I braccianti morti negli incidenti stradali
nel foggiano
Un Governo di Caporali
Il diavolo come sempre è nei dettagli. Gli irresponsabili che sono al Governo, quelli che poco ci manca ritengano la Terra piatta,
hanno dichiarato di avere già trovato i colpevoli degli incidenti nel
foggiano: il “caporalato” e la
criminalità che li sfrutta.
Poi però si scopre
che
si indaga anche per verificare se
fossero nelle mani dei caporali i 12 bracciati agricoli:
lo rende noto all'ANSA il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico
Vaccaro che coordina le indagini avviate in
riferimento agli incidenti stradali che hanno provocato nel Foggiano, in poco
più di 48 ore, la morte di 16 braccianti agricoli immigrati.
Quindi
gli incidenti, potrebbero essere dovuti a
stanchezza, distrazione, negligenza,
tutte cose che, in senso stretto, con lo sfruttamento non c’entrano nulla.
Però, da due mesi a questa parte, ogni volta che accade
qualcosa, parte il circo giallo-verde dei Nuovi Caporali della politica. Il “caporale”
- Totò docet - è un prepotente, un prevaricatore, un uomo che
abusa del suo grado, anche se in fondo
alla catena gerarchica, per infierire sui deboli.
E che
cosa c’è di più prepotente di una brutta recita, a copione fisso, ai danni dell’intelligenza della cose e delle persone. Vediamo.
Salvini ne approfitta subito, per farsi fotografare con i braccianti, ma anche per dire che vuole
svuotare i campi (pardon, i "ghetti"), senza però spiegare come e indicare alternative. Ci sembra di vederlo, con cipiglio da fascistone (il buon senso è per i talk...), cazziare il prefetto. Di Maio invece, fine giuslavorista, promette assunzioni
di nuovi ispettori del lavoro, senza
però dire dove prenderà i soldi. Conte, già sostenitore del metodo Stamina, accigliato, anche lui, fa sì con la testa: tanto non conta nulla, però può fare scena. Con i mezzi di informazione, ormai nella parte, a ruota. E una Rai in full position...
Questa è
la situazione. Ben rappresentata da un Governo di Caporali che offende l’intelligenza
perché parla a vanvera e si pavoneggia
con un inutile e incostituzionale decreto-legge, come quello “Dignità”, privo dei requisiti necessari della necessità, urgenza e di specificità-omogeneità rispetto al titolo. Tradotto: Costituzione e Legge 400 del 1988 non
contemplano il varo di decreti-legge "accozzaglia", privi perciò dei requisiti necessari.
E costoro,
i Nuovi Caporali giallo-verdi, che fanno? Se ne fregano. Si dirà come tutti gli altri (signora mia). Certo, ma Salvini e Di Maio non
erano (e sono) semplicemente perfetti?
Certo. Così tanto da ignorare l’unica
materia ben circoscritta, dunque omogenea,
quella del caporalato, fenomeno estivo, di qui l’urgenza, nonché la necessità di restituire, subito, dignità a questi
lavoratori. Insomma, dove veramente
serviva un decreto-legge, e nel pieno rispetto di leggi e procedure, Salvini, Di
Maio e Conte hanno fatto finta di
niente, così presi dalle quotidiane necessità della propaganda. Tra l’altro, una buona base di
partenza c’era: quella di una legge,
già restrittiva sul caporalato, varata da Renzi, bisognosa però di norme integrative.
E invece
nulla. Ci si è occupati, alla stregua di Santa Madre Chiesa, della liceità del "gioco d'azzardo"… E delle aziende che "delocalizzano", roba da Romania di Ceausescu. Per non parlare degli altri inutili interventi racchiusi nel “Decreto Dignità”.
Che
dire? Un Governo di Caporali. Perché, per punizione, non mandarli a raccogliere pomodori?
Carlo
Gambescia