sabato 18 agosto 2018

Di Maio, Salvini, Conte
Al Capone a Palazzo Chigi


Ieri ho incontrato un amico che insegna Storia dei Paesi dell’Europa Orientale.  Ci siamo presi un aperitivo. Tra una chiacchiera e l’altra,  si  è complimentato  per il post sui populisti russi (1). Dopo di che però  mi ha rimproverato. “Ottimo”,  ha sottolineato, “però troppo difficile” . E sorridendo ha aggiunto: “Non puoi pretendere che la gente comune conosca  la storia politica russa e capisca  al volo certi paralleli storici,  pur calzanti”. Conclusioni,  testuali:  “Caro Carlo, così facendo,  tu spiazzi chi vuole comprendere e combattere i populisti italiani, e al tempo stesso rischi di essere liquidato come il solito intellettuale liberale che vive in una specie di  Olimpo”.
Raccolgo  critiche e  appello dell’amico.  Oggi sarò più che chiaro.  Addirittura brutale. 
Il metodo di governo che si sta delineando è quello di un banda di criminali e  ricattatori. Si osservi il comportamento  nei riguardi di Autostrade. Senza tenere in alcun conto, anzi calpestando,  l’articolo 27 della Costituzione, la divisione dei poteri, il principio di legalità,   la gang di populisti  insediatasi a Palazzo Chigi,  minaccia e ricatta  una grande impresa privata: “Noi vi revochiamo la concessione, se però  tirate fuori soldi poi vedremo.  Come vogliamo chiamarlo?  “Metodo Mafia”, “Metodo Camorra”.  Se non paghi ti brucio il negozio. Altro che principio di legalità...  
La cosa più grave, e basta scorrere i giornali di oggi,  soprattutto a grande tiratura,  è che in nessuno di essi  si legge  qualcosa  sul  “Metodo Al Capone”.   E ciò non va bene.  Perché questo clima di assuefazione collettiva,  favorisce il deliro di onnipotenza della  gang di Palazzo Chigi,  che, grazie alla complicità (parola forte ma calzante) dei  mass media,  sembra, ogni giorno di più, acquisire consapevolezza  del suo potere  crescente.  E ciò accade, perché nessuna  forza politica e sociale  fa vera opposizione. In che modo la si dovrebbe fare?  Nell’unico possibile:  evocando, in modo martellante,  la violazione dei principi dello stato di diritto. L’Italia sta subendo una involuzione autoritaria che nessuno denuncia.  Anzi, addirittura  molti plaudono e incoraggiano.
Si pensi  ai  funerali di stato delle vittime di Genova: pura tecnica fascista. In che senso? Della conciliazione  autoritaria tra regime e movimento. Ci spieghiamo meglio.
La gang di Palazzo  Chigi  ha imposto i funerali di stato, dunque retorica di  regime,  senza sapere come effettivamente siano andate le cose,  però al tempo stesso, ha giustificato il rifiuto di quasi  metà delle famiglie di partecipare alle esequie solenni, scaricando tutte le responsabilità sui governi precedenti, accontentando così  i movimentisti,  duri e puri.
Il fascismo, così facendo,  si mantenne al potere vent’anni, promettendo ai movimentisti  la rivoluzione prossima ventura e  ai sostenitori del regime, lo stato ordinato, insomma il buon governo.   Alla fine,  il fascismo, non riuscendo più a conciliare le due anime,  entrò in guerra contro i nemici storici,   le nazioni democratiche.   Il fascismo si era   trovato davanti a un inevitabile bivio.  Però, a differenza delle pacifiche democrazie liberali fondate sul compromesso,  vide, come ogni autoritarismo (quale tendenza a imporre con la forza, all'interno e all'esterno, la propria autorità),  nella guerra,  l'unica via d'uscita. Ossia si puntò tutto sulla designazione  e distruzione del nemico.  In questo modo,  si ritenne di poter accontentare al tempo stesso i  "movimentisti"  che volevano menare le mani   e soddisfare i "regimisti",  conquistando però con la violenza  le risorse  necessarie per fare arrivare i treni in orario. Mussolini, come Al Capone,  scelse il mitra. 
Il nemico della gang di Palazzo Chigi è l’Europa. Ovviamente,  non ci sono eserciti schierati (per ora):  il conflitto è di tipo economico.  Ciò però significa che  prima o  poi,  non potendo  garantire  risorse sufficienti, per tenere a bada  i movimentisti e accontentare “i regimisti”,  la banda  Al Capone del pentaleghismo  dichiarerà  guerra  all’UE.   Tradotto:  si uscirà  dall’Europa e dall’Euro.
A quel punto, la chiusura delle banche italiane e il blocco dei conti correnti, come prevede  il Piano B, concepito da Paolo Savona, che è un piano di guerra,   tutti gli italiani, “figli dello Stato”, per usare la terminologia cripto-fascista  di Luigi Di Maio,  capiranno in un solo colpo la gravità del vicolo cieco in cui si sono  cacciati,  accettando il 4 marzo  di pagare il pizzo elettorale  alla  gang  di  Al Capone.
Sono stato chiaro?  
Carlo Gambescia