Essere fascista oggi
Prima
i fatti.
«"Io
sono fascista. L'antifascismo è il vero male di questo Paese".
Lo dice all'ANSA Francesco Polacchi, della casa editrice Altaforte, in merito
alla presenza al Salone del Libro di Torino del marchio ritenuto vicino a
Casapound. "Eravamo pronti alle polemiche - aggiunge - ma non a questo livello
allucinante di cattiverie. C'è addirittura chi sui social ha
scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov... Noi ci saremo perché ora è
anche una questione di principio". »
Che
cosa significa essere fascista oggi?
Innanzitutto si dovrebbe spiegare che cosa fu il fascismo non per gli
storici ma per i fascisti. Altrimenti si
rischia di non capire le ragioni del
fascino che promana ancora oggi la tentazione fascista, per dirla con Tarmo Kunnas.
Per
i fascisti, il fascismo fu sul piano psicologico una grande avventura
romantica ed eroica; su quello sociologico ed economico una dirompente risposta nazionalista e corporativista al capitalismo e al liberalismo; su quello
politico un progetto rivolto alla costruzione di una società gerarchicamente organizzata, libera da qualsiasi opzione individualistica
ed egualitaria, se non in chiave monocratica.
Romanticismo,
Nazionalismo, Gerarchismo. Come si può
capire siamo davanti a tre idee guida che possono tuttora sprigionare un certo
fascino. Tentare, insomma, intellettuali e gente comune. Trovare consensi soprattutto tra i delusi e gli scontenti della vita. Chi
frustrato nei suoi sogni, non si è mai augurato una vita romantica che lo vendichi? Chi non ha mai scorto la sua redenzione in un' appartenenza vissuta come destino? Chi infine, non ha mai intravisto nell' appagante sicurezza di uno status il riconoscimento di
meriti, altrimenti ignorati?
Tre
idee cardine che tuttavia mal si conciliano con i valori di libertà individuale, economica e politica che incarnano le società uscite
dalle grandi rivoluzioni moderne (inglese, americana, francese). Ne
rappresentano in qualche misura l’opposto. Siamo davanti a una reazione che inevitabilmente si riaffaccia quando
cresce la percezione collettiva che la
libertà sia di peso al funzionamento della società, dell’economia e della
politica.
Che poi tale percezione sia vera o falsa è un’altra storia.
Purtroppo, gli uomini, come usiamo spesso ripetere , al capire preferiscono il credere.
Perciò, per tornare al punto, che significa essere fascisti oggi? Vuol dire essere nemici della società aperta,
fondata sulla libertà individuale,
economica, politica. In nome di
che cosa? Di una società chiusa, che rappresenta, storicamente parlando, la
regola e non l’eccezione. Purtroppo.
Infatti, sotto
questo aspetto, hanno ragione quei fascisti che scorgono nell' "idea", pur identificando erroneamente durata e valore (quantità e qualità), la
reincarnazione transeunte di una
“tradizione” primordiale, metastorica, eterna, negata e combattuta dal pensiero moderno. Da questo punto di vista il termine coniato da Umberto Eco di "Ur-fascismo" (del fascismo perenne), non è sbagliato. Benché la sua griglia interpretativa sia di natura polemica, quindi fin troppo larga, addirittura dispersiva, soprattutto se sviluppata in chiave antagonista (come nella locandina), dal momento che quando tutto è fascismo, nulla è fascismo...
Concludendo,
essere fascisti oggi, significa essere e sentirsi l’ultima incarnazione di un pensiero nemico della modernità. Che poi, fascisti e neofascisti,
intelligentemente o meno, ricorranno in modo tattico agli strumenti e veicoli
della modernità, non significa che ne accettino i valori. Un telefonino satellitare, non fa del talebano un liberale
o un riformista. Come lo stand al Salone
Internazionale del Libro non fa del fascista un fautore del libero mercato delle
idee: l'uno e l'altro sono puri strumenti per “combattere
il sistema”.
Semplice “modernismo reazionario”. Che però non va messo fuori legge. Almeno fino a quando al "veicolo" stand non si sostituisca il "veicolo" vero del camion bomba .
Qualcuno
penserà che siamo troppo morbidi verso i fascisti. In realtà la differenza tra
liberalismo e fascismo è proprio nel
fatto che un liberale accetta il rischio “veicolare” tra stand e camion bomba. Mentre il fascismo si propone di eliminare il rischio e dunque
gli stand.
Si spera però non a colpi di camion...
Si spera però non a colpi di camion...
Carlo Gambescia