venerdì 18 gennaio 2019

Dopo Berlusconi e Prodi, dopo Salvini e  Di Maio, a chi toccherà?
La terza ondata,  nera…




Oggi  mi potrei  occupare dell'annunciata  discesa in campo, questa volta in Europa,  di un Berlusconi, mostro di resilienza, ma ai limiti del ridicolo. Oppure delle pericolose amenità racchiuse nel “decretone” su quota cento e reddito di cittadinanza.  Perché questi sono gli argomenti  privilegiati dai  mass  media. In realtà,  il vero tema del giorno,  credo sia un altro. Quale?  Prima di rispondere, come antefatto, vanno sottolineate  due certezze.
La prima, riguarda l’ assodata  incapacità  delle opposizioni di esprimere uomini e idee,  europeiste e liberali, ovviamente  non più rappresentabili  da un uomo di ottantadue anni,  che ha fatto il suo tempo. E che, ultimamente, come   vittoria politica, può vantare  l’acquisto della squadra di calcio del Monza  
La seconda, rinvia allo  sfascio prossimo  venturo delle finanze italiane.  Inevitabilmente provocato dalle misure demagogiche, economicamente insostenibili,  varate ieri  da  un  Governo  capeggiato allegramente da un paglietta con cattedra,  da un giostraio mancato e da un trascorso bibitaro al  San Paolo.
Qui, l'  unica domanda da porsi  è chi verrà dopo di loro. 
Breve premessa (non è una minaccia...). Gli ultimi venticinque anni hanno visto la liquefazione  della politica italiana. o se si preferisce il suo lento dissolversi nell' estremismo politico, a livello di linguaggio, concetti e comportamenti.   Due le ondate eversive:  prima i governi  Berlusconi, poi  quello Giallo-verde.  Va detto che anche la sinistra, per così dire riformista, ha dato il peggio di sé. La defenestrazione di Berlusconi nel 2011, seppure inevitabile, rinvia alle modalità di confronto politico di una repubblica sudamericana. E al Colle  c'era un post-comunista.
Quindi, ripetiamo, la terza ondata che colore avrà? Probabilmente, la prossima volta toccherà ai padri dell’estremismo politico novecentesco: fascisti e comunisti, duri e puri.   Come però  provano studi recenti sull'evoluzione del populismo, credo  sia più realistica  l’ipotesi di un ondata nera, capace di assorbire, in chiave rosso-bruna, il malessere di una sinistra post-comunista, ma sempre tale nelle radici,  in cerca di  rivincite storiche contro il capitalismo. Sistema economico e sociale, mai dimenticarlo,  odiato, con pari forza,  da rossi e neri.
Qualcuno forse sorriderà, ma il futuro potrebbe appartenere a  Casa Pound,  Forza Nuova e altri  (oggi) gruppuscoli.  Nel quali potrebbero confluire gli scontenti, più violenti e sbandati,  dell’estrema sinistra. Insomma, come spesso si ripete nei cenacoli fascisti, per darsi un presunto tono colto, il futuro avrebbe un cuore antico.   
In un’Italia, economicamente distrutta, da una politica economica folle, potrebbe ripetersi  la tragica esperienza di Weimar, quantomeno nei suoi aspetti strutturali, di paradigma  sociologico della reazione politica e sociale.  Certo, va riconosciuto  che  molti comunisti tedeschi  furono fatti fuori dai nazisti, ma i quadri sindacali e  la base operaia trasmigrarono  nelle organizzazioni  nazionalsocialiste. La Germania  stremata  da una crisi economica, come quella del 1929, pur di pervenire a una tregua sociale,  in pochi anni, elettoralmente, prese la  decisione collettiva di convolare  a nozze con Hitler. E con il beneplacito della classe dirigente, quasi nella sua totalità. Come non rivolgere la mente  a quella tragica  esperienza con  un' Italia  sull'orlo della recessione? E con un quadro economico internazionale che rischia di essere devastato dai nuovi protezionismi?  Anche allora il nazionalismo fu il punto  di svolta.  E il risentimento che allora colpì gli ebrei, oggi potrebbe  dirigersi contro immigrati e  dissenzienti. 
Concludendo, il domani potrebbe davvero appartenere ai fascisti... Una gigantesca ondata nera potrebbe travolgerci tutti.

Carlo Gambescia