La tesi del governo populista come male
minore
Scudo contro scudo
Ancora
oggi, tra gli storici, mancano spiegazioni univoche sull’atteggiamento conciliante dei governi liberaldemocratici verso il
fascismo e il nazionalsocialismo. A dire il vero, l’ascesa
di Mussolini in Italia fu facilitata dalla connivenza di una classe politica che fino ad allora si era dichiarata liberale e riformista. In Germania, fu la stessa cosa. Ma anche
i governi stranieri, come ad esempio quello
britannico, assunsero in seguito verso le dittature di Mussolini e Hitler un atteggiamento di benevola attesa se non proprio di tolleranza.
All’epoca, si sostenne in Italia, come altrove, che
due regimi anticomunisti, fortemente sociali
e protezionisti avrebbero fatto da scudo
al dilagare della rivoluzione comunista, che aveva vinto in Russia. Il
liberalismo, da solo non ce l’avrebbe mai fatta.
Si
chiama tesi dello scudo, ripresa da non pochi storici. In realtà, siamo davanti a un argomento
che torna regolarmente in politica e che si basa sulla logica del male minore: meglio il fascismo che il comunismo; meglio Vichy che può frenare l’impeto tedesco, che
una Francia totalmente occupata; meglio la Repubblica di Mussolini, per le stesse ragioni; meglio De Gasperi che Togliatti; meglio
l’accordo con i comunisti di Berlinguer, che la lotta armata e la rivoluzione.
E così via.
Oggi,
tra i membri delle élite, non solo politiche, molti
ricorrono alla tesi dello scudo per difendere la legittimità politica del
governo populista. In questi giorni ci si sente ripetere, con tono condiscendente, che sono preferibili i populisti al governo che i populisti nelle strade, come in
Francia. La prova, politicamente vivente, di questo atteggiamento
rinunciatario è rappresentata dalla foto del Presidente della
Repubblica Mattarella che firma senza battere ciglio il Decreto-Sicurezza.
Perché?
Per evitare, si è sottolineato al Colle, la caduta del governo giallo-verde
e i populisti nelle piazze come in Francia. Insomma, si preferito un presunto
male minore a un presunto male maggiore.
Purtroppo,
il termine “presunto” rappresenta la
chiave per capire il senso della
politica dello scudo e i suoi pericoli. Perché,
se ci si passa l’espressione, il calarsi le braghe non sempre paga. Dipende da quanto la percezione del male minore
sia vicina alla realtà. Quindi la domanda oggi è: i populisti al governo sono realmente il male minore?
A
nostro avviso, no. E le motivazioni le abbiamo più volte ricordate. Possiamo riassumerle, ricordando la natura profondamente antisistemica (
antiliberale e anticapitalista) del Movimento Cinque Stelle e della Lega. Quest’ultimo
partito rivela addirittura connotazioni fasciste e razziste. Purtroppo, triste constatazione, siamo sempre di meno a indicare il pericolo di un grave fraintendimento della natura autoritaria se
non dittatoriale del governo giallo-verde.
D'altra parte, non
è una novità. Agli italiani, come altre
volte nella storia unitaria, viene indicato uno scudo, dietro cui essi poi sperano di trovare riparo. E sembra che, anche oggi, lo abbiano trovato, e in massa. Scudo? Da che cosa? Da un sistema, fondato sull’Europa,
sulla liberal-democrazia e sulla libertà di mercato? Sistema che ha garantito settant’anni di pace,
benessere e sviluppo?
Come
si può osservare, la tesi dello scudo, poggia su una grave contraddizione. Quale?
Che il male maggiore viene designato nel sistema liberal-democratico,
dal quale il populismo, si dice, dovrebbe difenderci. Siamo dinanzi al rovesciamento totale di una logica che invece vede, e giustamente, nel sistema liberal-democratico, lo scudo contro le involuzioni autoritarie.
Ciò però significa che siamo allo scudo contro scudo: populismo vs liberalismo. Ovvero, nella sgradevole situazione di non poter ricordare alla gente che il sistema liberal-democratico, in realtà non è scudo, ma, più semplicemente, è.
Cosa
vogliamo dire? Che una volta caduto, non c’è ritorno, se non, come già accaduto, a carissimo prezzo. Perciò, dover ricordare che il liberalismo è, significa che forse è già caduto o sta per cadere.
Carlo Gambescia