Una farsa, secondo Claudio Baglioni
Basterà una risata per seppellire Salvini e Di Maio?
Una risata li seppellirà? Il grande Claudio Baglioni sembra aprire uno spiraglio. Insomma, ci
invita a sperare. Oppure
no? Intanto, si legga qui.
«"Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po' alla farsa". Rispondendo alle domande dei cronisti nella conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo, che andrà in onda su Rai1 dal 5 al 9 febbraio, Claudio Baglioni prende posizione sul tema migranti. "Non credo che un dirigente politico di oggi abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo"».
Un ragazzo
romano che da Centocelle è
arrivato a Sanremo, ma, sessantenne, dopo
anni di durissimo impegno, e non con mezzo video su YouTube o
trecento preferenze sulla Sacra Piattaforma Unita dei Casaleggio, se la prende, e giustamente, con la classe politica e con l’
opinione pubblica. Il motivo? Perché
non hanno dato risposte adeguate, se non quella di
chiudersi in casa e buttare la chiave. Di qui, secondo Baglioni, un Paese
«incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi "altro", visto
come essere pericoloso».
La
sua analisi, certamente semplice (ma non semplicistica), non fa una piega. E Minniti, ci permettiamo di aggiungere, aveva capito tutto, unico tra i politici italiani. Ma non gli è stato permesso di
continuare.
Baglioni,
dicendo queste cose, mostra di
conoscere l’anima profonda, nel
bene e nel male, di un’ Italia sempre
più razzista. Oggi governata con la
paura, e che - ecco la cosa più grave -
non si accorge di essere ridicola. In alto come in basso.
Cinquanta
persone da accogliere, diventano un
problema. In nome di che cosa? Della
purezza della razza e del portafogli… Per i soldi basterebbe però crescere economicamente. E qui gli alleati del
giostraio mancato, Matteo Salvini,
capeggiati da un trascorso bibitaro del San Paolo, Luigi Di Maio, sembra
invece che stiano facendo di tutto per
distruggere l’economia italiana. Perché?
Per poter controllare meglio, con quattro soldi di sussidio, quel popolo deificato in campagna
elettorale. Popolo, ma forse sarebbe meglio definirlo plebe, che - ecco come entra in scena il razzista Salvini - non può assolutamente permettersi di dividere con i "non-italiani" quel poco che c'è in tavola...
In
sintesi, più la torta del reddito si restringe, più il razzismo cresce. Sicché, tanto peggio tanto meglio: modello Venezuela. Seguono, ovviamente, per giustificare il
tutto, pose stentoree, slogan cripto-fascisti (se non apertamente
fascisti), battaglie di "principio" per
cinquanta o dieci persone da far sbarcare (ma quali "principi"?
quelli della “difesa della razza”? ).
Insomma, proprio quel clima da farsa ben colto da Claudio Baglioni. Che
ringraziamo di nuovo per la sacrosanta presa di posizione.
Tuttavia,
il vero punto è
che gli italiani non ridono. Come la famosa vecchietta di Porta Portese con foto sul banco di Papa Giovanni. Si prendono sul serio. Ci credono. Come l’altra volta. Solo che, nella foto, allora, al posto
del Papa Buono campeggiava il Duce.
P.S. Dimenticavamo, Baglioni è amico di Fazio, quindi secondo i nuovi padroni del pensiero, in quanto membro delle élite, non avrebbe diritto di parola...
Carlo Gambescia