La battaglia ambientalista della Chiesa
Cattolica
L’eco-comunismo di Papa Francesco
Perché
meravigliarsi della prima pagina dell' “ Osservatore Romano”? La Chiesa Cattolica ha sempre
avuto nei riguardi della società aperta una posizione a dir poco ambigua.
Per
farla breve: la Chiesa accetta i valori di
libertà quando le sono vitali per tentare di recuperare il potere, valori, che però, una volta consolidatasi, rischiano di diventare inutili a causa dei contenuti integralisti della
sua dottrina. Oggettivamente integralisti: il giudizio può piacere o meno, ma così stanno le cose.
Il
punto è che negli ultimi due secoli una Chiesa in gravi difficoltà politiche ha finto di sposare la causa della libertà. Non si illudano perciò i liberal di
sinistra (quelli di “Repubblica” ad esempio), sulla sincera conversione della Chiesa
alla società aperta.
Dicevamo
della prima pagina dell’ “Osservatore”. Per quale ragione? Perché ricorda, per tasso di anticapitalismo, quelle della comunista “Unità".
Il forte accento sulla difesa dell'ambiente, congiunto addirittura a uno dei concetti più strampalati della filosofia politica, quello di giustizia sociale, rappresenta un attacco non solo al libero mercato ma alla libertà tout court, punto di forza di una società libera, che la Chiesa Cattolica, salvo alcune eccezioni, ha sempre avversato. Si
noti pure come “Avvenire”, giornale dei vescovi, sia sulla stessa linea “ambientalista”. Per non parlare di "Famiglia Cristiana" e delle numerose riviste e rivistine che ruotano intorno alla Chiesa.
Conclusioni?
Dal momento che l’ambientalismo, con le
sue menzogne cospirative e anticapitaliste, è la continuazione del comunismo con altri
mezzi, la Chiesa Cattolica ,
in particolare quella di Francesco, è su posizioni comuniste. Anzi
eco-comuniste.
Esageriamo?
Si pensi alle dichiarazioni della Chiesa, sui cosiddetti temi etici? Banco
di prova della società aperta. A parte
qualche sfumatura (ad esempio su gay e divorziati), su tutto il resto non è cambiato nulla.
Non
desideriamo però entrare
nel merito delle posizioni etiche della Chiesa, che secondo il punto di vista possono essere giuste o sbagliate. Anzi
riteniamo sociologicamente necessario che esista una agenzia morale, che restando
però dentro i propri confini, combatta
gli eccessi del relativismo.
Quel
che invece non è accettabile è che la Chiesa invada politicamente campi che non sono suoi,
usando in modo ambiguo il concetto di libertà: che
nega sui temi etici, provando che non è cambiato il suo scopo finale (quello di organizzare una società “integralmente”cristiana), per rivendicarlo in campo politico ed economico, indicando un “modello di sviluppo” chiaramente
anticapitalista.
In realtà, il nocciolo duro delle critiche è antiliberale, perché in buona sostanza la Chiesa condanna tutte
libertà, economiche, etiche e di pensiero, a parte quelle che ambiguamente
rivendica per sé. Come
la libertà di stampa. Che usa in modo velenoso, affiancando sciagurate campagne eco-comuniste contro il
libero mercato e di riflesso contro la società aperta.
Carlo Gambescia