martedì 14 maggio 2019

Kant, Constant, Facebook
e le fake news



Facebook ha chiuso alcune pagine di fake news.  Subito critici e oppositori delle misure hanno risposto invocando il diritto di mentire. La  questione  non è nuova. In argomento, esiste un aureo libretto, pubblicato anni fa da Passigli,  dove si  riprendono i testi della polemica  tra Kant e Constant sulla questione (*). 

Kant  ritiene che non esista alcun diritto di  mentire, neppure di fronte a un assassino, altrimenti verrebbe meno l’universalità del diritto e la conseguente difesa giuridica degli individui attraverso tale universalità. 
Constant, invece  sostiene che proprio  l’universalità del diritto, se spinta  fino all’eccesso dell’ astrazione, può rendere difficile la difesa giuridica degli individui.  Insomma, il primo (anche nella foto sotto), è per la  regola, il secondo è per l’eccezione.
Naturalmente abbiamo semplificato una discussione filosoficamente assai più complessa (dove interviene il concetto di dovere), anche perché al sociologo, questo grande semplificatore,  interessa, in primis, l’effetto di  ricaduta in termini di etica sociale delle differenti posizioni.  
Sotto tale  profilo,  Kant rinvia all’etica dei principi mentre Constant all’etica della responsabilità: il conflitto di fondo è tra l’etica dei fini e l’etica dei mezzi. In senso lato,  se si vuole, tra idealismo  e realismo politico. 
Ciò allora  significa, per sterzare sull’attualità, che Facebook  difende l' etica della responsabilità, mentre i critici l’etica dei principi?  Quale delle due etiche  può garantire meglio il libero scambio di opinioni?
Come si può intuire non è facile rispondere. Di regola, sempre sociologicamente parlando, l’etica dei principi viene evocata dai  conservatori come dai rivoluzionari.  La stessa cosa vale per l' etica della responsabilità. Quindi il criterio della causa politica non aiuta a dirimere la questione.   
Diciamo che l’etica dei principi  favorisce  la critica delle istituzioni vigenti,  perché il  criterio di verità che  le  innerva,  in qualche modo inferiore,  può  sempre  essere impugnato in nome di principi superiori, quindi finalistici. Che però non hanno ancora  riscontro nella realtà.  Di qui la possibilità di spaziare.  Mentre l’etica dei mezzi, con il suo continuo  richiamo al mondo reale, può  trasformarsi in strumento di conservazione sociale,  quindi in  fattore limitante sotto il profilo argomentativo e mitopoietico.
Insomma, i primi attaccano,  i secondi si difendono.  Però  per tornare al  punto, può anche accadere, ripetiamo,  che si menta sia per difendere l’ordine esistente, sia  per favorire l’avvento di un ordine non ancora esistente. Ovviamente, la difesa e l’offesa, attraverso la menzogna, sono strumenti che implicano  un giudizio di valore sull’ordine esistente.  Che rinvia, per fare un esempio concreto, alle  risposte da dare, spesso in fretta, alle domande della  polizia politica sul domicilio di presunti complici o persone che si conoscono. 
Nel caso specifico,  Constant  consiglierebbe di mentire, per salvare la vita degli individui-indagati, il bene supremo. Kant invece di dire sempre la verità per amore non verso determinati individui, come in Constant,  ma verso tutti gli individui, complici o meno,  il solo bene supremo. Come si può intuire sono in  gioco  due idee di bene supremo.   La prima incarnata dall'individuo, come prossimo-concreto, verso cui si hanno diritti-doveri (Constant), la seconda verso l'ordinamento, che riflette i diritti-doveri  di un prossimo-astratto (Kant).   
Di conseguenza, i provvedimenti presi da Facebook sono di tipo kantiano o constantiano? A prescindere dalla verità o falsità  dei contenuti delle pagine chiuse, l’approccio di Facebook alla verità rimanda a Constant.  Talvolta, è necessario mentire, anche sull' università del valore della verità, per salvare un sistema -  il prossimo-concreto  -   che si ritenga giusto. Pura etica della responsabilità. 

Ovviamente, coloro che non ritengono giusto il sistema, risponderanno con gli argomenti di Kant, per evidenziare la contraddizione tra il dire e il  fare, tra prossimo-concreto e prossimo-astratto. Evidenziano la natura iniqua del sistema. Pura etica dei principi.
Constant e Kant riflettono posizioni politiche comunque liberali.  Al di fuori di tale ottica, piaccia o meno, c’è solo la politica che usa la menzogna senza alcuna giustificazione o serrata  discussione di tipo etico-giuridico  Va però  detto che i sistematici della menzogna politica, di regola,  approfittano degli argomenti kantiani, per incunearsi e infierire, in nome di una provvisoria etica dei principi,  sulla volgare etica dei mezzi,  a loro avviso, dominante  nei sistemi liberali.
Consideriamo perciò cosa utile, soprattutto per il futuro,  prima di condannare le scelte di  Facebook, individuare quanto di realmente kantiano e liberale vi sia dietro  i diffusori di fake news…   

Carlo Gambescia

(*) I. Kant e B. Constant, Il diritto di mentire,  a cura di S. Mori Carmignani,  Passigli, Firenze 2008.