sabato 14 settembre 2019

Se pure Roberto Buffagni ha perso la tramontana…



Quando un interlocutore parte  in automatico è difficile  confrontarsi.  Si può avere dinanzi  una persona  colta, briosa, indipendente come Roberto Buffagni, ma quando  si è scelta la strada della  ragione armata  resta  difficile, se non impossibile,  intavolare un  ragionamento.  Perché scatta il rifiuto, a un livello pre-cognitivo,  di riconoscere le cose come sono (*).   
Si va in  automatico.  Scatta una specie di riflesso culturale pavloviano. Più cultura che natura, ma l’effetto è uguale.  Come si  accende la lucina anti-liberale o suona il campanello anti-socialdemocratico, si comincia a salivare.  E parte l’ululato, come scriveva Silone, dei lupi alla “carnaccia”, che sentono odore di sangue umano e vogliono banchettare tutti insieme. E purtroppo il semplice  segno  della croce, come in Vino e pane non  salverà.  Ma questa è un’altra storia. Una pena al giorno.   
Roberto Buffagni, pur  negando  pavlovianamente, ha  scritto un articolo complottista sulla “caduta” di Salvini  in cui  si parla di “partito delle istituzioni”,  per non usare il termine "poteri forti" e altri del folle vocabolario  populista-sovranista,  quindi un pezzo a suo modo lucido.  
Dove però  si  fa capire chiaramente, anche se ripetiamo non si usa il termine,  che a  complotto istituzionale  si deve rispondere con complotto istituzionale.  E  per andare dove?  Non si capisce bene. Sul punto i populisti-sovranisti sono divisi. Però  una cosa è sicura, tutti insieme  vogliono andare  contro l’ Italia, contro  l’ Europa, contro l’Occidente, insomma,  contro il mondo   liberal-democratico.  Per dirla chiaramente si lotta, anche simbolicamente, contro l’alleanza ideale e politica che  ha  sconfitto prima il nazifascismo, poi il comunismo.  E, cosa non meno grave, come scrivevamo ieri, i populisti-sovranisti, a partire da Salvini,  lottano  contro il partito dei manuali di economia politica.
Un valore, come lo spirito del 1945,  di cui si dovrebbe essere orgogliosi e felici,  per costoro invece è una vergogna da cancellare. Di qui, la riproposizione di un immaginario da "tentazione fascista", segnato da  complotti e controcomplotti, in barba alla superdemocrazia che essi  promettono, come la promettevano Mussolini, Hitler e Lenin.
Se si fa un giro su Internet, si scoprono  migliaia di siti superfascisti, supercomunisti,  superpopulisti, supersovranisti.   Dove si  considera  Salvini  una specie di  fessacchiotto  moderato  che non ha capito nulla di come si deve far politica.  E come si dovrebbe fare  politica?  Col tallone di ferro.  Gli aspiranti cattivi maestri del "Capitano"  si   rifanno a una specie di realismo politico criminogeno, che si compiace della malvagità politica, infischiandosene di fatto della superdemocrazia che essi  invece vendono a parole  per catturare scontenti, falliti, frustrati, violenti.
Per ora sono ininfluenti. O quasi.  Però il fatto che una persona di grandissimo valore come Roberto Buffagni abbia perso la tramontana per questa gente è un bruttissimo segnale.

Carlo Gambescia


(*)    Qui il  mio  articolo di ieri sul pezzo di Buffagni: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2019/09/in-margine-un-articolo-di.html . Al quale  ha fatto seguito lo scambio di battute (non trovo altro termine)   sopra riprodotto.