Gomorra e l’effetto
inintenzionale delle azioni sociali
Che dire dello strepitoso successo di Gomorra, Romanzo
criminale e di altre serie televisive che colonizzano l’immaginario
collettivo? Intanto, che in Italia, da un lato si organizzano tiepide manifestazioni collettive contro le Mafie, dall’altra si producono serie televisive come Gomorra dagli ascolti
bollenti. Dunque, qualcosa non va.
A
dire il vero, “in principio era La Piovra “, nuovo verbo televisivo che rifletteva
pienamente ciò che Giorgio Galli, in
un fortunato libro sull’immaginario della destra internazionale, descrisse come
l’etica del poliziotto-ultimo-baluardo-di-un-ordine-tradito dai cartaginesi-capitalisti-pronti-a- tutto, anche a commerciare con i criminali. Insomma, l'etica dei “nuovi
centurioni, secondo i superficiali canoni della letteratura popolare di destra.
Dopo
di che è giunto però il tempo dei Romanzi
Criminali, delle Gomorre, delle Suburre, dove i poliziotti superano per immoralità i criminali. Personaggi, questi ultimi, rozzi e violenti, non privi però, secondo certa sociologia welfarista, di scusanti sociali, bla bla bla…
L’intento di Roberto Saviano
e Giancarlo De Cataldo, uno scrittore e un magistrato (nelle foto), rispettivamente autori di Gomorra
e Romanzo
criminale, ai quali si ispirano più o meno liberalmente le omonime serie
televisive, era ed è sicuramente un altro: quello di ammonire. Ma chi? Ecco il punto. I giovani? Gli
spettatori in genere? O i politici o
gli educatori? Probabilmente, sia gli
uni che gli altri. E, più in dettaglio, che tipo di
messaggio si voleva dare?
Presto detto. L'assioma è di una semplicità sconcertante, al limite dell'infantile. Dal momento che - si dice - la società capitalistica e la politica dei partiti sono alle origini di
tutte le Gomorre e Romanzi criminali di questo mondo, per impedire che i giovani cadano nelle spire
dell’economia e della politica intrecciate con le attività criminali, serve un nuovo modello di sviluppo. Tradotto:
meno partiti, meno capitalismo, meno mafie. Dunque, più stato, più assistenza
sociale. Una logica di sinistra. Costruttivista. In linea, con quel professionismo antimafia, che non disdegna tuttora il complottismo. Insomma, Saviano e De Cataldo, due amici geniali. Di sinistra.
Ovviamente, parliamo di un messaggio indiretto: per raggiungere lo scopo basta assolutizzare le idee di Legalità e Moralità (con la maiuscola) e battere sul tamburo dell'immaginario collettivo. Una scelta narrativa che però quando assume la forma del linguaggio filmico, straripa, travolge, inchioda sulla poltrona e ottunde i cervelli.
Quale è stata la reazione degli spettatori?
In realtà, mancano studi specifici. Ma, sul piano delle ipotesi
sociologiche, se consideriamo l’ascesa elettorale dei populismi, l’effetto delle serie televisive dalla parte dei criminali è confluito, insieme con altri fattori
ovviamente, come concausa nel voto diffuso ai partiti populisti. Non solo però.
Dicevamo
della logica dell’ammonimento, quale scopo primario, intenzionale, seppure
fatto filtrare tra le righe, di queste produzioni televisive e cinematografiche. È stato perseguito? No. Perché l’ipotesi costruttivista, quella
del nuovo modello di sviluppo, tipica idea di sinistra, ha prodotto effetti
politicamente contrari, come spesso capita nel campo delle azioni sociali. Quali? L’Italia, invece di votare per la sinistra, si è spostata a destra. E parecchio. Attenzione
però, non come sosteneva Galli,
schierandosi dalla parte dei poliziotti, come ultimo baluardo, eccetera,
eccetera, bensì sposando l’idea del fai da te. Come un
camorrista qualsiasi… Il poliziotto
antieroe di Galli, si è tramutato nel
criminale eroe.
Per
essere ancora più precisi le serie televisive dalla parte dei criminali,
ovviamente in compagnia di altri fattori, crediamo abbiano contribuito alla diffusione di quella logica da guerra civile che sta distruggendo la società italiana per spalancare le porte, come insegna la metapolitica, al solito uomo forte e carismatico, che riporterà l’ordine, eccetera, eccetera.
In
sintesi: si voleva l’ordine,
ammonendo cittadini e politici, e
invece si è ottenuto il disordine. Classico esempio degli effetti inintenzionali
delle azione sociali. Soprattutto, se a fin di bene. E se pilotate dall'alto.
Altra prova, che il costruttivismo non funziona.
Carlo Gambescia