Bloccati
gli account Facebook e Instagram di CasaPound
Un’occasione
per riflettere...
Così all’ANSA
un portavoce di Facebook sulla chiusura degli account di CasaPound. Cosa dire?
A chi scrive, più di una decina di anni fa, forse quindici, capitò più di una volta di essere invitato a presentare i suoi libri nella
sede romana di CasaPound. Ricordo
una bellissima terrazza sulla Capitale, giovani
educati, attenti, disponibili. Come del resto i
dirigenti. In particolare
rimasi colpito - non perché
non me lo aspettassi - dall' intelligenza e cultura di
alcuni di loro. Ricordo in particolare Gabriele Adinolfi, mente assai lucida.
Rammento che all’epoca firmai un manifesto,
perché fosse permessa una
manifestazione politica inopinatamente
vietata.
Certo, si respirava nell’aria la cultura della
“tentazione fascista”.
Si apprezzava quel mondo intellettuale della prima metà del Novecento che
scorse nel fascismo la realizzazione di una aristocratica rivoluzione antiliberale
e anticapitalista. Però, a dire il vero, sulla
bella terrazza a due passi dalla Stazione Termini, non si respiravano tossine razziste.
Ricordo, si discuteva di “interesse nazionale” in modo molto civile.
Che cosa sia successo dopo, non saprei dirlo. Probabilmente la decisione di passare alla politica attiva, giocando la carta del potere, non
ha giovato alla
continuazione dell’approfondimento metapolitico. Purtroppo, dall’ analisi dei concetti
politici si è passati alla
denuncia razzista. Forse per catturare voti.
In qualche misura, CasaPound da interessante e
aristocratico laboratorio intellettuale si è trasformata in micro-partito, non neofascista come spesso si legge, ma volgarmente populista. Una specie di percorso a
ritroso, o del gambero: dal
fascismo immaginario al populismo reale. Con
manifestazioni, picchetti e
slogan quasi sempre dai triviali contenuti razzisti.
Ha fatto bene Facebook a chiudere gli account?
L’odio razziale, non è fascista, non è socialista, non è comunista, non è
democristiano, non è
liberale, non è
niente, però sul piano della pericolosità sociale è
tutto. Perché è solo odio puro.
Il populismo,
una specie di scatolone vuoto, è
pericoloso proprio per tale motivo: per
un’ inclinazione trasversale all'odio, all' amare il simile e odiare il
diverso. Si tratta di un meccanismo elementare, pre-politico, che però reintroduce nel discorso
pubblico l’odio razziale come risorsa politica, avvelenandolo. Può sembrare una battuta, ma un
populista mai canterebbe faccetta nera… E soprattutto nulla capirebbe dei magnifici versi di Ezra Pound.
Perciò il razzismo populista va contrastato, con
ogni mezzo. Perché, in un paese civile, l’odio razziale deve restare fuori dal discorso pubblico.
Ecco, la chiusura degli account potrebbe essere
per CasaPound un’occasione
per riflettere ed emendarsi, per tornare alle origini, allo spirito di dieci, quindici anni
fa: lo spirito, culturalmente aristocratico, che
animava quei vivaci
appuntamenti culturali su una bellissima terrazza romana.
Carlo Gambescia