mercoledì 8 agosto 2018

I braccianti morti negli incidenti stradali nel  foggiano
Un Governo di Caporali



Il diavolo  come sempre è  nei dettagli.  Gli irresponsabili che sono al Governo,  quelli che poco ci manca  ritengano la Terra piatta,   hanno dichiarato di avere  già trovato i colpevoli degli incidenti nel foggiano:   il “caporalato” e   la criminalità che li sfrutta.
Poi però si scopre che

si indaga anche per verificare se fossero nelle mani dei caporali i 12 bracciati agricoli: lo rende noto all'ANSA il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro che coordina le indagini avviate in riferimento agli incidenti stradali che hanno provocato nel Foggiano, in poco più di 48 ore, la morte di 16 braccianti agricoli immigrati. 

Quindi gli incidenti,  potrebbero essere dovuti  a stanchezza,  distrazione, negligenza, tutte cose che, in senso stretto,  con lo sfruttamento non c’entrano nulla.
Però, da due mesi a questa parte,  ogni volta  che accade qualcosa,  parte il circo giallo-verde dei Nuovi  Caporali della politica.   Il “caporale”  - Totò docet -   è un prepotente, un prevaricatore, un uomo che abusa del suo grado, anche se  in fondo alla catena gerarchica, per infierire sui deboli.   
E che cosa c’è  di più  prepotente di una brutta recita,  a copione fisso,  ai danni dell’intelligenza della cose e delle persone.  Vediamo.
Salvini  ne approfitta subito, per farsi fotografare  con i braccianti, ma anche per dire  che vuole  svuotare i campi (pardon, i "ghetti"), senza però spiegare come e  indicare alternative. Ci sembra di vederlo, con cipiglio da fascistone (il buon senso è per i talk...),  cazziare il prefetto.   Di Maio invece, fine giuslavorista, promette assunzioni di nuovi  ispettori del lavoro, senza però dire dove prenderà i soldi.  Conte, già sostenitore del metodo Stamina,  accigliato, anche lui,   fa  sì con la testa:   tanto non conta nulla,  però può fare scena. Con i mezzi di informazione, ormai nella parte,  a ruota.  E una Rai in full position...
Questa è la situazione.  Ben  rappresentata  da un Governo di Caporali che offende l’intelligenza  perché parla a vanvera e si pavoneggia con  un  inutile  e incostituzionale  decreto-legge, come quello “Dignità”,  privo  dei requisiti necessari  della necessità, urgenza e di specificità-omogeneità rispetto al titolo.  Tradotto: Costituzione e Legge 400 del 1988 non contemplano il varo di decreti-legge "accozzaglia",  privi perciò dei requisiti necessari.  
E costoro,  i Nuovi Caporali giallo-verdi, che fanno?  Se ne fregano.  Si dirà come tutti gli altri (signora mia).  Certo, ma Salvini e Di Maio non erano  (e sono)  semplicemente  perfetti?
Certo. Così tanto da  ignorare l’unica materia  ben circoscritta, dunque omogenea, quella del caporalato, fenomeno estivo, di qui l’urgenza, nonché  la necessità di  restituire, subito, dignità a questi lavoratori.   Insomma, dove veramente serviva un decreto-legge, e nel pieno rispetto di leggi e procedure,  Salvini, Di Maio e Conte  hanno fatto finta di niente, così presi dalle quotidiane  necessità della  propaganda.  Tra l’altro, una buona base di partenza c’era: quella di una  legge, già restrittiva sul caporalato, varata da Renzi,  bisognosa però  di norme integrative.
E invece nulla. Ci si è occupati, alla stregua di Santa Madre Chiesa, della liceità del "gioco d'azzardo"… E delle aziende che "delocalizzano",  roba da  Romania di  Ceausescu.  Per non parlare degli altri inutili interventi  racchiusi  nel “Decreto  Dignità”.  
Che dire?   Un Governo di Caporali.  Perché, per  punizione,  non  mandarli a raccogliere  pomodori? 

Carlo Gambescia