Piccoli putiniani crescono
Guai in vista
I lettori ricorderanno il
nostro scandalizzato editoriale
su Dugin, ospite del celebratissimo programma di Lucia Annunziata
(1). Non era
che una specie di
antipasto… Perché grandi
manovre sono in corso tra Saxa Rubra e Viale Mazzini, dove un tempo giocavano i bambini, come cantava
Renato Zero.
Andrebbero
perciò approfondite - per ora si tratta di voci - le new entries tra i commentatori e collaboratori del Tg2, ora diretto, da un cultore degli
uomini forti, come Gennaro Sangiuliano. Perché potremmo ritrovarci con Bannon e soprattutto Dugin (per non fare altri nomi) in complottistiche prime serate da estrema destra, capaci di far apparire addirittura come
volteriane certe uscite politiche di Casa Pound.
Ma lo sguardo va proiettato anche fuori d'Italia. Ad esempio, nella diretta in gallico di “Russia Today” sui gravi incidenti di Parigi, circolava la versione che in Francia si protesta
perché tutti i governi francesi dagli anni Settanta in poi avrebbero fallito l’obiettivo
della piena occupazione. Capito? La piena occupazione, una cosetta così... (2). Sottotesto: l’economia
di mercato non funziona, guardate invece quanto è bravo Putin… Evitando, naturalmente, di
ricordare i programmati tagli alle pensioni dei cittadini post-sovietici, che però vivono, come si viveva a
Matera negli anni Trenta. Altro che gli italiani di oggi, alle prese con
l’obesità o i pasciuti gilet gialli francesi.
Insomma, l’Italia, che ha visto nascere giganti come Wolf
Giusti ed Ettore Lo Gatto
per ricordare solo due tra i tantissimi emeriti slavisti, dovrebbe tornare a scuola? Bah…
A dire queste cose è l’editore Sandro Teti, intervistato da Sputnik: erede al trono di una illustre casata
di editori filosovietici, oggi, come pare, filorussi. E forse punta di diamante dello
schieramento editoriale e culturale, prossimo venturo, dei putiniani italiani. E infatti, quando si dice il caso, Teti ha pubblicato proprio un libro sulla "russofobia" (4), autore un giornalista e politico conservatore svizzero, sembra con cittadinanza russa.
Esageriamo? Talvolta a pensar male… Basta andare
sul catalogo (5) per scoprire tra direttori di collana, prefatori, postfatori, curatori, di libri pubblicati a Mosca e dintorni, i più
bei nomi dell’anti-americanismo italiano: da Cardini a Chiesa e Canfora. Si veda per tutti Attacco all’Ucraina, volume collettaneo, dove spiccano i
soliti noti dell’anti-occidentalismo, che sulla questione, pur tra distinguo e sfumature, riciclano la versione più favorevole ai russi (6).
Ovviamente, a differenza della Russia, in Europa e
Occidente, si può pubblicare e scrivere di bip bip ( "tutto", per evitare accuse di russofobia, di questi tempi...). Anche, bip bip ( "contro"). Quindi buon lavoro a Sandro Teti, per
carità.
Però, dal momento che il confine tra cultura e propaganda può essere sottile, è bene che i lettori siano informati di quel che sta
accadendo. E soprattutto delle possibili conseguenze politiche. Si pensi, ad esempio, ai viaggi di Conte e, ancora
prima, di Salvini e collaboratori a Mosca, nonché, come accennavamo, della svolta sovranista Rai.
I piccoli putiniani italiani stanno crescendo. E potrebbero essere dolori. Anzi, bip bip...
Carlo Gambescia
(4) http://www.sandrotetieditore.it/project/russofobia-mille-anni-di-diffidenza/ Per uno studio serio in argomento si veda Dieter Groh, La Russia e l'autocoscienza d'Europa, Einaudi, Torino 1980 ( https://www.einaudi.it/catalogo-libri/storia/storia-contemporanea/la-russia-e-lautocoscienza-deuropa-dieter-groh-9788806510787/ ).