lunedì 17 dicembre 2018

Una  lezione di  onestà intellettuale
Sgarbi quotidiani...





Si potrà pensare tutto  quel che si voglia  di Vittorio Sgarbi, ma l’aver concesso in un momento come questo, dove ormai  sembra  comandare il Politicamente  Corretto  di Destra, la cittadinanza onoraria di Sutri a Mimmo Lucano, è un bel segno di libertà, prima che politica, intellettuale:  virtù rarissima in Italia.  Complimenti.  Un bellissimo “Sgarbo quotidiano”…
Dicevamo libertà intellettuale… Perché?  Lucano, che a nostro avviso è un utopista di sinistra, quanto vi sia  di più lontano dalle nostre idee,   ha dovuto subire, e subisce, una campagna di intimidazione, non solo giudizaria, ma  anche fisica,   da  parte di quella  destraccia  che  pubblica sui suoi  giornali e  siti le stesse fandonie che quasi cento anni fa, giravano su Matteotti per delegittimarlo, e quasi giustificare,  il suo omicidio politico, da parte degli sgherri fascisti. E se tanto ci dà tanto...
Perciò bene ha  fatto Vittorio  Sgarbi, da vero liberale,   a prendere le distanze con una delle  sue iniziative clamorose da certa gentaglia. Inoltre, cosa fondamentale,  La  scelta del critico d’arte rivendica un principio basilare della civiltà liberale:  quello della disobbedienza  civile, che rinvia alla libertà di dissentire, anche quando si ricoprono ruoli  pubblici, come nel caso di Mimmo Lucano,  Sindaco di Riace,    difensore di una politica dell’accoglienza, certamente utopica,  ma che in un Paese Liberale ( e qui servono le maiuscole),  non può  tradursi, anzì non deve mai tradursi,   in persecuzioni  giudiziarie, degne di una dittatura.
Sgarbi tra l’altro dice una cosa interessante sui giudici:

«Sgarbi non manca di attaccare la magistratura. A chi gli ha chiesto un giudizio sulle considerazioni dei giudici del riesame su Lucano (socialmente pericoloso e in preda a delirio di onnipotenza): “Io credo che siano socialmente pericolosi loro e siano rispecchiati nella formula del delirio di onnipotenza, proprio quello che connota il mondo della magistratura. D’altra parte avevano fatto la stessa operazione anche con Salvini, che è finita male. Con Lucano hanno infierito con uno più debole, per il momento secondo la Costituzione è innocente”»


Infierire  “ con uno più debole”. Perfetto.  Perché in ultima istanza,  l’essenza del liberalismo,  è nel difficilissimo e precario equilibrio di  un  governo delle leggi  e non degli uomini.  Proprio, per consentire, al più debole di difendersi, su un piano di parità giuridica.  Ora, se  i giudici, infierendo politicamente,   sostituiscono al governo del leggi quello degli uomini in toga (violando tra l’altro, anche il principio liberale della separazione dei poteri),  lo stato di diritto  rischia di andare a fondo. Ripetiamo: le idee di  Mimmo Lucano, possono piacere o meno, come del resto quelle di Matteo Salvini, ma non devono mai diventare motivo di una persecuzione giudiziaria di natura politica.
Ammettiamo però, onestamente, che  i giudici che hanno  incriminato  Salvini, forse condividevano gli ideali utopici di  Mimmo Lucano,  mentre quelli che hanno  inquisito  quest’ultimo, probabilmente,  gli ideali (parola grossa) di Salvini. Con una differenza di peso politico, però. Quale? Che Salvini era ed è  Ministro dell’Interno, Mimmo Lucano, Sindaco, di un piccolissimo comune calabrese, che ora  rischia il commissariamento. Insomma,  siamo davanti al governo delle leggi o degli uomini?  E per sovrappiù, degli uomini, in toga o meno, che tuttavia sembrano essere più uguali degli altri... 
Allora,  non ci si può  non chiedere, quanto ancora si potrà  andare avanti così… E, per giunta, in un’Italia, dove  la “piccola” (definiamola così) giustizia civile e penale, viene amministrata  in modo elefantiaco e  il più  delle volte  superficiale.
Quanti "Sgarbi quotidiani" servirebbero?  Non osiamo enumerarli...  Che tristezza. Povera Italia.           

Carlo Gambescia