Dai populisti russi ai populisti
italiani
Chi
non abbia ancora letto la celebre opera di Franco Venturi sul populismo russo dovrebbe leggerla
subito. Molto istruttiva, proprio al riguardo di ciò che sta accadendo (e
potrebbe accadere) in Italia.
In
quel libro si scrive, e dottamente,
della sbornia politico-culturale che si abbatté sulla Russia
zarista alcuni decenni prima della rivoluzione. Vi si parla dell’ “andata verso il popolo” del 1873-1874,
che vide studenti, di origini borghesi e
nobili, in abiti contadini
(letteralmente), portare il verbo della
democrazia sociale nelle campagne, per attingere linfa vitale da un popolo giudicato puro e
incorrotto, fonte di ogni bene.
Di
lì, semplificando, si sviluppò il populismo politico russo, che, nella versione partitica socialista rivoluzionaria, per un verso fu facile preda del truce realismo di Lenin, e per altro cannibalizzò l’imberbe liberalismo russo,
lasciando opposizione ai
bolscevichi nelle mani di generali
impolitici e reazionari, privi di
qualsiasi ideale, se non quello puramente
autocratico. Kerenskij ne fu il triste epilogo umano e politico.
Il
popolo, nel momento della verità, fu più realista dei suoi capi, si schierò con
il potere di fatto del partito bolscevico. I comunisti svuotarono il consenso populista nelle
campagne, dove i contadini affamati, stanchi di chiacchiere romantiche, puntarono
su Lenin. (che era anche bene armato). Il cavallo era sbagliato, ma questa è un’altra storia, finita nel 1991.
Dove
vogliamo andare a parare? Presto detto:
alle esequie di stato per i morti di
Genova. Un atto, a nostro avviso, degno degli studenti russi travestiti da contadini.
Lasciamo stare gli aspetti protocollari e dunque la questione dell'ultima parola sulla decisione delle esequie pubbliche o meno (1). In realtà, il punto è un altro, e qui risiede l'occasione che i populisti italiani non possono non cogliere. Quale? Quella rappresentata dalla possibilità di veicolare un messaggio politico. Di che tipo? Dal momento che in Italia, ripetiamo, sono al potere i populisti, non quelli russi ovviamente, ma lo schema sociologico, mentale e comportamentale è analogo, il senso dei funerali di stato non potrà non andare oltre il puro cordoglio istituzionale (come in altre occasioni), per assumere, considerata anche la bronzea (da faccia...) abilità politico-mediatica dei populismo pentaleghista, un importante significato politico di rottura con il passato. Già ci sembra di sentirli: “Gli altri governi fingevano e fuggivano, mentre noi siamo gli avvocati del popolo. E siamo qui con voi, popolo, per difendervi. Noi siamo voi, voi siete noi”.
Lasciamo stare gli aspetti protocollari e dunque la questione dell'ultima parola sulla decisione delle esequie pubbliche o meno (1). In realtà, il punto è un altro, e qui risiede l'occasione che i populisti italiani non possono non cogliere. Quale? Quella rappresentata dalla possibilità di veicolare un messaggio politico. Di che tipo? Dal momento che in Italia, ripetiamo, sono al potere i populisti, non quelli russi ovviamente, ma lo schema sociologico, mentale e comportamentale è analogo, il senso dei funerali di stato non potrà non andare oltre il puro cordoglio istituzionale (come in altre occasioni), per assumere, considerata anche la bronzea (da faccia...) abilità politico-mediatica dei populismo pentaleghista, un importante significato politico di rottura con il passato. Già ci sembra di sentirli: “Gli altri governi fingevano e fuggivano, mentre noi siamo gli avvocati del popolo. E siamo qui con voi, popolo, per difendervi. Noi siamo voi, voi siete noi”.
Un
consiglio ai lettori: prestino attenzione all’orazione commemorativa ufficiale,
prevista dal protocollo, o comunque alle
dichiarazioni, prima, durante e dopo i funerali, perché non potranno non assumere la
forma e la sostanza dell’ atto di accusa verso quello che viene considerato da Salvini, Di Maio, eccetera, l’Ancien Régime. Del resto, i populisti solo questo possono fare: rilanciare continuamente, spararle grosse, dal momento che non possono portare a effetto promesse irrealizzabili. Se non,attenzione, distruggendo la credibilità dell'Italia e il tenore di vita degli italiani.
Di qui, l'escalation degli insulti e delle parole d'ordine, per tenere alta la tensione politica e nascondere il sicuro flop. Per ora, dunque, i funerali di stato rappresentano un ulteriore e importante passo propagandistico verso il consolidamento politico del governo giallo-verde, lungo un escalation, che prima o poi, si dovrà arrestare, dal momento che le parole seppelliscono altre parole, i complotti i complotti, insomma i tweet i tweet. Sicché, i duri fatti non possono non finire sotto gli occhi di tutti. E il popolo, in ultima istanza, come prova il caso russo, sembra sempre essere più realista delle sue élite populiste.
Speriamo solo, che quando verrà il momento, non ci liberi da questa “gang of populists” (secondo l'eccellente definizione dell’ ”Independent”) un nuovo Lenin. Magari, questa volta, rosso-bruno. Perché sarebbe come cadere dalla padella nella brace.
Di qui, l'escalation degli insulti e delle parole d'ordine, per tenere alta la tensione politica e nascondere il sicuro flop. Per ora, dunque, i funerali di stato rappresentano un ulteriore e importante passo propagandistico verso il consolidamento politico del governo giallo-verde, lungo un escalation, che prima o poi, si dovrà arrestare, dal momento che le parole seppelliscono altre parole, i complotti i complotti, insomma i tweet i tweet. Sicché, i duri fatti non possono non finire sotto gli occhi di tutti. E il popolo, in ultima istanza, come prova il caso russo, sembra sempre essere più realista delle sue élite populiste.
Speriamo solo, che quando verrà il momento, non ci liberi da questa “gang of populists” (secondo l'eccellente definizione dell’ ”Independent”) un nuovo Lenin. Magari, questa volta, rosso-bruno. Perché sarebbe come cadere dalla padella nella brace.
Carlo Gambescia
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