I prezzi bassi e fissi della "Stampa"
Endorsement
per Cinque Stelle
Spesso nella storia tragico e comico si
intersecano. Oggi sulla prima pagina de “La Stampa ”,
giornale dalle tradizioni liberali,
si sottolinea la moderazione di Luigi Di Maio, leader di un partito notoriamente antiliberale. E per quale ragione? Perché ha dichiarato che "si
farà garante sui conti”.
“La Stampa ”, parla addirittura di "svolta" e di “spinta verso il centro”. Ciò significa, che in un'Italia, dove i lettori, non vanno oltre i titoli, siamo
davanti al più classico degli endorsement elettorali. E per il Movimento Cinque Stelle. Che, come si sa, da solo già governa benissimo Torino...
Si noti anche l’impaginazione, con la foto
della Merkel, la regina del buon senso politico, che fa il paio con le
dichiarazioni del buon Di Maio, nuovo reuccio della moderazione. Chissà, insieme in Europa? “La Stampa ”, come la Juventus , è abituata a
volare alto.
Insomma,
ci si illude che un partito di complottisti balzachiani, possa tramutarsi in forza moderata e liberale: nel
partito del Pil e dei bilanci in ordine. Il che è
tragico e comico insieme. Tragico per le conseguenza, comico per l'idea in sé.
Si
dirà che la politica si fa con quel che passa il convento. Giusto. Però
c’è realismo e realismo: quello di Churchill davanti a Hitler, e quello dei
liberali italiani davanti a Mussolini. Esiste insomma il discount del realismo. Sicché in Italia si abbocca alla storiella dei prezzi bassi e fissi stabiliti da Di Maio.
Di
conseguenza - ecco il ragionamento
politico de "La Stampa" - che fare se il Partito Democratico sterza a sinistra e
punta sul rilancio faraonico della spesa pubblica mentre la Lega evoca i fantasmi del protezionismo e
del razzismo? Presto detto. Ci si illude che l’unica
reale possibilità, dando per quasi morti
Berlusconi, Bonino e frattaglie varie, sia quella di
favorire la trasformazione dei
giargia descamisados di Cinque Stelle in impeccabili commercialisti imbruttiti, attenti, per ora, al solo fatturato...
In
effetti, e chi scrive se n'è accorto da
un pezzo, gli italiani, sono uno strano miscuglio di pessimismo e ottimismo: di tragico e comico.
A parte i pochi fidelizzati ideologicamente a destra come a
sinistra, tutti gli altri non vogliono mai sentir parlare di svolte autoritarie e naufragi economici. Si chiama politica dello struzzo. L’atteggiamento collettivo degli italiani, che emerge da sondaggi e inchieste, se ci si
passa il paragone, è quello del tizio
che mangia a crepapelle con il culto dello zio morto a 99 anni, vissuto mangiando più di lui. E che perciò quando viene
colto da infarto se la prende con la sfortuna. Dichiarandosi, una volta guarito, pronto a ricominciare. Come lo zio. A volte però, molti nipoti non fanno in tempo, perché ci
lasciano le penne.
L’italiano
medio - basta farsi un giro sui social
- crede che il buco populista in cui ci
siamo cacciati, in fondo sia tutto
un gioco e che la situazione sia
grave ma non seria. Nessuno sembra credere alla possibilità di un infarto economico e
politico…
Pertanto
hanno buon gioco giornali come “La
Stampa ”, che pure potrebbero usare la ragione, nel presentare il Movimento Cinque Stelle come
la prossima e annunciata
forza moderata, liberale e centrista. Il che ripetiamo è tragico e
comico insieme.
E
di conseguenza cosa accade? Che gli
italiani, una volta rassicurati, infilano di nuovo la testa nella sabbia. E si rimettono a mangiare e bere. A crepapelle. Tanto zio Italo è vissuto
fino a 99 anni, ti pare che…
Carlo Gambescia