Kant,
Constant, Facebook
e le
fake news
Facebook
ha chiuso alcune pagine di fake
news. Subito critici e oppositori delle
misure hanno risposto invocando il diritto di mentire. La questione
non è nuova. In argomento, esiste un aureo libretto, pubblicato anni fa da Passigli, dove si riprendono i testi
della polemica tra Kant e Constant sulla
questione (*).
Kant ritiene che non esista alcun diritto di mentire, neppure di fronte a un assassino,
altrimenti verrebbe meno l’universalità del diritto e la conseguente difesa
giuridica degli individui attraverso
tale universalità.
Constant, invece
sostiene che proprio
l’universalità del diritto, se spinta
fino all’eccesso dell’ astrazione, può rendere difficile la difesa giuridica degli individui. Insomma, il primo (anche nella foto sotto), è per la regola, il secondo è per l’eccezione.
Naturalmente
abbiamo semplificato una discussione filosoficamente assai più complessa (dove
interviene il concetto di dovere), anche perché al sociologo, questo grande
semplificatore, interessa, in
primis, l’effetto di ricaduta in
termini di etica sociale delle differenti posizioni.
Sotto tale profilo, Kant rinvia all’etica
dei principi mentre Constant all’etica della responsabilità: il conflitto di fondo
è tra l’etica dei fini e l’etica dei mezzi. In senso lato, se si vuole, tra
idealismo e realismo politico.
Ciò allora significa, per sterzare sull’attualità, che Facebook difende l' etica della responsabilità,
mentre i critici l’etica dei
principi? Quale delle due etiche può garantire
meglio il libero scambio di opinioni?
Come
si può intuire non è facile rispondere. Di regola, sempre sociologicamente
parlando, l’etica dei principi viene evocata dai conservatori come dai rivoluzionari. La stessa cosa vale per l' etica della responsabilità. Quindi il criterio della causa politica non
aiuta a dirimere la questione.
Diciamo che l’etica dei principi favorisce la critica delle istituzioni vigenti, perché il
criterio di verità che le innerva, in qualche modo inferiore, può sempre essere impugnato in nome di principi superiori, quindi finalistici. Che però non
hanno ancora riscontro nella realtà. Di qui la possibilità di spaziare. Mentre l’etica dei mezzi, con il suo continuo richiamo
al mondo reale, può trasformarsi
in strumento di conservazione sociale, quindi in fattore limitante sotto il profilo argomentativo e mitopoietico.
Insomma, i primi attaccano, i secondi si difendono. Però per tornare al punto, può anche accadere, ripetiamo, che si menta sia per difendere l’ordine esistente, sia per favorire l’avvento di un ordine non ancora esistente. Ovviamente, la difesa e l’offesa, attraverso la menzogna, sono strumenti che implicano un giudizio di valore sull’ordine esistente. Che rinvia, per fare un esempio concreto, alle risposte da dare, spesso in fretta, alle domande della polizia politica sul domicilio di presunti complici o persone che si conoscono.
Insomma, i primi attaccano, i secondi si difendono. Però per tornare al punto, può anche accadere, ripetiamo, che si menta sia per difendere l’ordine esistente, sia per favorire l’avvento di un ordine non ancora esistente. Ovviamente, la difesa e l’offesa, attraverso la menzogna, sono strumenti che implicano un giudizio di valore sull’ordine esistente. Che rinvia, per fare un esempio concreto, alle risposte da dare, spesso in fretta, alle domande della polizia politica sul domicilio di presunti complici o persone che si conoscono.
Nel
caso specifico, Constant consiglierebbe di
mentire, per salvare la vita degli individui-indagati, il bene supremo. Kant invece di dire
sempre la verità per amore non verso determinati individui, come in Constant, ma verso tutti gli individui, complici o meno, il solo bene supremo. Come si può intuire sono in gioco due idee di bene supremo. La prima incarnata dall'individuo, come prossimo-concreto, verso cui si hanno diritti-doveri (Constant), la seconda verso l'ordinamento, che riflette i diritti-doveri di un prossimo-astratto (Kant).
Di
conseguenza, i provvedimenti presi da Facebook sono di tipo kantiano o constantiano? A
prescindere dalla verità o falsità dei
contenuti delle pagine chiuse, l’approccio di Facebook alla verità rimanda a
Constant. Talvolta, è necessario mentire, anche sull' università del valore
della verità, per salvare un sistema - il prossimo-concreto - che
si ritenga giusto. Pura etica della
responsabilità.
Ovviamente,
coloro che non ritengono giusto il sistema, risponderanno con gli argomenti di
Kant, per evidenziare la contraddizione tra il dire e il fare, tra prossimo-concreto e prossimo-astratto. Evidenziano la natura iniqua del
sistema. Pura etica dei principi.
Constant
e Kant riflettono posizioni politiche comunque liberali. Al di fuori di tale ottica, piaccia o meno, c’è solo la
politica che usa la menzogna senza alcuna giustificazione o serrata discussione di tipo etico-giuridico Va però
detto che i sistematici della menzogna politica, di regola, approfittano
degli argomenti kantiani, per incunearsi e infierire, in nome di una
provvisoria etica dei principi, sulla volgare etica dei mezzi, a loro avviso, dominante nei sistemi liberali.
Consideriamo perciò cosa utile, soprattutto per il futuro, prima di condannare le scelte di Facebook, individuare quanto di realmente kantiano e
liberale vi sia dietro i diffusori di
fake news…
Carlo Gambescia