lunedì 13 agosto 2018

Cari sovranisti, è vero, l’Italia non è la Turchia, ma non per le ragioni da voi evocate...   



Avete notato come i neo-nazionalisti italiani, pardon  sovranisti, si preoccupino  di prendere le distanze  dalla crisi  della lira turca?   L’Italia non è la Turchia, dicono.  E non hanno torto.  Perché l’ Italia è  in condizioni di salute, quanto a debito pubblico, peggiori. 
Anzi,  tra costoro  c’è addirittura chi sostiene, anzi evoca come uno sciamano  che la crisi della lira turca sia  dovuta al debito pubblico basso.  Insomma, per aver dato ascolto alla vulgata "ordoliberista".  E da quando il debito pubblico  elevato rafforza la moneta? Tesi, appunto, degna di uno sciamano...   
Ignoranti e presuntuosi. La crisi turca, come abbiamo scritto (1), è dovuta a un pericoloso  mix  tra deficit della bilancia dei pagamenti e indebitamento estero per finanziare quel consenso sociale, attraverso  il rilancio dei  consumi , di cui Erdogan, come ogni leader autoritario, non potendo contare solo  sulla forza,  ha necessità.
Però l’Italia non è la  Turchia anche per un’altra ragione:  esporta molto di più, però ha un debito pubblico che pesa sul rilancio dell’economia. Che dovrebbe essere tagliato per favorire il riallineamento dell’economia italiana  all’economia tedesca, non solo  in termini di spread ma di credibilità  nei riguardi dei mercati esteri sui quali non può non puntare  un’economia italiana, basata per tutto il dopoguerra, pur tra  gli alti e bassi tipici del mercato, sulle  esportazioni, dunque sulla vigorosa  conquista, ripetiamo, di mercati esteri.
Si dice  che l’euro sia troppo altro, e che dunque penalizzi le esportazioni italiane. Esportazioni che invece,  al tempo della lira, potevano contare sulle cosiddette svalutazione competitive. Diciamo che la Turchia  ne ha subita una proprio adesso... E non  sembra molto felice, anche perché non ha molto da esportare.  Quindi piano con le stupidaggini,
Pertanto,  se  si tornasse  alla lira italiana,  è vero che  potremmo  esportare di più.  Però, le importazioni, soprattutto  di materie prime, costerebbero molto di più. Di qui, quel  deficit della bilancia dei pagamenti  unito a indebitamento pubblico, la cui  ragione, sull'esempio turco, era ed è quella di   tenersi stretti i ceti medi. Debito, nel caso italiano già elevato, che  crescerebbe  ancora di più,  portandoci  alla rovina. Una Turchia al quadrato.  Per inciso, i ceti medi che votano  populisti e sovranisti,  segano il verde ramo del rigoglioso albero liberoscambista, sul quale  fino a oggi sono stati placidamente seduti. Chiamalo se vuoi,  suicidio sociale.
Naturalmente,  i  neo-nazionalisti italiani, credono,  come i  mercantilisti del  Seicento, che gli altri paesi dinanzi  a  un’Italia   tesa  a   conquistare i mercati,  svalutando la lira, con merci a basso a prezzo, resterebbero  con le mani in mano   Poveri illusi.  Immediatamente,  si  alzerebbero barriere per colpire e affondare  le merci italiane senza pietà.  Noi a nostra volta reagiremmo, seguendo la più classica delle escalation protezioniste,  fino alla paralisi  degli scambi.  Di qui, il crollo vero, questa volta,  dei tenore di vita dei ceti medi, costretti ad accontentarsi di pochi e mediocri prodotti italiani.
Va ricordata anche l’altra  favoletta neo-nazionalista:  quella di inondare il mercato di italiano di lire, grazie a una Banca d’Italia “ritornata al servizio della Nazione” (rigorosamente con la maiuscola). In realtà,   la scelta inflazionista    provocherebbe  l’innalzamento interno  dei prezzi, annullando, per contagio,   all’esterno,  i cosiddetti  vantaggi delle svalutazioni  competitive: si dovrà pur importare? O no?  Dopo di che - stiamo portando il ragionamento alle estreme conseguenze -   per correre ai ripari, si potrebbe  svalutare di nuovo,   per poi stampare altra moneta, fino a distruggere, seguendo un meccanismo a spirale,  la credibilità italiana e di riflesso l’intera economia. E con essa il ceto medio.  Altro che i presunti effetti del “liberismo selvaggio”. L’”inflazionismo selvaggio” è molto più cattivo.
Pertanto la Turchia, e concludiamo,  dal momento che è fuori dall’euro-ombrello,   che i  neo-nazionalisti italiani invece vorrebbero bruscamente chiudere, non può  che pregare Allah e osservare, malinconicamente, le pericolose oscillazioni della sua moneta.  
Ciò però  significa che l’Italia, per fortuna, non è  ancora la Turchia.  L' euro è forte e dobbiamo tenercelo stretto. A ogni costo.