mercoledì 15 maggio 2019

Gomorra e l’effetto
inintenzionale delle azioni sociali




Che dire dello strepitoso successo  di  Gomorra, Romanzo criminale e di altre serie televisive che colonizzano l’immaginario collettivo?  Intanto, che in Italia, da un lato si organizzano tiepide  manifestazioni collettive contro le Mafie,  dall’altra si producono  serie televisive come Gomorra dagli  ascolti bollenti. Dunque,  qualcosa non va.  
A dire il vero,  “in principio era  La Piovra“,  nuovo verbo televisivo  che  rifletteva pienamente ciò che Giorgio Galli, in un fortunato libro sull’immaginario della destra internazionale, descrisse come  l’etica del poliziotto-ultimo-baluardo-di-un-ordine-tradito dai cartaginesi-capitalisti-pronti-a- tutto, anche a commerciare con i criminali.  Insomma, l'etica dei “nuovi centurioni,  secondo i superficiali canoni della letteratura popolare di destra.       
Dopo di che  è  giunto però   il tempo  dei  Romanzi  Criminali, delle Gomorre, delle Suburre,  dove i poliziotti superano per immoralità i  criminali. Personaggi, questi ultimi, rozzi e violenti,  non privi però,  secondo certa sociologia welfarista,  di  scusanti sociali, bla bla bla…  

L’intento di  Roberto  Saviano  e  Giancarlo De Cataldo, uno scrittore e un magistrato (nelle foto),  rispettivamente autori di GomorraRomanzo criminale, ai quali si ispirano più o meno liberalmente le omonime serie televisive, era ed è sicuramente un altro: quello di ammonire.  Ma chi? Ecco il punto. I giovani?  Gli spettatori in genere?   O i politici o gli educatori?   Probabilmente, sia gli uni che gli altri.  E, più in dettaglio,  che tipo di messaggio si voleva dare? 
Presto detto. L'assioma è di una  semplicità sconcertante, al limite dell'infantile.  Dal  momento che  - si dice -   la società capitalistica e la politica dei partiti sono alle origini di tutte le Gomorre e Romanzi criminali di questo mondo,  per impedire che i giovani cadano nelle spire dell’economia e della politica intrecciate con le attività criminali,  serve un nuovo modello di sviluppo. Tradotto: meno partiti, meno capitalismo, meno mafie. Dunque, più stato, più assistenza sociale.   Una logica di sinistra. Costruttivista.  In linea, con quel professionismo antimafia, che non disdegna tuttora  il complottismo. Insomma, Saviano e De Cataldo, due amici geniali.  Di sinistra.
Ovviamente,  parliamo di  un messaggio  indiretto: per raggiungere lo scopo basta assolutizzare le idee di Legalità e Moralità (con la maiuscola) e battere sul tamburo dell'immaginario collettivo. Una scelta narrativa che però quando assume la forma del linguaggio filmico, straripa, travolge, inchioda sulla poltrona e ottunde i cervelli.          
Quale è stata la reazione degli spettatori?  In realtà, mancano studi specifici. Ma, sul piano delle ipotesi sociologiche, se consideriamo l’ascesa elettorale dei populismi, l’effetto  delle  serie televisive dalla parte dei criminali  è  confluito, insieme con altri fattori ovviamente, come concausa nel voto diffuso ai partiti populisti.  Non solo però.

Dicevamo della logica dell’ammonimento, quale scopo primario, intenzionale, seppure fatto filtrare tra le righe, di queste produzioni  televisive e cinematografiche.  È stato perseguito?  No. Perché l’ipotesi costruttivista, quella del nuovo modello di sviluppo, tipica idea di sinistra, ha prodotto effetti politicamente contrari, come spesso capita nel campo delle azioni sociali. Quali?  L’Italia, invece di votare per la sinistra,  si è spostata a destra. E  parecchio.   Attenzione però,  non come sosteneva Galli, schierandosi dalla parte dei poliziotti, come ultimo baluardo, eccetera, eccetera,  bensì  sposando l’idea del  fai da te.   Come un  camorrista qualsiasi… Il poliziotto antieroe di Galli, si  è tramutato nel criminale eroe.     
Per essere ancora più precisi  le serie televisive dalla parte dei criminali, ovviamente in compagnia di altri fattori, crediamo  abbiano  contribuito alla diffusione di quella  logica da  guerra civile che sta distruggendo  la società italiana  per spalancare le porte,  come insegna la metapolitica,  al solito uomo forte e  carismatico, che riporterà l’ordine, eccetera, eccetera.
In sintesi:  si voleva  l’ordine,  ammonendo  cittadini e politici, e invece si è ottenuto il disordine. Classico esempio degli effetti  inintenzionali delle azione sociali.  Soprattutto, se  a fin di bene.  E se pilotate dall'alto. 
Altra prova,  che il costruttivismo non funziona. 

Carlo Gambescia