mercoledì 22 maggio 2019

Un articolo di Ida Dominijanni
Lo stato di diritto secondo la sinistra



Sarebbe bello nutrire sulla situazione politica italiana  lo stesso ottimismo di Ida Dominjanni.   Beata lei.  Come fa ?  Pagando un prezzo che proprio liberale non è.  Perché   mette  insieme “stato di diritto”  e “pratiche di lotta” (*) .  Cioè il dritto  e il rovescio.  Sicché può  tornare a  guardare  al futuro con fiducia. Quasi come  Lenin  a Zurigo quando seppe che in Russia era iniziato il countdown per lo Zar.

Un esempio del Dominjanni-Pensiero?  La magistratura è indipendente, e dunque parte integrante dello stato di diritto, quando indaga Salvini, non lo è più quando indaga Mimmo Lucano.  Insomma, il famoso giudice a Berlino  va e viene  sulla scorta delle circostanze politiche, anzi ideologiche.  E qui, dal diritto, anzi dal dritto, si passa al rovescio: alle “pratiche di lotta”.  Ma esattamente cosa  intende,  Ida Dominjianni, con questo termine. Leggiamo.

Sono bastate due settimane di mobilitazione autorganizzata perché ciascuno di questi assunti andasse in frantumi. Riavvolgiamo il nastro dei luoghi e dei fatti: a Casal Bruciato il “popolo delle periferie” che si voleva compattamente sollevato contro una famiglia rom si è rivelato in larghissima parte solidale con quella famiglia e ostile a chi voleva cacciarla. A Catanzaro, dove è partita la “balconite” che ha poi contagiato tutta l’Italia, il “popolo del sud” ha dimostrato che non ci sarà nessuna annessione trionfale del Mezzogiorno al sovranismo nazional-secessionista della Lega. Alla Sapienza di Roma, e grazie alla mobilitazione degli studenti perfettamente orchestrata, l’incontro tra Mimmo Lucano e l’intera istituzione universitaria ha dimostrato che il rapporto tra “popolo” ed “élite” può assumere la forma di una salda alleanza politica e valoriale contro la barbarie di ritorno, e non quella della rivolta degli umori “di pancia” contro l’ipocrisia del “politicamente corretto” che ci è stata contrabbandata per mesi. E un messaggio analogo viene dalla mobilitazione in corso contro l’inaudita e inaccettabile sospensione dall’insegnamento di Rosa Maria Dell’Aria.

Classici mitemi conflittualistici di una sinistra immobile.   Ferma, come si dice, nel guado, a metà strada tra la disobbedienza civile, teorizzata da Toreau ( e fin qui…),  e l’auto-organizzazione propugnata  da Sorel (e qui non ci siamo…).  Il tutto però  mescolato al  messianesimo di derivazione marxiana e marxista,  con  uno  tocco  di leninismo, come vedremo. Che, non guasta mai, perché  aiuta a confidare nel colpo gobbo storico-politico.
Tradotto: puro romanticismo politico, nella migliore delle ipotesi; incunaboli di  guerra civile nella peggiore. Un pastiche ideologico che con lo stato di diritto e la tradizione liberale continentale che si fonda sulla legalità non c’entra nulla.  Forse Toreau  (a piccole dosi). Ma   Marx e  Sorel   con Kant e Humbold c’entrano  come i cavoli a merenda… Per non parlare  della tradizione delle "grandi costruzioni scientifiche", ben descritta dal De Ruggiero, dei Mohl, Gerber, Gneist, Jellineck, eccetera.  Ida  Dominjianni, dello stato diritto liberale ha un’idea contigua a quella di coloro  che dichiara di combattere. Ascoltiamola.
 Il populismo è figlio diretto di quel neoliberismo che è stato e purtroppo rimane la religione indiscussa della costruzione europea, e della distruzione sistematica che esso ha innescato sull’intelaiatura delle democrazie costituzionali. Il sovranismo è la risposta reazionaria all’incompiutezza della Ue, al suo deficit di legittimità democratica, alla sua incapacità di dare soluzioni efficaci a problemi epocali come quelli delle disuguaglianze, delle migrazioni, della precarizzazione sociale.
Sono tesi condivise  non solo dai movimenti populisti, ma da quelli neofascisti. La differenza tra Ida  Dominijanni e Forza Nuova   è nel culto messianico e salvifico delle  migrazioni. Per  i fascisti sono  invasori, per  i nostalgici di Marx,  esercito rivoluzionario di riserva.  Sul resto,  la ricetta per l'Italia è stessa: assistenzialismo, ossia, protezione contro obbedienza. Si tratta, ridotta all’osso,   dell’ opposizione ideale tra  Hobbes e  Locke, tra stato leviatano e stato liberale. Altro che stato di diritto…

Infine, non va dimenticato il tocco leninista. Che si avverte quando Ida Dominijanni, a proposito della mobilitazione studentesca “perfettamente orchestrata” in occasione dell’incontro alla Sapienza  con Mimmo Lucano, sottolinea  che  il   “rapporto tra ‘popolo’ ed ‘élite’ può assumere la forma di una salda alleanza politica e valoriale contro la barbarie di ritorno”.
D'accordissimo sulla "barbarie di ritorno". Ma l’uso dell’aria compressa rivoluzionaria, insomma della "barbarie" che si gonfia o sgonfia alla bisogna,  rimanda direttamente a Lenin, che voleva impiccare i borghesi russi con la corda dello stato diritto. 
Concludendo, tra  neofascisti e populisti a destra, che di liberale non hanno nulla,  e pseudo-difensori dello stato di diritto come Ida  Dominijanni a sinistra,  c’è poco da essere allegri.   

Carlo Gambescia            

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