Come non far cadere il governo razzista di Salvini e Di Maio...
Blitz
in gommone e manifestazioni pubbliche possono bastare?
Per
capire quel che sta accadendo in Italia non bisogna perdere tempo con i retroscena di
cui oggi sono pieni i giornali, ma guardare al paradigma cognitivo-politico. Insomma, non crediamo bastino tre onorevoli in gommone per salvare l'Italia dai razzisti.
Paradigma.
Il lettore non si spaventi del parolone. Il paradigma cognitivo-politico
rinvia a un modello di riferimento delle
credenze dominanti, dunque ritenute “normali” dalla gente, e dai conseguenti meccanismi comunicativi.
Oggi, dispiace dirlo, ma siamo dinanzi a una specie di rovesciamento di storiche alleanze intellettuali. E quindi al mutamento del paradigma cognitivo-politico. Idee ritenute fino a qualche anno fa lunatiche,
come il signoraggio, l’inutilità dei vaccini, il superamento del Parlamento, la
difesa della razza italiana, per citare solo alcune delle pericolose tossine entrate nel circolo sanguigno della comunicazione politica, sembrano ora godere di crescente consenso. O comunque, se ne parla, con grande serietà, come se, per fare un esempio, fosse normale discutere della "piattitudine" della Terra.
In
qualche misura lo schema sociologico è quello della mobilitazione della
masse, che al di là delle frasi a effetto sul “potere del
popolo”, rimanda sempre all’ opera di minoranze organizzate. Uno schema mobilitante, volto al mutamento di
paradigma, che in passato caratterizzò il fascismo, il nazismo e il comunismo, schema basato sull’introduzione di slogan
politici chiari e comprensibili da tutti. E proprio per questo di una superficialità estrema.
Ieri,
sulla nostra pagina Facebook accennavano
a un video sul signoraggio, trasmesso dalla nuova Rai sovranista e populista, nel suo genere, tecnicamente perfetto, in vero stile pubblicità progresso per ragazzini di dodici anni: i ministri liberali ed europeisti dipinti come gangster, le famigliole, tratteggiate con graziosi pupazzetti in lacrime, perché
vittime dell’euro, e così via.
Per
ora siamo nella fase dello stravolgimento della realtà - al cambiamento
cognitivo dei nomi delle cose - che rischia però di giustificare vere e proprie svolte
autoritarie.
Facciamo qualche esempio: se gli immigrati affogano
la colpa non è del governo razzista che ha chiuso i porti, ma delle Ong, organizzaioni umanitarie per eccellenza, liquidate invece come bande di trafficanti di
esseri umani; il reddito di
cittadinanza, che in realtà non è un reddito di cittadinanza, ma un reddito di inserimento sconfiggerà, si proclama, una povertà che in realtà, come attestano le statistiche, non è povertà, in quanto tale, ma rischio di impoverimento a causa della disoccupazione, tra l'altro limitata a lavori scarsamente qualificati e al rifiuto della mobilità geografica. E via
dicendo.
La
sinistra, che ormai è programmaticamente “al caviale”
(secondo il Nuovo Politicamente
Corretto di Destra), oggi organizza una
manifestazione, davanti a Montecitorio, contro le stragi nel Mediterraneo. Manconi, che ha lanciato l’appello “Non
siamo pesci”, si è sentito chiedere da un giornalista: “Lei gli immigrati li porterebbe a casa sua?” . Capito? Come se l'attività politica fosse il naturale prolungamento del francescanesimo un tanto al chilo dell’aggiungi un
posto a tavola.
Ora, il solo chiedere una cosa del genere a un politico, significa che si ha una visione della politica a dir
poco semplicistica. E se tale visione informa le domande di un giornalista, compiacente al nuovo potere, vuol dire che a livello collettivo il semplicismo, come nuovo paradigma cognitivo-politico, è aggressivo e diffuso. Gli eretici abbondano quando una religione è dominante, non quando è caduta o è lì per cadere, come sta accadendo.
Ciò
implica alcune cose, dal rilievo pratico, di una gravità assoluta. Quali? Al posto della competenza, l’imperizia; al posto
delle parole misurate, gli sproloqui; al posto della prudenza la temerarietà, e
così via.
Si
tratta di un ciclo politico-cogntivo, che sembra trovare forza in se stesso. E più dura più si rafforza. E qui si pongono due questioni.
La
prima riguarda, la natura cognitiva dell’opposizione a questo governo: non basta un' opposizione puramente politica, serve un’opposizione cognitiva, al paradigma intellettuale
sovranista-populista. Però, ecco il punto, come rendere di nuovo
appetibile, cognitivamente parlando, il paradigma liberale
in una società di dodicenni fessi (non troviamo altro termine), sempre più
antiliberale?
La
seconda, rinvia a Machiavelli, e alla
possibilità di rovesciare, prima o poi, i profeti disarmati. Ma i sovranisti-populisti
sono disarmati? Quindi
possono bastare per rovesciare il governo giallo-verde, la richiesta di Manconi
di una Commissione parlamentare d’inchiesta sui
disperati morti nel Mediterraneo? O un blitz, per carità spettacolare,
come quello di ieri sulla Sea Watch, di tre parlamentari dell’opposizione?
Carlo Gambescia