giovedì 24 gennaio 2019

 “Libero”, dal Gay Pride al Gay Spread
Modernismo reazionario

Di che parla la gente comune?  Di programmi televisivi, vacanze, immigrati e politici ladri. Poi c’è la sfera dei rapporti personali con i micro-problemi  che sono i problemi di tutti: figli, famiglia, malattie, lavoro, eccetera. Insomma, i gay non sono il principale argomento.  Alcune  ricerche asseriscono che  i giudizi, e fortunatamente,  sono mutati: il moralismo cattolico  di un tempo ha lasciato spazio  al  relativismo sessuale, ovviamente  più al Nord che al Sud, con il  Centro a fare da bilancia, più nelle grandi città che nelle piccole. 
Pertanto il quadro italiano testimonia una  evoluzione culturale, in sintonia, con  il placido  modernismo  sessuale dell’Occidente, così inviso ai tradizionalisti delle varie religioni monoteistiche, che, indefessi, continuano a  evocare Sodoma, Gomorra  e derivati. 
Va però  detto  che, pur non essendo all’ordine giorno, le cronache spesso  riferiscono di esplosioni di violenza contro i gay. In sintesi, il quadro è in evoluzione, come detto, però crediamo, che come capita per il razzismo, anche per i gay,  non sempre vi sia rispondenza tra l’affermazione di non essere razzisti e il razzismo di fatto. Insomma, di non avere nulla contro gay, salvo ogni tanto gonfiarne uno.
Ora, il titolo  di “Libero” indica, che quella che dovrebbe essere la parte più civile e acculturata dell'Italia,  rappresentata da chi scrive per mestiere, è ben lontana dall’ aver abbandonato certi grossolani pregiudizi. Anche se  nel caso di “Libero” si può notare un affinamento. Parleremmo, di modernismo reazionario. Perché nessuno  finora aveva individuato un rapporto diretto tra Pil e scelte sessuali... Roba ultramoderna, altro che Sodoma e Gomorra...  In qualche misura,  Feltri, anche se procede a braccio,  è un genio.  Del male naturalmente.  
Tuttavia, un titolo del genere quanti  danni cerebrali può provocare? Diciamo che  il tessuto cerebrale collettivo degli  italiani è già abbastanza compromesso, come prova la  grande quantità di voti ricevuti dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle.  Quindi perché la gente non dovrebbe credere che se il Pil torna  a crescere,  cala  il numero dei gay?  E  che  tasso di  sviluppo  e scelta sessuale  no straight sono inversamente proporzionali.  Più il Pil  va su,  più vanno giù,  quelli che Checco Zalone chiama in suo film "uomini sessuali".
Una cosa facile da capire come giocare al gratta e vinci.   E chi l'ha detto?  Feltri?  No!  A dirlo sono  le  statistiche del Fondo Monetario Internazionale... Ovviamente è falso.  Ma, per dirla con il grande Rossini, la calunnia  è un venticello... E già sentiamo le voci  di terza, quarta, quinta mano. Tradotto: proprio  perché sono macro-stronzate (pardon), ma nascoste dietro una parola magica, il Pil,  possono entrare  in circolo e  rafforzare i più  stupidi pregiudizi anti-gay.  Ma modernizzati, sebbene in chiave reazionaria:  non più  Sodoma e Gomorra, ma un Gay Spread... Altro che Gay Pride.
Chissà,  se tornasse tra noi, che direbbe Keynes, sviluppista a oltranza, ma anche uomo dai gusti sessuali no straight e dal carattere non facile.  Probabilmente riscriverebbe di getto  il Trattato e andrebbe subito  a iscriversi  ai gruppi della decrescita felice.  Alla faccia di  Vittorio Feltri. E del Pil. 

Carlo Gambescia