Dopo Berlusconi e Prodi, dopo Salvini
e Di Maio, a chi toccherà?
La terza ondata, nera…
Oggi mi potrei occupare dell'annunciata discesa in campo, questa volta in Europa, di un Berlusconi, mostro di resilienza, ma ai limiti
del ridicolo. Oppure delle pericolose
amenità racchiuse nel “decretone” su quota cento e reddito di
cittadinanza. Perché questi sono gli
argomenti privilegiati dai
mass media. In
realtà, il vero tema del giorno, credo
sia un altro. Quale? Prima di rispondere, come antefatto, vanno sottolineate due certezze.
La
prima, riguarda l’ assodata incapacità delle opposizioni di esprimere uomini e
idee, europeiste e liberali, ovviamente non più rappresentabili da un uomo di
ottantadue anni, che ha fatto il
suo tempo. E che, ultimamente, come vittoria politica, può vantare l’acquisto della squadra di calcio del Monza
La
seconda, rinvia allo sfascio prossimo venturo delle finanze italiane. Inevitabilmente provocato dalle misure demagogiche, economicamente insostenibili, varate ieri da un Governo capeggiato allegramente da un
paglietta con cattedra, da un giostraio
mancato e da un trascorso bibitaro al San Paolo.
Qui, l' unica domanda da porsi è chi verrà dopo di loro.
Breve premessa (non è una minaccia...). Gli ultimi venticinque anni hanno visto la liquefazione della politica italiana. o se si preferisce il suo lento dissolversi nell' estremismo politico, a livello di linguaggio, concetti e comportamenti. Due le ondate eversive: prima i
governi Berlusconi, poi quello Giallo-verde. Va detto che anche la
sinistra, per così dire riformista, ha dato il peggio di sé. La defenestrazione
di Berlusconi nel 2011, seppure inevitabile, rinvia alle modalità di confronto
politico di una repubblica sudamericana. E al Colle c'era un post-comunista.
Quindi,
ripetiamo, la terza ondata che colore avrà? Probabilmente, la prossima volta
toccherà ai padri dell’estremismo politico novecentesco: fascisti e comunisti, duri e puri. Come però provano studi recenti sull'evoluzione del populismo, credo sia più realistica l’ipotesi di un ondata nera, capace di assorbire, in chiave rosso-bruna, il
malessere di una sinistra post-comunista, ma sempre tale nelle radici, in cerca di rivincite storiche contro il capitalismo.
Sistema economico e sociale, mai dimenticarlo, odiato, con pari forza, da rossi e neri.
Qualcuno
forse sorriderà, ma il futuro potrebbe appartenere a Casa Pound, Forza Nuova e
altri (oggi) gruppuscoli. Nel quali potrebbero confluire gli scontenti,
più violenti e sbandati, dell’estrema
sinistra. Insomma, come spesso si ripete nei cenacoli fascisti, per darsi un presunto tono colto, il futuro avrebbe un cuore antico.
In
un’Italia, economicamente distrutta, da una politica economica folle, potrebbe ripetersi la tragica esperienza di Weimar, quantomeno nei suoi aspetti strutturali, di paradigma sociologico della reazione politica e sociale. Certo, va riconosciuto che molti
comunisti tedeschi furono fatti fuori dai nazisti, ma i quadri sindacali e la base operaia trasmigrarono nelle
organizzazioni nazionalsocialiste. La Germania stremata da una crisi economica,
come quella del 1929, pur di pervenire a
una tregua sociale, in pochi anni, elettoralmente, prese la decisione collettiva di convolare a nozze con Hitler. E con il beneplacito della classe dirigente, quasi nella sua totalità. Come non rivolgere la mente a quella tragica esperienza con un' Italia sull'orlo della recessione? E con un quadro economico internazionale che rischia di essere devastato dai nuovi protezionismi? Anche allora il nazionalismo fu il punto di svolta. E il risentimento che allora colpì gli ebrei, oggi potrebbe dirigersi contro immigrati e dissenzienti.
Concludendo,
il domani potrebbe davvero appartenere ai fascisti... Una gigantesca ondata nera potrebbe travolgerci tutti.
Carlo Gambescia