mercoledì 5 dicembre 2018

Troppo tardi per lamentarsi dei toni da Bar Sport
Salvini?
Un giostraio al potere





Ci si lamenta, come oggi Battista sul “Corriere della Sera”, dei toni da Bar  Sport di  Matteo Salvini, che proprio ieri  ha mandato a quel paese il procuratore capo di Torino, Armando Spataro.  
Diciamo che è troppo tardi per  storcere il naso, ora che il più  bravo del Bar Sport è  Vice Presidente del Consiglio, e per giunta  adorato da quella stessa “gente” aizzata per decenni   contro “la casta” dalle pagine dei principali quotidiani italiani. Quelli a grande tiratura proprio come il “Corriere”: giornaloni, per  dirla tutta, che  nei toni  hanno preceduto,e di gran lunga, la canea Social.  
Ci si dovrebbe invece interrogare sulle ragioni della caduta della deferenza politica. Probabilmente - cosa del resto nota -  Tangentopoli,  fu  il momento topico   in cui  per la prima volta nella storia della Repubblica vennero messi  sotto processo e polverizzati  per via giudiziaria,  a furor di media e popolo, i partiti  moderati e riformisti  che avevano governato l’Italia fino ad allora.  
Con Tangentopoli,  la formula magica  “uomini politici uguale ladri”, da sempre apprezzata dall’italiano collettivo, diventò da argomento antipolitico, politico. Il “piove, governo ladro”, venne legittimato. E in pompa magna.  Con gravissimi effetti di ricaduta sull’antropologia politica e culturale degli eletti e degli elettori.
Pertanto,  è inutile lamentarsi se un personaggio come Salvini che, se non avesse sfondato con la politica  si sarebbe sistemato come giostraio, con l'hobby magari del tifo estremo,  appaia  oggi  ai suoi elettori come il più bravo del Bar Sport.
Esiste una via d’uscita?   I corsi di galateo politico, possono avere senso,    quando  il mondo intorno - insomma, la società -  si mostra  capace  di apprezzare le buone maniere istituzionali,  la sobrietà di parola, la prudenza politica, e  così via.
L'esatto contrario dell’ Italia di oggi  che  si è tramutata in un  gigantesco Bar Sport.  Dove vince  il politico dalla battuta facile e dall’insulto gratuito. Quel politico che,  come da contratto, riesca a provare,  con applicazione sistematica,  di non nutrire rispetto per nessuno.  Pertanto Salvini, che eccelle nel genere,  continuerà a comportarsi  da rozzo  giostraio. Tra applausi ed evviva. Perché dovrebbe cambiare?
La deferenza politica, che rinvia all’idea di rispetto tra le persone, e più in generale alla socializzazione diffusa  del principio di autorità, nelle democrazie è sempre in pericolo, dal momento che il principio di sovranità ha radici in un popolo che invece sembra gradire i modi spicci e le scorciatoie demagogiche. 
Di riflesso,  quanto più si vezzeggia il popolo tanto più si favoriscono  i personaggi come Matteo Salvini. Non lo diciamo noi,  ma forse il primo sociologo della storia, un certo Aristotele, assai diffidente dei risvolti demagogici della democrazia. Pertanto, nei governanti, occorre prudenza e anche stile istituzionale.  Proprio ciò che è mancato dal 1992 in poi.
Sicché ci ritroviamo con un giostraio al potere. E capotifoso.

Carlo Gambescia