venerdì 17 maggio 2019

I prezzi bassi e fissi della "Stampa"
Endorsement 
per Cinque Stelle


Spesso  nella storia  tragico e comico si intersecano. Oggi sulla prima pagina de “La Stampa”,  giornale dalle tradizioni liberali,  si sottolinea  la moderazione  di Luigi Di  Maio,   leader di un partito notoriamente antiliberale. E per quale ragione? Perché ha dichiarato che "si farà garante sui conti”.  
La Stampa”, parla addirittura di "svolta" e di “spinta verso il centro”. Ciò significa, che  in un'Italia, dove i  lettori, non vanno oltre i titoli,  siamo davanti al più classico degli  endorsement elettorali.  E per il Movimento Cinque Stelle. Che, come si sa,  da solo già governa benissimo Torino...    
Si noti anche l’impaginazione, con la foto della Merkel, la regina del buon senso politico,  che fa il paio  con  le dichiarazioni del buon Di Maio, nuovo reuccio  della moderazione.  Chissà, insieme in Europa? “La Stampa”, come la Juventus, è abituata a volare alto.      
Insomma, ci si illude che  un partito di complottisti balzachiani, possa tramutarsi in  forza moderata e liberale:  nel partito del Pil e dei bilanci in ordine.  Il che è   tragico e comico insieme. Tragico per le conseguenza, comico per l'idea in sé.
Si dirà che la politica si fa con quel che passa il convento. Giusto. Però c’è  realismo  e realismo: quello  di Churchill davanti a Hitler, e quello dei liberali italiani davanti a Mussolini.  Esiste insomma  il discount del realismo. Sicché in Italia si abbocca  alla storiella  dei prezzi bassi e fissi stabiliti da Di Maio.  
Di conseguenza  - ecco il ragionamento politico de "La Stampa"  -   che fare  se il Partito Democratico sterza a sinistra e punta sul rilancio faraonico della spesa pubblica mentre la Lega evoca i fantasmi del protezionismo e del  razzismo?  Presto detto.  Ci si illude che l’unica reale  possibilità, dando per quasi morti Berlusconi, Bonino e frattaglie varie, sia  quella di  favorire la  trasformazione dei giargia descamisados di Cinque Stelle in impeccabili  commercialisti  imbruttiti,  attenti, per ora,  al   solo fatturato...  

In effetti,  e chi scrive se n'è accorto da un pezzo,  gli italiani,  sono uno strano miscuglio di pessimismo  e ottimismo:  di tragico e  comico.  
A parte i pochi  fidelizzati ideologicamente a destra come a sinistra,  tutti gli altri non vogliono mai sentir parlare  di svolte autoritarie e naufragi economici. Si chiama politica dello struzzo. L’atteggiamento collettivo degli italiani,  che emerge da sondaggi e inchieste, se ci si passa il paragone,  è quello del tizio che mangia a crepapelle con il culto dello zio morto a 99 anni, vissuto mangiando più di lui.  E che perciò quando viene colto da infarto se la prende con la sfortuna.   Dichiarandosi, una volta guarito,  pronto a ricominciare. Come lo zio. A volte però, molti nipoti non fanno in tempo, perché ci lasciano le penne.
L’italiano medio -  basta farsi un giro sui social -  crede che il buco populista in cui ci siamo cacciati,  in fondo  sia tutto  un gioco  e che la situazione sia grave ma non seria. Nessuno sembra credere alla possibilità di un infarto economico e politico…
Pertanto hanno buon gioco giornali come “La Stampa”, che pure potrebbero usare la ragione, nel  presentare il Movimento Cinque Stelle come la  prossima  e annunciata  forza moderata, liberale e centrista. Il che ripetiamo è tragico e comico insieme.
E di conseguenza cosa accade? Che  gli italiani, una volta rassicurati, infilano di nuovo  la testa nella sabbia. E si rimettono a  mangiare e bere. A crepapelle.   Tanto  zio Italo  è  vissuto fino a 99 anni, ti pare che…


Carlo Gambescia