Ucciso il sindaco
della città polacca
Morire per Danzica?
Il
sindaco di Danzica, Pawel Adamowicz un liberale, favorevole
all’accoglienza, è stato pugnalato a morte, su un palco, davanti a migliaia di persone, da un
disturbato mentale, si dice. Ma perché proprio lui? E non un altro? Un nazional-populista ad
esempio?
L’anno
successivo, alla stessa vigliaccheria filo-nazista, che evocava, l’inutilità di
morire per Danzica, si opposero
finalmente Francia e Inghilterra. Ma era
troppo tardi. Hitler si mangiò la cavalleria
polacca in un solo boccone. E fu
guerra, scatenata dai razzisti tedeschi, affamati di spazi vitali. Le facili
vittorie in Belgio e Francia, attrassero Mussolini, che scaraventò l’Italia nel conflitto. Finì malissimo. Ma dalla lezione fratricida del 1939-1945, nacque,
seppure lentamente l’idea di Europa unita.
Perché questo lungo preambolo? Presto detto. Si dia un’occhiata al ridottissimo rilievo assegnato dai giornali italiani al
delitto di Danzica (*). L’omicidio è attribuito al gesto
di un folle. Si minimizza. Non ci si chiede, insomma, perché mai il "folle" non abbia ucciso un politico di estrema
destra? Puro caso? Bah.
Diciamo
invece che i giornali italiani, come
avvenne nel 1939 in Francia, attraverso l'evocativa penna di Marcel Déat, futuro collaborazionista, danno per scontata, un'altra volta, l'inutilità di "mourir pour Dantzig". Perché morire per Danzica? Per un sindaco liberale?
Nessun complotto, per carità. La comunicazione funziona così. Si adegua,
tranne rarissime eccezioni, ai fatti compiuti (o quasi, ma comunque ritenuti tali), perché è la cosa più semplice e
conveniente da fare, sotto tutti gli
aspetti. E quali sono, oggi, i fatti compiuti? Che i populisti hanno vinto in Italia, in Polonia, in Ungheria, in Austria,
protestano in Francia, guadagnano posizioni in Germania. E sono sul piede di
guerra ovunque. Foraggiati da Putin e
omaggiati, secondo l’umore del giorno, da Trump, il populista che ha conquistato la Casa Bianca.
Non
voler morire per Danzica, oggi, significa guardarsi bene dal disturbare
il manovratore populista. Si chiama autocensura. E precede la censura vera e propria.
Ecco quel che sta accadendo. Ciò implica, in ogni caso, che come nel 1939, si rischia di morire lo stesso, ma quando sarà troppo
tardi. E in tanti, troppi. Come allora.
Bisogna
opporsi a questo fiume in piena. Subito.
Nonostante tutto e contro tutti. E' in gioco la nostra libertà.
Carlo Gambescia