domenica 15 settembre 2019

Il trasbordo dei profughi dalla Ocean Viking alle vedette della guardia costiera
Prove tecniche di umanità


Invitiamo i lettori a non farsi trascinare dagli opposti estremismi. Anche  perché, purtroppo,  quelli che credono nella  buffonata salviniana della “difesa dei confini” non sono pochi.  Infatti, stando ai sondaggi,  la proporzione tra coloro  che sono per la chiusura dei porti  e coloro che sono per l’apertura  raggiunge punte  di tre a uno.

Pertanto a gioire  per le ottantadue  persone della Ocean Viking, nave Ong,  che stanno sbarcando a Lampedusa,  sarà soltanto  un italiano su tre.   
Diciamo che al di là del trionfalismo di certa sinistra che ancora crede nella lotta di classe, da rimpolpare con i "proletari" extraeuropei, e  delle brutali proteste della  destra razzista,  resta la questione  del controllo dei flussi e delle redistribuzione  (brutta parola) dei profughi, che ovviamente va affrontata in chiave europea. 
Naturalmente,  il fatto   che gli ottantadue profughi saranno  accolti, come si dice, anche da altri paesi Ue rappresenta una prova tecnica (sbarco sicuro e condivisione) di umanità intra ed extraeuropea per guardare con fiducia al futuro, soprattutto  verso coloro che  chiedono aiuto.
Resta però un problema di fondo, quello dei tre italiani contro uno, che un personaggio politicamente squallido come Salvini, dall’opposizione, continuerà a sfruttare senza alcuna remora, in nome del cesarismo democratico. Spingendo, per reazione, l’estrema sinistra, che vede  negli immigrati rinforzi per la lotta di classe,  a radicalizzare  le proprie posizioni, provocando controreazioni a destra, e così via, lungo la spirale dell'odio politico. 

Si dovrebbe invece tentare di uscire da questo pericoloso aut aut propagandistico  che fa la fortuna degli opposti estremismi: da un lato il razzismo, etnocentrico,  di Salvini e della destra;  dall’altro il razzismo, sociocentrico (che cos’è la lotta di classe se non un forma di razzismo sociale?) della sinistra estrema in compagnia di certa  sinistra presunta moderata che in odio a Salvini  sposa, di regola o quasi,   le posizioni  della sinistra estrema.
Ecco perché consigliamo ai lettori di non farsi trascinare in questo gioco sporco del muro contro muro che di fatto finisce per premiare il razzismo di Salvini. E per quale ragione? Spieghiamo subito.
Perché, come purtroppo  provano  studi e ricerche, il concetto di universalismo, a livello di senso comune,  in quanto astratto (nel senso che richiede  uno sforzo cognitivo non alla portata di tutti)  è più difficile da comprendere e praticare rispetto a quello di particolarismo,  invece  intuitivo ( nel senso che basta un semplice sguardo), alla base  dell’etnocentrismo e delle manifestazione  xenofobe.

Ora aspettarsi che un leader agitatore e rozzo come Salvini molli una  presa così ghiotta  è  impossibile, come pure che i suoi nemici giurati, a sinistra, inevitabilmente provocati,  non optino per politiche irrealiste.   
Servono, in prospettiva, proprio per  smorzare l'ira collettiva, politiche serie in grado di distinguere tra immigrazione economica e accoglienza per ragioni umanitarie. E soprattutto, politiche condivise con l’Unione Europea e rispettose del ruolo delle Ong. Il che, ripetiamo,  non significa non accogliere i profughi, che vanno aiutati a prescindere.
Quel che sta  accadendo  a Lampedusa  potrebbe essere un primo passo verso la normalizzazione, al quale però, proprio perché sia tale, devono seguire  politiche organiche. Dal momento che la logica dell’emergenza favorisce solo la propaganda  degli estremisti. Insomma, dei razzismi di destra come di sinistra.   

Carlo Gambescia