domenica 2 dicembre 2018

Piccoli putiniani crescono
Guai in vista


I lettori ricorderanno  il nostro scandalizzato  editoriale su Dugin, ospite del celebratissimo programma di Lucia Annunziata (1).   Non era che  una specie di antipasto…  Perché  grandi manovre sono in corso   tra Saxa Rubra  e Viale Mazzini, dove un tempo giocavano i bambini, come cantava Renato Zero.  
Andrebbero perciò  approfondite  - per ora si tratta di voci -  le new entries  tra i commentatori  e collaboratori del Tg2, ora  diretto, da un cultore degli uomini forti, come Gennaro  Sangiuliano.  Perché  potremmo ritrovarci con  Bannon e soprattutto  Dugin (per non fare altri nomi)  in complottistiche prime serate da estrema destra, capaci di far apparire  addirittura come volteriane certe  uscite politiche  di  Casa Pound. 
Ma lo sguardo va proiettato anche fuori d'Italia.  Ad esempio, nella diretta in gallico di  “Russia Today”   sui gravi incidenti di  Parigi,  circolava la  versione che in Francia si protesta perché tutti i governi francesi dagli anni Settanta in poi avrebbero fallito l’obiettivo della piena occupazione. Capito? La piena occupazione, una cosetta così... (2).  Sottotesto: l’economia di mercato non funziona, guardate invece  quanto è bravo Putin…  Evitando, naturalmente, di ricordare i programmati  tagli alle pensioni dei cittadini post-sovietici, che però  vivono, come si viveva  a Matera negli anni Trenta. Altro che gli italiani di oggi, alle prese con l’obesità  o  i pasciuti  gilet  gialli francesi.
Per tornare a noi, le pagine italiane di Sputnik,  voce di Putin (tecnicamente o meno, si guardi alla Luna non al dito),  ci informano che “gli italiani sono stufi del solito mainstream antirusso” e che "la Russia e il mondo post sovietico sono una materia  tanto temuta quanto sconosciuta in Occidente” (3)
Insomma,  l’Italia,  che  ha  visto nascere giganti come Wolf Giusti ed  Ettore Lo Gatto per ricordare solo due tra i tantissimi emeriti slavisti,  dovrebbe tornare a scuola?  Bah…
A dire queste cose  è  l’editore Sandro Teti,  intervistato da  Sputnik:  erede al trono di una illustre casata di editori filosovietici, oggi, come pare,  filorussi.  E forse punta di diamante dello schieramento editoriale e  culturale, prossimo venturo,  dei putiniani italiani.  E infatti, quando si dice il caso, Teti  ha pubblicato proprio un libro sulla "russofobia" (4), autore un giornalista e politico conservatore  svizzero, sembra  con cittadinanza russa.  
Esageriamo? Talvolta a pensar male…  Basta  andare sul  catalogo (5)  per scoprire  tra direttori di collana,  prefatori, postfatori, curatori,  di libri  pubblicati a Mosca e dintorni, i più bei nomi dell’anti-americanismo italiano: da  Cardini a Chiesa e Canfora.  Si veda per tutti  Attacco all’Ucraina volume collettaneo, dove spiccano i soliti noti dell’anti-occidentalismo, che sulla questione, pur tra distinguo e sfumature, riciclano la versione più favorevole ai russi (6). 
Ovviamente, a differenza della Russia,  in Europa e Occidente, si può pubblicare e scrivere di bip bip (  "tutto",  per evitare accuse di russofobia, di questi tempi...).  Anche,  bip bip ( "contro").   Quindi buon lavoro a Sandro Teti, per carità. 
Però, dal momento che il confine tra cultura e propaganda può essere sottile,  è bene che  i lettori siano informati di quel che sta accadendo.  E soprattutto delle possibili conseguenze politiche.  Si pensi, ad esempio,  ai viaggi di Conte e, ancora prima, di Salvini e collaboratori  a Mosca,  nonché, come accennavamo, della svolta  sovranista  Rai.
I piccoli  putiniani italiani  stanno crescendo.   E potrebbero essere dolori.  Anzi,  bip bip...

Carlo Gambescia


(2)   https://www.youtube.com/watch?v=5vcAv8u-RMs  . In particolare da 7:14.