venerdì 14 dicembre 2018

Le trattative sul bilancio  con l’Unione Europea
La forza di gravità politica



Nei fenomeni sociali e politici c’è  qualcosa che  somiglia alla forza di gravità.  Pensiamo a una forza di attrazione verso il centro, non della Terra, ma  del Politico, che si manifesta attraverso regolarità metapolitiche.
Per capirsi:   la discrepanza tra il dire e il fare, ossia  tra programmi politici e implementazione,  è un fenomeno che ritroviamo  in  tutte le forme storiche di  regime.  Si possono immaginare le soluzioni politiche più ardite, che però,  inevitabilmente  quando, per l'appunto  dal dire si passa al fare,    finiscono sempre  per  scontrarsi  con i limiti imposti  dalle risorse politiche,  culturali, economiche degli attori storici e sociali agenti. Basta   sfogliare  le pagine di una delle tante storie universali in fila sugli scaffali delle biblioteche,  per  scoprire come la  realtà dei rapporti di forza si vendichi sempre. Le stesse rivoluzioni, sono sempre rivoluzioni tradite, e spesso,  addirittura, sono costrette ad usare gli stessi mezzi del regime politico abbattuto.
Il concetto di egemonia  -   per fare un esempio  di  regolarità metapolitica -  rinvia alla necessità di alleanze, come  forma di  soluzione  dei rapporti tra  gli stati.  La natura dell’egemonia rimanda ai rispettivi potenziali politici. Ai rapporti di forza, dunque.
Ora, una nazione   che non ha la forza per  trasformarsi in egemone, se saggiamente governata, a prescindere dal regime politico, si ritrova sempre costretta a interrogarsi  sulla scelta  tra la guerra, l’isolamento  e  l' alleanza  egemonizzate da altre nazioni.
L’Italia unita, per ragioni storiche, economiche e politiche ha mostrato  di riuscire a ottenere il  meglio, ogni volta che  ha saputo  rinunciare  all’uso della forza militare. Oppure,  subordinando la spada all'uso della stadera. E come?   Accettando di far parte  in modo pacifico o semi-pacifico  di  sistemi di alleanze,  egemonizzati da altre nazioni, più forti sotto il profilo economico e militare. Si chiama anche giudizio di realtà.
In tale quadro, voler oggi  esercitare, all’interno della UE, un’ egemonia che non possiamo permetterci, oltre ad essere ridicolo, e a guastare i rapporti tra tutti gli stati,  ci espone al pericolo di   isolamento o alla  sgradevole  opzione  per  alleanze, comunque egemonizzate da altri più forti, prepotenti e pericolosi di noi, come la Russia di Putin. Con il rischio, tra l'altro, di irritare la sgangherata America, ora rappresentata da Trump.  
Detto altrimenti: la forza di gravità politica, al di là delle nostre dichiarazioni bellicose,  sospinge inevitabilmente  verso il nostro naturale centro politico,  che è quello scandito dai tempi politici ed economici  di una potenza  medio-piccola che può guadagnare solo da scambi commerciali pacifici e soprattutto  dalla conservazione di buoni rapporti con gli alleati europei.  Tra la   forza tranquilla dell'  egemonia dell’ asse  franco-tedesco, o se si preferisce europeo,   e  quella irrequieta e autoritaria della Russia Putin, crediamo trascorra   una notevole differenza.
Pertanto,  cosa che deve essere chiara,  la scelta italiana non è tra una politica di forza e l’altrui egemonia, ma tra il sottostare, come impone la forza di gravità politica,  a  due egemonie: una pacifica, l’altra  meno, molto meno.  E, ripetiamo,  la storia insegna, che inevitabilmente, la forza di gravità si vendica. Sta al politico avveduto  la scelta tra  assecondare il buon uso della forza di gravità politica   o  precipitare nel vuoto di una disastrosa  guerra e di un penoso isolamento economico. 
Sotto questo aspetto, lo sviluppo, abbastanza positivo (considerato il punto di partenza italiano) delle trattative sul bilancio con l'UE,   sembra incoraggiare l’ipotesi che l’attuale governo giallo-verde stia subendo il peso della forza di gravità politica, non sappiamo però  se consapevolmente o  meno. Comunque sia,  qualcosa si muove.  Vedremo.


Carlo Gambescia