giovedì 12 settembre 2019

Ancora sul blocco dell’ account  Fb di CasaPound
 Botta e risposta tra Massimo Maraviglia e Carlo Gambescia






Carlo Carlo, 

Permettimi di dissentire dalla tua interpretazione. 
Il più delle volte il termine "razzismo" è un termine polemico usato per squalificare l'avversario quando ha opinioni diverse da quelle dominanti, soprattutto sulle politiche migratorie. Casapound dal canto suo non ha promosso alcun orientamento razzista. Non troverai nei suoi documenti politici alcun riferimento a quel tentativo di confinare definitivamente l'altro, a causa della sua costituzione biologica, nella sfera del Male, che ne è il principio fondamentale. 
Se in alcuni casi di manifestazioni popolari i toni non sono stati proprio da educanda e se a volte si è trasceso nel cattivo gusto - cosa che può capitare ai movimenti cosiddetti "populisti" - ciò si deve certamente sottoporre a critica. Ma cedere alla visione per cui in CP si celerebbe un discorso d'odio - con tutta la pericolosa vaghezza del concetto - e non vedere che l'accusa è un pretesto per silenziare una voce dissonante, è una tentazione in cui un realista liberale non dovrebbe cadere. 
In primis perché verrebbe meno al suo realismo che disincanta il discorso politico e le sue pretese etiche - tipiche della socialdemocrazia militante - facendone vedere gli interessi in chiave di competizione più o meno leale tra avversari/nemici politici. Poi perché verrebbe meno al suo liberalismo, per il quale la società deve sopportare un certo coefficiente di opinioni fastidiose, a volte ingiuste, e persino esecrabili, per non rinunciare al bene superiore della libertà. 
Ora, se c'è un argomento esistenzialmente forte e politicamente fondamentale nel liberalismo è proprio questo. Tale argomento mantiene un legame indissolubile con la cultura, il senso della ricerca della verità e della dignità dell'individuo. Cose alle quali il liberalismo ha il merito storico di aver dato dignità pubblica e politica. Se tuttavia non ci si accorge che l'attacco a gruppi che non piacciono rappresenta in realtà un becero e moralmente sudicio attacco a quei valori, il liberalismo muore e si trasforma nel suo contrario: la democrazia militante e giacobina, quella dei fanatici dell'apocalisse, quella dei combattenti dell'Armaghedòn antifascista, quella dei salvatori del mondo che aspettano solo il tempo della legittimazione morale del loro sadismo purificatore. 
Credo che un liberale, non il sottoscritto che non ha mai nascosto le proprie simpatie (a volte entusiaste, a volte critiche) verso il movimento in questione, ma proprio un liberale autentico come te dovrebbe, in questa occasione di proliferazione di Torquemada della censura, provocatoriamente chiedere l'iscrizione a Casapound... Casapound, dal canto suo, accettandola, dovrebbe riconoscere la debolezza del discorso fascista sulla libertà - critica delle libertà formali in nome di quelle sostanziali, cosa che ha un senso solo nel protocapitalismo - e lasciarsi provocare da un'altra cultura politica.
Tutto ciò presuppone una concezione della politica in cui sono essenziali approfondimento e dibattito, elementi che la censura odia in modo particolare... ecco l'autentico discorso d'odio di Facebook...che peraltro è ravvisabile nei toni sprezzanti e definitivi dell'avviso di sospensione dei profili che hai riportato... proprio il tono di chi ha la verità in tasca e il potere per imporla agli altri, al di là delle leggi scritte e no e di ogni sensibilità per la libertà di espressione.

Massimo Maraviglia




Caro  Massimo,

Il razzismo esiste e come. Hai dato un’occhiata al corredo iconografico del mio articolo(*)? Hai fatto un giro su Internet?  C’è poco da minimizzare…  
Dire “Prima gli Italiani” è assai diverso dal dire “Italia Unita”:   significa  rinunciare a quel  legame tra patria e rispetto degli altri popoli, che caratterizzò lo spirito liberale  di nazione  che è  a monte del Risorgimento italiano. E tra Cavour  e Mussolini esiste una bella  differenza, come del resto  tra CasaPound  e  Casa Ricordi. 
Che poi certa sinistra marxista, post-marxista, dalle radici giacobine, che oggi si dichiara liberal,  continui la guerra tra totalitarismi (comunismo vs fascismo) con altri mezzi, ad esempio quello del “politicamente corretto”,   non ha  nulla  a che vedere con la tradizione politica liberale italiana: da Cavour a Giolitti, da  Mosca a Croce.  Che io rivendico.
Come si comporterebbero con CasaPound, Cavour, Giolitti, Mosca e Croce?  Da realisti liberali. Dopo l’esperienza del 1919-1926, non potrebbero non concordare  con la scelta di Facebook. E  senza farsi più illusioni,  perché CasaPound  resta  contraria a  quei valori di libertà incarnati dal nostro Risorgimento. E valorizzati  dalla Resistenza  liberale, che nel 1943-1945, ebbe i suoi caduti. Per la libertà dal fascismo, come dal comunismo.
Purtroppo, il fascismo continua a fare danni. E il fatto che si  sia tornati ai terribili luoghi comuni del nazionalismo fascista, tecnicamente una forma di etnocentrismo quindi di razzismo, dei quali CasaPound si fa depositaria e interprete, ora sul piano politico,  la dice lunga sulla pericolosità del fenomeno neofascista.  Parlo di  una  tradizione  che  attraverso il fascismo rimanda al populismo e attraverso il populismo alla negazione della democrazia rappresentativa e dello stato di diritto  che sono il sale del liberalismo.  Alla base della quale, come tu da lettore di Augusto Del Noce ben sai, c'è una interpretazione opposta del Risorgimento. Semplificando:Croce vs Volpe.
Siamo davanti a un fenomeno politico, non più soltanto culturale, totalmente estraneo alla liberal-democrazia.  Pertanto, pur non conoscendo le precise  ragioni che hanno animato la decisione dei vertici di Fb - liberal o liberali -  le sottoscrivo.
Certo, tu mi dirai, che così si rischia  di  fare  il gioco dell’isteria liberal, che a sua volta può essere la continuazione del giacobinismo con altri mezzi…  Forse hai ragione.   Ma al momento, da buon realista liberale, ritengo che  decisioni del genere rappresentino il male minore.  Come nel 1922  poteva esserlo  la nascita  di  un governo Giolitti,  Sturzo, Turati, ovviamente fermamente appoggiato dalla Monarchia. Allora però  i liberali -  non tutti - scelsero Mussolini, inutile negarlo. Il comunismo faceva paura. Ma, oggi,  tra Antonio Gramsci  e Laura Boldrini c’è una bella differenza. O no?   
Certo,  puoi rispondermi che ne esiste un'altra ancora più grande tra  Simone Di Stefano, che tra l'altro ho conosciuto,  e  Benito Mussolini. E che per te il male maggiore è Laura Boldrini.  Può darsi.  Ma non mi sento di rischiare.  Ognuno di noi  ha il suo affanno, come pure la sua idea di male minore...