Anche a Natale, Papa
Francesco non si smentisce
Maestro di banalità
(pericolose)
« “L'uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di
cose pare a tanti il senso della vita. Un'insaziabile ingordigia attraversa la
storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e
troppi non hanno pane per vivere”. E' stato questo il forte richiamo del Papa
nell'omelia della messa della Notte di Natale.»
Così Papa Francesco nella notte di Natale. Si
possono dire tante banalità in così
poche parole? Un vero e proprio maestro
di banalità. Attenzione, pericolose. Perché?
Innanzi tutto, la visione della storia, vista
come caduta verso il basso. La storia in realtà
ha alti e bassi, e l’epoca in cui
viviamo, socialmente parlando, si colloca nei piani alti. E' perfino inutile
documentarlo: la povertà nel mondo è diminuita. L’economia di mercato ha permesso
a numerosi paesi di
svilupparsi, eccetera, eccetera. Solo Papa Francesco scorge i “pochi che banchettano” e la marcia inesorabile dell' ”insaziabile ingordigia” .
In secondo luogo,
l’uomo non è buono né cattivo, né vorace né sobrio, ma pericoloso. Perché le sue azioni sono imprevedibili. Di
qui, la necessità, di regole e procedure, liberamente pattuite, che stabilizzino i comportamenti sociali,
favorendone, entro certi limiti la prevedibilità, che comunque non è mai assoluta. Anzi, l’imprevedibilità,
in se stessa, è alle radici del progresso umano. L'uomo, può progredire come regredire. Tuttavia, la liquidazione, bollandola come oltraggiosa, della sua imprevedibilità - dunque pericolosità - rischia di eliminare la possibilità stessa del mutamento, nel bene come nel male.
In terzo luogo, affinché le procedure di
stabilizzazione sociale, siano accettate da tutti, è necessario ancorarle a una visione della realtà consapevole dei progressi conseguiti. Per
contro, descrivere la situazione sociale a tinte fosche, forzando i fatti tra l’altro, come fa
il Papa, significa favorire lo scontento sociale e quei movimenti politici
nemici della società aperta. E della stessa religione. Pertanto, Papa Francesco,
così parlando, recide le radici, dell’albero sui cui rami è seduto.
Ci si chiederà per quale ragione il Pontefice stia facendo del suo meglio per autodistruggere la Chiesa e mandare a fondo la moderna società borghese. Semplicissimo: perché è un
reazionario. Non ha mai accettato le rivoluzioni liberal-democratiche. Come sosteneva Augusto Del Noce, Marx, non fece altro che
riprendere, ammantandole di scientificità economica, le critiche del pensiero
controrivoluzionario. Papa Francesco, odia come Marx, ma anche come De Maistre e Bonald, la società borghese, tuttavia, a differenza di Marx, non riconosce alcun ruolo storico alla borghesia. Sicché fa addirittura un passo indietro.
Buon Natale a tutti.
Carlo Gambescia