso! (3)
Come uscirne? Come far capire
a chi non vuole ascoltare la voce della ragione, la gravità di certe odiose e irreali evocazioni
populiste, razziste e complottiste? In psichiatria le allucinazioni si curano con i farmaci. In politica non è possibile. Anche se i totalitarismi imprigionavano gli oppositori nei manicomi. Ma si può chiudere un intero popolo in manicomio? La cura sarebbe peggiore del male.
Che fare? Probabilmente, e lo diciamo con la morte nel cuore, ci stiamo inerpicando, con incoscienza antica, forse atavica, verso i tortuosi sentieri di un’altra aspra lezione della storia.
Che poi però sarà dimenticata, eccetera, eccetera.
Carlo Gambescia
(2) Ibid.