venerdì 28 dicembre 2018

Tassa sul volontariato
Allarmi son tornati!





Nell’immaginario di estrema destra, la Caritas è un centro raccolta di comunisti, un’organizzazione pseudo-umanitaria,  che,  secondo  il   cervello dei dementi  che sognano nuovi Mussolini  e Hitler, favorirebbe quel  processo di “sostituzione dei  popoli europei”, sull’agenda, ovviamente, delle “élite mondialiste”, tra i cui  capi  spiccherebbe, immancabile, “l’ebreo Soros”. E alla Caritas, vengono frettolosamente assimilate  altre organizzazioni  di volontariato, laiche o meno,  tra le quali  le "scellerate"  Ong.   Organizzazioni "di negrieri",  che,   sempre secondo   i populisti  senza camicia nera (per ora) , salverebbero  dei  poveracci che stanno per affogare, solo  per assecondare, guadagnandoci sopra, l’ingresso di terroristi e criminali in Europa.
Pertanto, la storia  dell’eliminazione degli  sgravi Ires  alle associazione di volontariato,  non è solo una questione di tasse e di equità, come  tenta di  far  credere il neo-balilla Tria. In realtà,  dietro c’è il lavorio  ideologico   di   un immaginario neofascista,  pienamente condiviso da Salvini e da larga parte degli alleati pentastellati. Immaginario, ora al potere.  E che quindi si vendica.
Ma c’è dell’altro. Una cosa pericolosissima, che si chiama stato etico. Il top dell’anti-pluralismo.
Esemplare, a tale proposito, la dichiarazione  “gentiliana”  (da Giovanni Gentile, il filosofo  dello stato etico fascista), del Ministro della Giustizia targato Cinque Stelle, Alfonso  Bonafede:

 «"Tra le priorità di questa manovra su cui non abbiamo fatto un passo indietro nemmeno di un millimetro c’è il reddito di cittadinanza che va incontro alle fasce più deboli del Paese. Ritengo che le preoccupazioni della Cei siano immotivate" dice il ministro, per il quale il reddito di cittadinanza è "la norma che per eccellenza va incontro a chi si trova in una crisi economica e ha bisogno di formarsi per essere reinserito nel mondo del lavoro". »

Capito? Solo lo Stato deve occuparsi di queste cose. Tutti gli altri in riga.
Qui, cari amici lettori, ripetiamo,  non è in gioco il taglio di una agevolazione fiscale,  ma un principio di libertà. Come ad esempio, per gli sgravi fiscali, spesso anche aiuti diretti,  ai giornali, soprattutto se piccoli.  Ora nel mirino di un  analfabeta funzionale e politico come  Vito Crimi. 
Qui è in gioco, il diritto  al pluralismo informativo e assistenziale, che può essere garantito, anche attraverso forme di defiscalizzazione.  
Piace ricordare che quando Cavour, nel Piemonte liberale, che si preparava a unire l’Italia, approvò le  misure di secolarizzazione dei beni degli istituti religiosi, salvò quelli che svolgevano attività sociali.   Proprio per garantire il pluralismo di una funzione societaria  importante.
Cavour però, era liberale a tutto tondo.  Bonafede,  a quanto pare,  no.

Carlo Gambescia