Il ritorno di “Che tempo fa”
Forzati
del bene
contro forzati del male
contro forzati del male
Ieri
sera è ripartita la nave ammiraglia della sinistra buonista di “Che tempo fa”. Con Fabio Fazio e Luciana Littizzetto al timone, più pimpanti che mai, e con Gino Strada e Michela Murgia tra i primi agguerriti passeggeri.
Crediamo però che tra il buonismo di Fazio & Co. e
il cattivismo di Salvini e della
destra razzista sia pari e patta. Da un lato i forzati del bene
dall’altro i forzati del male. Sono purtroppo la brutta
immagine e contro-immagine di un’Italia livorosa, sfacciata e prepotente,
che non si accontenta mai di vincere, perché vuole stravincere, cancellando l’avversario.
Un’Italia
politica che grida alla persecuzione, quando è sotto, salvo poi una volta al potere comportarsi peggio dell’avversario.
La destra voleva licenziare Fazio. Alla fine si è accontentata di un
trasferimento del programma su Rai2. Poi il governo giallo-verde è caduto e Fazio
si è subito vendicato. Ieri appena tornato
in onda, chi ha invitato? Gino Strada,
l’anti-Salvini.
Infierire
sul nemico in ginocchio, dando voce a un
personaggio impolitico come Strada, che però viene usato politicamente,
significa solo una cosa: favorire la crescita di un clima d’odio, già molto accentuato, che fa il gioco degli opposti estremismi.
C’è
un nuovo governo che giustamente e faticosamente sta tentando di
cambiare la politica migratoria
salviniana, che bisogno c’è di infuocare gli animi, invitando Gino Strada? Un
profeta disarmato (e per fortuna) in camice bianco che ritiene che
la distinzione tra diritto d’asilo
e migrazioni economiche sia una “stupidaggine”? In realtà, come insegnano gli economisti, si tratta invece di una “stupidaggine" di Strada, che fa il paio con il “chiudiamo le frontiere” di Salvini. Pari e patta, come dicevamo.
Purtroppo, come sembra, sussiste un ineliminabile surplus di estremismo politico a destra come a
sinistra. Un invito all’irrealismo economico che sembra segnare il dibattito politico e influire sul senso comune delle persone in chiave distorsiva. Ci si deve schierare, sempre e comunque: o di qua o di là, o con Strada o con Salvini. Se non si avverte l’obbligo di amare tutti,
allora per forza li si deve odiare tutti e viceversa.
Esiste
ancora una terza via liberale?
Carlo Gambescia