sabato 13 luglio 2019

Immigrazione, il Fact Checking Ispi
Le allucinazioni sovraniste





Il Fact Checking Ispi (1)  fa capire chiaramente come il clima  politico  italiano a proposito degli immigrati ricordi la caccia alle streghe…  Si dà la caccia a qualcosa che non esiste, se non nella mente degli inquisitori.
Infatti, tutti i dati confermano  una situazione lontanissima dall’emergenza, se non per  i ritardi burocratici italiani nel vagliare le domande di asilo.
Quanto alle  Ong  si prova chiaramente  che non esiste alcuna correlazione tra le attività di soccorso e gli sbarchi sulle coste italiane. 
Dalle analisi Ispi  emerge invece  la necessità di un maggior coordinamento europeo sia nell’ambito della sorveglianza, sia in quello dell’accoglienza, che ovviamente, non può essere affrontato in termini di insulti e di politiche muscolari con l'Ue. Inoltre, sempre secondo l'Ispi, risultano puramente demagogiche, perché economicamente insulse, le politiche dell'  “Aiutiamoli, ma a casa a loro”.  Dal momento che  esiste una correlazione positiva  tra l’aumento del  Pil e il tasso di immigrazione. E non nel senso in cui comunemente si crede. Ci spieghiamo meglio.
Fino a una certa soglia  il tasso di immigrazione aumenta quanto il reddito, per poi fermarsi. Ma prima che si giunga a saturazione occorrono decenni. Perciò  immettere soldi nel circuito sviluppista " a casa loro"  non paga subito, anzi, nell'immediato,  continua a favorire l'immigrazione. Per affrettare i tempi,  servirebbero  investimenti colossali, fuori portata.  Fermo restando, ripetiamo, che fino a un certa soglia, non proprio ridotta,   l'immigrazione continuerebbe a crescere. E di conseguenza  non sarebbe facile giustificare  l'insuccesso delle  politiche dell'aiuto "a casa loro". Insomma,  di far ragionare  una  pubblica opinione sovranista, incattivita e  favorevole  all'opzione autarchica, da  zoccolo duro elettorale,  del non aiutare il  "fuori razza",  dovunque sia. 
Ma lasciamo la parola agli esperti: 

[Si parla]  infatti di  “gobba migratoria”: man mano che il PIL pro capite di un paese povero aumenta, il tasso di emigrazione dei suoi abitanti cresce, toccando un massimo nel momento in cui il paese raggiunge un reddito medio pro capite di circa 5.000 dollari annui (a parità di potere d’acquisto - PPA).  Solo una volta superato quel livello di reddito, il tasso di emigrazione torna a scendere. [Ad esempio] nel 2016 i paesi dell’Africa subsahariana avevano un reddito pro capite medio inferiore a 3.500 dollari annui PPA e, nonostante quest’ultimo sia cresciuto del 38% tra il 2003 e il 2014, negli ultimi anni questa crescita si è interrotta e rischia addirittura di invertirsi.  I paesi dell’Africa subsahariana si trovano quindi ancora a un livello di sviluppo economico coerente con un tasso di emigrazione in crescita, ed è difficile immaginare che riusciranno a raggiungere (e superare) la “gobba” dei 5.000 dollari pro capite PPA nel futuro più prossimo (2)

Pertanto prima di evocare l’importanza dello  scavare ridicole buche nella sabbia, microfinanziate dall'Italia,   i  sovranisti dovrebbero  documentarsi. 

Il vero problema allora, non è tanto arginare in modo definitivo  i processi migratori, chiudendosi in casa e buttando via le chiavi, quanto sviluppare forme altamente efficienti di  accoglienza, selezione e riqualificazione dell’immigrazione economica.  Quel che invece va assolutamente respinto, perché contrario a ogni più elementare principio di umanità   è  lo  sbattere la porta in faccia alle richieste di asilo politico e di aiuto umanitario in mare.  Una scelta disumana e scellerata che  va contro  le  basi ideali  della  civiltà euro-occidentale. Pensiamo  allo   spirito  del 1945, spirito  che animò  la vittoria della liberal-democrazia  europea contro il totalitarismo nazi-fascista.   
Se le cose stanno così,  allora il vero  problema  è  rappresentato dalla psicosi collettiva  da caccia alle streghe  creata artatamente  da Matteo Salvini e dal cosiddetto  universo sovranista. Una vergognosa  Salem scatenata dalla destra razzista  che, tra l'altro,  provoca risposte uguali e contrarie. Una caccia alle streghe capace  solo di incrudelire gli animi, di tutti, da destra a sinistra passando perfino per il centro. Un  tragico gioco al rialzo da decadente e indecente democrazia emotiva.  
Certo, il termine psicosi può essere giudicato eccessivo,  perché rinvia all’universo patologico dei disturbi del pensiero, come i deliri e le allucinazioni. Però  di questo  si tratta. Pensiamo a  una questione che  rimanda alle fragilità storiche e psichiche  di un’Italia collettiva -  mai dimenticarlo -  che  ha il triste primato di aver inventato il fascismo.   Al fondo di tutto c’è una questione di :antropologia sociale:  quella della  credulità storica degli italiani,   popolo, come pare,  sempre pronto a sconfinare verso i torbidi  territori del  fantasmatico  e  del   mostruoso.     
E purtroppo, non c’è molto da fare  contro  il primato dell’irrazionale,   evocato da una  propaganda razzista  che vede tornare a galla i  relitti   della peggiore mitologia  fascista, a cominciare dalle  Leggi razziali.   Davanti a certi stereotipi  che evocano e  grondano  sangue come “Prima gli Italiani” cadono le braccia. Veramente.  

Sembra che nessuno più ricordi la virulenza nazionalista della propaganda fascista, sempre pronta a criminalizzare gli avversari.  Una retorica dell'intransigenza  che un  personaggio  come  Salvini  non  manca di riprendere e  spargere come veleno. Qualche esempio:

I respingimenti sono l'unica via per salvare vite, e per evitare una invasione dei nostri territori che non porterà nulla di buono. 

Mentre c’è chi ha in testa solo i diritti dei clandestini, io metto al primo posto i terremotati italiani.

Quanto dà fastidio alla vecchia politica e ai vecchi potenti che ci sia un governo nuovo, che finalmente si interessa degli Italiani e non dei poteri forti? 

Io sono accusato di cattivismo, razzismo, fascismo, ma voglio bloccare il traffico degli scafisti. Mi pare solo buonsenso!   (3)


Come uscirne?  Come  far capire  a chi  non vuole  ascoltare la voce della ragione,  la gravità di certe odiose e irreali evocazioni populiste,  razziste e complottiste?  In psichiatria  le allucinazioni si curano con i farmaci.  In politica non è possibile.  Anche se i totalitarismi imprigionavano gli oppositori nei manicomi. Ma si può chiudere  un intero popolo in manicomio?  La cura sarebbe peggiore del male. 
Che fare?  Probabilmente, e lo diciamo con la morte  nel cuore, ci stiamo inerpicando, con incoscienza antica,  forse atavica,  verso i tortuosi sentieri di  un’altra aspra lezione della storia.   
Che poi  però sarà dimenticata, eccetera, eccetera.                


Carlo Gambescia       
                                 

(2)  Ibid.