Governo Pd-M5s
Perché no?
In sé le cicliche chiacchiere sui complicati
rapporti tra Lega e Movimento Cinque stelle non sono molto interessanti.
Però da una rottura, qualora si verificasse, potrebbero aprirsi prospettive interessanti
per portare fuori l’Italia dalla palude populista e dalla melma fascistoide del "né destra né sinistra", tornato tristemente di moda. E
soprattutto per uscire dall’isolamento internazionale, con sponda filo-russa, in cui ci troviamo.
Va
subito notato che la comune impostazione politica populista, interna al governo
giallo-verde, trova il suo punto di maggior contrasto nella questione
immigrati.
La posizione di Luigi Di
Maio, per non parlare di figure molto seguite come Di Battista e Fico, è più vicina alle tesi
umanitarie di Zingaretti che alle posizioni razziste di Salvini. Quindi la questione immigrati potrebbe
rappresentare, in caso di crisi di governo,
il trait d’union politico, di alto profilo per l'elettore medio di sinistra, per giungere a un’alleanza di fine
legislatura tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. Va anche sottolineato che su tutto il resto (dalle autonomie alla riforma fiscale e alle ricette
economiche, più o meno interventiste) le rispettive posizioni non sono poi così
lontane. Resterebbe invece il nodo Ue. Benché il voto pentastellato in favore di Sassoli adombri un
inizio di evoluzione nella direzione di un atteggiamento più soft verso l’Europa.
Qualche conto. In Parlamento, la maggioranza necessaria è di 316. Il M5s enumera 216 eletti, il Pd 111. Insieme arriverebbe a quota 327. Maggioranza, se non solida, potabile...
Al Senato la
maggioranza necessaria è di 161. Il M5s ha 106 eletti, il Pd 52. Insieme
giungerebbero a 158 voti. Ne mancherebbero tre. Voti che però si possono
trovare...Qualche conto. In Parlamento, la maggioranza necessaria è di 316. Il M5s enumera 216 eletti, il Pd 111. Insieme arriverebbe a quota 327. Maggioranza, se non solida, potabile...
Il vero ostacolo alla nascita di un governo
Pd-M5s, tra l'altro non sgradito al Presidente Mattarella, è rappresentato
dall’ atteggiamento dei renziani, che potrebbero far mancare i voti
necessari, come si intuisce da alcune dichiarazioni. Renzi invece di chiudersi in difesa, dovrebbe riflettere sul futuro dell'Italia. E sulla necessità di
recuperare il M5s puntando sulla anima di sinistra del movimento pentastellato, che può piacere o meno,
ma che è necessaria alla stabilizzazione del quadro politico. E dunque
all'Italia.
Renzi, metta da parte l'idea di un micro-partito di
centro-sinistra con pochi elettori, dimentichi gli insulti pentastellati,
spesso volgari e ingiustificati, e punti sulla possibilità
ricompositiva del quadro politico italiano in una destra e in una sinistra
normali, o quasi. Ma anche sulla possibilità di
riunificazione politica del Pd intorno a un programma riformista ed
europeista, all'inizio più spostato a sinistra, ma che nel tempo si potrà riequilibrare.
Il suo - di Renzi - può diventare un atto di realismo politico, che in futuro potrebbe favorirne la “reconquista” del Partito democratico. E nell’immediato potrebbe rafforzare la sua capacità di condizionare Zingaretti, ma all’interno del partito e nel quadro di un’alleanza Pd-M5s, dove il Pd potrebbe svolgere il ruolo del Pigmalione politico verso i modi rozzi e l’incultura economica pentastellate. Una vera sfida, insomma.
Il suo - di Renzi - può diventare un atto di realismo politico, che in futuro potrebbe favorirne la “reconquista” del Partito democratico. E nell’immediato potrebbe rafforzare la sua capacità di condizionare Zingaretti, ma all’interno del partito e nel quadro di un’alleanza Pd-M5s, dove il Pd potrebbe svolgere il ruolo del Pigmalione politico verso i modi rozzi e l’incultura economica pentastellate. Una vera sfida, insomma.
In politica - è bene che Renzi lo ricordi - come nel calcio, restare
in panchina è perfettamente
inutile. Bisogna giocare, sempre. E
al meglio, anche quando le condizioni sono difficili. I campioni, se veramente tali,
non si fermano mai: né davanti alla pioggia, né davanti a un avversario più forte.
Del resto è interesse comune del Pd come del M5s evitare, per ora,
le elezioni, perché l’unico a guadagnare sarebbe Salvini.
Che invece va logorato, prima al governo, come in qualche misura sta accadendo, e poi
all’opposizione, dove i suoi toni
estremisti, se sapientemente contrastati, anche con l’aiutino dei mass media e
della società civile, potrebbero
far mancare il consenso dei moderati. Ovviamente, non va esclusa
neppure la prospettiva che la radicalizzazione destra-sinistra possa far aumentare i voti di Salvini.
Si tratta in fondo di una scommessa politica. Che però rimanda alla fondamentale ricomposizione del quadro politico tra destra e sinistra: un bel passo avanti rispetto alla palude populista, razzista e fascistoide in cui siamo finiti. Le
sabbie mobili nelle quali l’Italia sta sprofondando.
Zingaretti e Renzi, Di
Maio e lo stato maggiore di Cinque Stelle
avranno la maturità di capire l’importanza della posta in gioco? Che si chiama bene dell'Italia?
Carlo Gambescia