Salvini minimizza la violenza neofascista e
con Di Maio incoraggia e promette aiuti ai gilet gialli
Il volto nero del Governo giallo-verde
“Chi
mena le mani deve andare in galera”.
Così Salvini, a proposito dei neofascisti che al Cimitero Verano hanno picchiato due
giornalisti dell’ "Espresso". Parliamo del
Ministro dell’Interno, nonché dell' influencer politico che ogni giorno spende parole su parole per esaltare il nuovo razzismo. E infatti, Salvini si è ben
guardato, come del resto in altre circostanze, ad esempio del
razzista di Macerata già iscritto alla Lega,
di condannare l’ideologia neofascista dei violenti. Oppure, come ieri di rilevare
la gravità di un attacco, anche
“fisico”, alla libertà di stampa. Perché, sia chiaro, fascismo (al netto di romanticherie che neppure Mussolini apprezzava) e razzismo (dal nazionalismo all'antisemitismo) sono la stessa cosa.
Sarà interessante seguire se le reti della nuova Rai populista, putiniana e complottista, copriranno adeguatamente quel che è accaduto ieri al Cimitero Verano. Si attendono, forse, ordini da Mosca, a riprova della singolare ironia dei corsi e ricorsi storici...
Sarà interessante seguire se le reti della nuova Rai populista, putiniana e complottista, copriranno adeguatamente quel che è accaduto ieri al Cimitero Verano. Si attendono, forse, ordini da Mosca, a riprova della singolare ironia dei corsi e ricorsi storici...
Per dirla fuori dai denti: Salvini
ha misurato le parole, perché gli squadristi potrebbero tornare utili al momento giusto. Si parla, ripetiamo, del Ministro
dell’Interno. Un facinoroso che strizza l’occhio ad altri facinorosi.
Ma
il giostraio mancato non è il solo
personaggio inquietante del Governo giallo-verde. Sempre ieri, Di Maio, Ministro del Lavoro e dello Sviluppo, già bibitaro allo stadio, deciso ora a distruggere l’ economia italiana, ha
incitato i gilet gialli a “fare pulizia in casa”, promettendo addirittura aiuti. Subito appoggiato da un
tweet di Salvini, dove si liquida Macron
come “un presidente che governa contro
il suo popolo”.
Ovviamente, il giostraio mancato, e il trascorso bibitaro, condannano la violenza. Senza però , ripetiamo, spendere una parola una, sulla deriva fascistoide (antiliberale e anticapitalista)
che caratterizza il movimento dei gilet
gialli.
Parliamo,
cosa non secondaria, dei Vice Presidenti del Consiglio: due uomini di
vertice che invece ragionano come attivisti politici di piazza. Va anche detto, che il quadro generale resta ancora non ben delineato, perché i neofascisti, addirittura quelli che, per parafrasare Manzoni, hanno risciacquato i panni ideologici nell'Arno finiano, rivendicano il copyright sulla grandezza del Ventennio. E altri, da sinistra, liquidano invece i Cinque Stelle come compagni di strada del nuovo fascismo, incarnato direttamente da Salvini. Inoltre, non mancano i soliti idioti del “tanto è tutta una commedia all’italiana,
quindi inutile preoccuparsi”, pronti ad accusarci, deridendo, di allarmismo.
Tuttavia il Governo giallo-verde ha un suo volto oscuro, fosco, nero, veramente inquietante. Certo, con alcuni tratti buffoneschi. A dire il vero, anche
il fascismo all’inizio venne da molti osservatori giudicato in modo simile.
Sì, in qualche misura il Ventennio fu "anche" una buffonata, iniziata però nel sangue e finita nel sangue.
Sì, in qualche misura il Ventennio fu "anche" una buffonata, iniziata però nel sangue e finita nel sangue.
Carlo Gambescia
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