La marcia del politicamente corretto di
destra
E siamo solo all’inizio…
Giorni
fa abbiamo parlato del pericoloso profilarsi di un politicamente corretto di destra. Un fenomeno
che sta caratterizzando in particolare la carta stampata. Si dirà, ma che cos'é? Non esisteva solo quello di sinistra? Sembra proprio di no. Diamo subito alcuni
esempi.
Si
pensi, intanto, all’episodio di Moncalieri, non c’è un giornale oggi, che non lo presenti
come un atto di goliardia, Inoltre viene
enfatizzato il fatto che uno dei
presunti colpevoli sembra sia figlio di un consigliere comunale del PD.
Insomma, missione compiuta. Quale? Semplificando: imporre, perché questo è il compito del politicamente corretto, una visione della realtà in linea con i principi di chi in quel momento comandi. Ora, tocca alla destra.
Riassumiamo meglio. I “ragazzi scherzavano", dal momento che secondo il Treccani, la "goliardia" tra studenti, dunque goliardi, è "consuetudine di vita spensierata e gaudente, ma anche spirito di spontanea generosità". Insomma, quasi un atto di altruismo sociale... Quindi minimizzazione, e per giunta, meraviglia delle meraviglie, si “scoprono” collegamenti con
il partito che un tempo fu di Renzi,
quindi colpevolizzazione politica, via
capro espiatorio, dell'ex segretario e premier.
Quando si dice il caso. A
nessun direttore è venuto in mente che il “lancio” contro la giovane atleta
di colore potesse essere il primo passo verso una sempre possibile escalation di violenza razziale. E che invece, sposando la tesi dell’atto goliardico, si sia valorizzata la versione soft dei fatti, consigliata dagli avvocati agli arrestati, per non incorrere in accuse più gravi.
Dunque, versione unica dei fatti: buonista di destra, diciamo. Perciò, di parte: quella più favorevole alla minimizzazione politica dei fatti, secondo il politicamente corretto di destra. Da manuale: "Se la prendevano, con tutti, bianchi e neri". Con una goccia di veleno razzista: "Però la polizia è intervenuta solo quando hanno ferito una ragazza di colore...". Capito, i nuovi furbetti del politicamente corretto a destra? Si finge di ignorare il pericolo della violenza razzista, in realtà non più così remoto in Italia (dopo Macerata e altri eventi, anche recenti). Un rischio che invece deve aver giustamente preoccupato i carabinieri che conoscono a menadito il codice penale e la scala sanzionatoria di pericolosità sociale dei reati. Il razzismo, e presuntivamente per un buon tutore della legge, non è mai un atto di goliardia, ma una grave minaccia sociale. Il che spiega le indagini approfondite. Vedremo ora cosa deciderà il magistrato, se confermerà o meno la tesi della "goliardata".
Viene infine ricordata, per farla passare come un' aggravante politica - altra tecnica tipica del politicamente
corretto: la reductio ad unum, a capro espiatorio, insomma - l’affiliazione
partitica del genitore di uno dei presunti
colpevoli. Cosa non necessaria
invece dal punto di vista di una informazione
corretta e moderna, che celebra la privacy e i conflitti generazionali come fonte
di crescita della famiglia. E invece, è subito iniziata la caccia grossa alla generazione unica piddina.
Ma
si potrebbero fare altri esempi: Alitalia
che questa mattina per molti giornali, anche a grande tiratura (ma in ginocchio davanti al Ministro delle
Infrastrutture), si è improvvisamente tramutata in produttiva, mentre l’ ”Air Force Renzi”, ormai si chiama così, è fonte solo di sprechi (che nobile prendere a calci chi sia in ginocchio...). In proposito, tra gli altri, si veda il pezzo di Stella sul "Corriere della Sera". Da manuale.
Il
politicamente corretto, impone la sua verità, con la complicità di molti giornalisti: verità che è sempre quella più favorevole e accomodante per Palazzo Chigi. Sicché, ora, ci si può permettere, altro esempio, di trasformare un giornalista mediocre
e di parte come Foa, in professionista impeccabile.
E
siamo solo all’inizio…
Carlo Gambescia