martedì 8 gennaio 2019

Salvini minimizza la violenza neofascista e con Di Maio incoraggia e promette aiuti ai gilet gialli
Il volto nero del Governo giallo-verde




“Chi mena le  mani deve andare in galera”. Così Salvini, a proposito dei neofascisti che al Cimitero Verano hanno picchiato due giornalisti dell’ "Espresso".  Parliamo del Ministro dell’Interno, nonché dell' influencer politico  che ogni giorno spende  parole su parole  per esaltare il  nuovo razzismo.  E infatti, Salvini si è ben guardato, come del resto in altre circostanze, ad esempio del razzista di Macerata già iscritto alla Lega,  di condannare l’ideologia neofascista dei violenti.  Oppure, come ieri di rilevare la gravità  di un attacco, anche “fisico”,  alla libertà di stampa. Perché, sia chiaro,  fascismo (al netto di romanticherie che neppure Mussolini apprezzava) e razzismo (dal nazionalismo all'antisemitismo) sono la stessa cosa.
Sarà interessante seguire se le reti  della nuova Rai populista, putiniana e complottista, copriranno adeguatamente  quel che è accaduto ieri al Cimitero Verano. Si attendono, forse, ordini da Mosca,  a riprova della  singolare ironia dei corsi e ricorsi storici...
Per dirla  fuori dai denti: Salvini ha misurato  le parole,   perché  gli squadristi  potrebbero tornare utili al momento giusto.  Si  parla, ripetiamo, del Ministro dell’Interno. Un facinoroso che  strizza l’occhio ad altri facinorosi.  
Ma il giostraio mancato  non è il solo personaggio inquietante del Governo giallo-verde.  Sempre ieri, Di Maio,  Ministro del Lavoro e dello Sviluppo,  già bibitaro allo stadio,  deciso ora  a distruggere l’ economia italiana,  ha  incitato i gilet gialli  a “fare pulizia in casa”,  promettendo addirittura aiuti. Subito appoggiato da un tweet di Salvini, dove si  liquida Macron  come “un presidente che governa contro il suo popolo”. 
Ovviamente, il giostraio mancato, e il trascorso bibitaro, condannano  la violenza. Senza però , ripetiamo, spendere  una parola una,   sulla deriva  fascistoide (antiliberale e  anticapitalista) che caratterizza  il movimento dei gilet gialli.
Parliamo, cosa non secondaria,  dei  Vice Presidenti del Consiglio: due uomini di vertice che invece ragionano come attivisti politici di piazza.  Va anche detto, che il quadro generale resta ancora non ben delineato,  perché i neofascisti, addirittura quelli che, per parafrasare Manzoni,  hanno risciacquato i panni ideologici nell'Arno finiano, rivendicano il copyright sulla grandezza del  Ventennio.   E altri, da sinistra, liquidano invece i Cinque Stelle come compagni di strada del nuovo fascismo, incarnato direttamente da Salvini. Inoltre, non mancano  i soliti idioti  del “tanto è tutta una commedia all’italiana, quindi inutile preoccuparsi”, pronti ad accusarci, deridendo,  di allarmismo.
Tuttavia  il Governo  giallo-verde ha un suo volto oscuro, fosco, nero,  veramente inquietante. Certo, con alcuni tratti buffoneschi.  A dire il vero,  anche il fascismo all’inizio venne da molti osservatori giudicato in modo simile.
Sì, in qualche misura  il Ventennio  fu  "anche"  una buffonata, iniziata però  nel sangue e finita nel sangue.

Carlo Gambescia        
            

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