Una lezione di onestà intellettuale
Sgarbi quotidiani...
Si potrà pensare tutto quel che si voglia di
Vittorio Sgarbi, ma l’aver concesso in un momento come questo, dove ormai sembra comandare il Politicamente Corretto di Destra, la cittadinanza onoraria di Sutri a Mimmo Lucano, è un bel
segno di libertà, prima che politica, intellettuale: virtù rarissima in
Italia. Complimenti. Un bellissimo “Sgarbo quotidiano”…
Dicevamo libertà intellettuale… Perché? Lucano, che a nostro avviso è un
utopista di sinistra, quanto vi sia di più lontano dalle nostre idee, ha dovuto subire, e
subisce, una campagna di intimidazione, non solo giudizaria, ma anche
fisica, da parte di quella destraccia che pubblica sui suoi giornali e siti le stesse fandonie che quasi
cento anni fa, giravano su Matteotti per delegittimarlo, e quasi giustificare,
il suo omicidio politico, da parte degli sgherri fascisti. E se tanto ci
dà tanto...
Perciò bene ha fatto Vittorio Sgarbi, da vero
liberale, a prendere le distanze con una delle sue iniziative clamorose da certa gentaglia. Inoltre, cosa fondamentale, La scelta del critico d’arte rivendica un
principio basilare della civiltà liberale: quello della disobbedienza civile, che rinvia alla libertà
di dissentire, anche quando si ricoprono ruoli pubblici, come nel caso di Mimmo
Lucano, Sindaco di
Riace, difensore di una politica dell’accoglienza, certamente
utopica, ma che in un Paese
Liberale ( e qui servono le maiuscole), non può tradursi, anzì non deve mai
tradursi, in persecuzioni giudiziarie, degne di una dittatura.
Sgarbi tra l’altro dice una cosa interessante sui giudici:
«Sgarbi non manca di attaccare la magistratura. A chi gli ha
chiesto un giudizio sulle considerazioni dei giudici
del riesame su Lucano (socialmente pericoloso e in preda a delirio di
onnipotenza): “Io credo che siano socialmente pericolosi loro e siano
rispecchiati nella formula del delirio di onnipotenza, proprio quello che
connota il mondo della magistratura. D’altra parte avevano fatto la stessa
operazione anche con Salvini, che è finita male. Con Lucano hanno infierito con
uno più debole, per il momento secondo la Costituzione è
innocente”»
Infierire “ con uno più
debole”. Perfetto. Perché in ultima
istanza, l’essenza del liberalismo, è nel difficilissimo e precario equilibrio
di un governo
delle leggi e non degli uomini. Proprio, per consentire, al più debole di
difendersi, su un piano di parità giuridica. Ora, se i giudici, infierendo politicamente, sostituiscono al governo del leggi quello degli uomini in toga (violando
tra l’altro, anche il principio liberale della separazione dei poteri), lo stato di diritto rischia di andare a fondo. Ripetiamo: le idee di Mimmo Lucano,
possono piacere o meno, come del resto quelle di Matteo Salvini, ma non devono mai diventare motivo di una persecuzione giudiziaria di natura politica.
Ammettiamo però, onestamente, che i giudici che hanno incriminato Salvini, forse condividevano gli ideali utopici
di Mimmo Lucano, mentre quelli che hanno inquisito quest’ultimo, probabilmente, gli ideali (parola grossa) di Salvini. Con una differenza
di peso politico, però. Quale? Che Salvini era ed è Ministro
dell’Interno, Mimmo Lucano, Sindaco, di un piccolissimo comune calabrese, che ora rischia il commissariamento. Insomma, siamo davanti al governo delle leggi o degli uomini? E per sovrappiù, degli uomini, in toga o meno, che tuttavia sembrano essere più uguali degli altri...
Allora, non ci si può non chiedere, quanto ancora si
potrà andare avanti così… E, per giunta, in un’Italia, dove la “piccola” (definiamola così) giustizia
civile e penale, viene amministrata in
modo elefantiaco e il più delle volte superficiale.
Quanti "Sgarbi quotidiani" servirebbero? Non osiamo enumerarli... Che tristezza. Povera Italia.
Carlo Gambescia