martedì 7 maggio 2019

Essere fascista oggi



Prima i fatti.

«"Io sono fascista. L'antifascismo è il vero male di questo Paese". Lo dice all'ANSA Francesco Polacchi, della casa editrice Altaforte, in merito alla presenza al Salone del Libro di Torino del marchio ritenuto vicino a Casapound. "Eravamo pronti alle polemiche - aggiunge - ma non a questo livello allucinante di cattiverie. C'è addirittura chi sui social ha scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov... Noi ci saremo perché ora è anche una questione di principio". » 



Che cosa significa essere fascista oggi?  Innanzitutto si dovrebbe spiegare che cosa fu il fascismo non per gli storici ma per i fascisti. Altrimenti  si rischia  di non capire le ragioni del fascino che promana ancora oggi la tentazione fascista, per dirla con Tarmo Kunnas.

Per i fascisti,  il fascismo  fu sul piano psicologico una grande avventura romantica ed eroica; su quello sociologico ed economico una dirompente risposta nazionalista e corporativista  al capitalismo e al liberalismo; su quello politico  un  progetto rivolto alla costruzione di  una società gerarchicamente organizzata,  libera da qualsiasi opzione individualistica ed egualitaria, se non in chiave monocratica.
Romanticismo, Nazionalismo, Gerarchismo.  Come si può capire siamo davanti a tre idee guida che possono tuttora sprigionare un certo fascino. Tentare, insomma, intellettuali e gente comune. Trovare consensi soprattutto tra i delusi e gli scontenti della vita.  Chi  frustrato nei suoi sogni,  non si è mai  augurato una vita romantica che lo vendichi?  Chi  non ha mai scorto  la sua  redenzione  in un' appartenenza vissuta come destino? Chi infine, non ha mai intravisto nell' appagante sicurezza  di uno status  il riconoscimento di meriti, altrimenti ignorati?           
Tre idee cardine che tuttavia  mal si conciliano  con i valori di libertà individuale, economica  e politica che incarnano le società uscite dalle grandi rivoluzioni moderne (inglese, americana, francese). Ne rappresentano in qualche misura l’opposto. Siamo davanti a una reazione che inevitabilmente si riaffaccia quando cresce la percezione collettiva che  la libertà sia di peso al funzionamento della società, dell’economia e della politica.
Che poi tale percezione sia vera o falsa è un’altra storia. Purtroppo,  gli uomini,  come   usiamo   spesso  ripetere , al capire preferiscono il credere.
Perciò,  per tornare al punto, che significa essere fascisti oggi?  Vuol dire essere nemici della società aperta, fondata sulla libertà individuale,  economica, politica.  In nome di che cosa? Di una società chiusa, che rappresenta, storicamente parlando, la regola e non l’eccezione. Purtroppo.
Infatti, sotto questo aspetto, hanno ragione quei fascisti che scorgono nell' "idea",  pur identificando erroneamente  durata e valore (quantità e qualità), la reincarnazione transeunte di una  “tradizione” primordiale, metastorica, eterna, negata e combattuta  dal pensiero moderno. Da questo punto di  vista  il termine  coniato da  Umberto Eco di  "Ur-fascismo" (del fascismo perenne),  non è  sbagliato.   Benché la sua  griglia interpretativa sia di natura  polemica, quindi fin  troppo larga, addirittura dispersiva, soprattutto se sviluppata  in chiave antagonista (come nella locandina), dal momento che  quando tutto è fascismo, nulla è fascismo...       

Concludendo, essere fascisti oggi, significa essere e sentirsi l’ultima incarnazione  di un pensiero  nemico della modernità.  Che poi, fascisti e  neofascisti, intelligentemente  o meno, ricorranno in modo tattico agli strumenti e veicoli  della modernità, non significa che ne accettino i valori. Un telefonino satellitare,  non fa del talebano un liberale o un riformista.  Come lo stand al  Salone  Internazionale del Libro non   fa del  fascista  un fautore del libero mercato delle idee: l'uno e l'altro sono puri strumenti per “combattere il sistema”.  
Semplice  “modernismo reazionario”.  Che però non va messo fuori legge.  Almeno fino a quando al "veicolo" stand non si  sostituisca  il  "veicolo" vero  del   camion bomba .  
Qualcuno penserà che siamo troppo morbidi verso i fascisti. In realtà la differenza tra liberalismo e fascismo  è proprio nel fatto che  un liberale  accetta  il rischio “veicolare”  tra  stand e  camion bomba.  Mentre il fascismo  si propone di eliminare il rischio e dunque gli stand.
Si spera però non a colpi di camion...

Carlo Gambescia