Il voto del 26 maggio di un liberale su Marte
Ultime elezioni europee?
Prima la classica domandona: il 26 maggio, tra quindici giorni, si vota sì o no per il Parlamento europeo? Dal silenzio che incombe sul voto, si direbbe di no. Perché? Azzardiamo
alcune spiegazioni.
La
prima è che in Italia i nazionalisti, pardon sovranisti, sono al governo. Partiti
che, culturalmente, non hanno alcun interesse per le unioni sovranazionali. Sono quelli del faremo da soli. Come tra le due guerre mondiali… Quindi
silenzio.
La
seconda è che i partiti che non condividono l’assioma nazionalista, hanno
paura dell' impopolarità e di perdere voti con conseguenze devastanti in politica interna. Si teme perciò non solo di parlare troppo, ma perfino
di accennare all’idea europea. Quindi silenzio.
Di
conseguenza, ecco la terza ragione, se
si spulciano i programmi dei partiti, fatti uscire quasi alla chetichella, si scopre che parlano solo delle questioni interne all’economia italiana
(recessione e tasse). Di Europa mai. L’unica
idea che stuzzica l'appetito sembra essere quella di un' Unione Europea come ente
assistenziale: una specie di Super Inps,
lottizzata e dedita alla individualizzazione dei profitti e alla socializzazione delle perdite. Europeismo con il sedere degli altri, se ci si perdona la caduta di stile.
Insomma,
un provincialismo vergognoso, animato da una grettezza politica che ricorda
l’Italia fascista: un passo indietro, forse pure due...
Il conto da pagare, scommettiamo fin d’ora, sarà salato. Come l’altra volta.
Il conto da pagare, scommettiamo fin d’ora, sarà salato. Come l’altra volta.
Gli
unici a parlare esplicitamente di Europa sono i quattro gatti di +Europa, europeisti e liberali. Tutto bene allora? No, perché basta sfogliarne il programma (*) per
scoprire che di liberale c’è poco. Non ne facciamo quindi una questione di nomi, di candidati... E' la "lingua" che non piace: quella del welfarismo, dei sussidi, del fiscalismo. Liberalismo macro-archico dunque. La "lingua" dell’Alde ( Alliance of Liberals
and Democrats for Europe): gruppo parlamentare al quale sembra aderiranno Macron e ovviamente +Europa.
Per carità, sempre meglio di una destraccia con la bava alla bocca e una sinistra infantile che vuole combattere il populismo con il populismo. Però...
Per carità, sempre meglio di una destraccia con la bava alla bocca e una sinistra infantile che vuole combattere il populismo con il populismo. Però...
Insomma, va onestamente detto che la ricetta di +Europa (e dell’Alde) è
quella del liberalismo di sinistra, troppo democratico e al fondo utopista,
perché si vuole conciliare centralizzazione
federale e parlamentarismo: la
quadratura del cerchio.
Alla fin fine, tra +Europa e gli altri partiti e raggruppamenti, anche estranei all'Alde, esiste una differenza di grado e non di specie. La differenza, la vera differenza, potrebbe farla l’adesione ai principi di un liberalismo non democratico. Aristocratico, per dirla tutta. Roba, di questi tempi, da liberali su Marte.
Alla fin fine, tra +Europa e gli altri partiti e raggruppamenti, anche estranei all'Alde, esiste una differenza di grado e non di specie. La differenza, la vera differenza, potrebbe farla l’adesione ai principi di un liberalismo non democratico. Aristocratico, per dirla tutta. Roba, di questi tempi, da liberali su Marte.
Però,
ripetiamo, +Europa fa campagna in modo esplicito per l'idea europea. E cosa non secondaria è un partito antifascista senza avere scheletri totalitari nell' armadio. Probabilmente chi scrive lo voterà . Da Marte.
Certo, come diceva Montanelli, turandosi prima il naso. Anche perché questo potrebbe essere l’ultimo
voto europeo. Sicché, una scelta pro Europa, anche da Marte, rischia di assumere un valore
particolare. Di testimonianza o di diga. Chissà...
Cose di cui, comunque sia, nessuno parla in questa strana campagna elettorale…
Cose di cui, comunque sia, nessuno parla in questa strana campagna elettorale…
Carlo Gambescia