mercoledì 22 agosto 2018

La stupida  polemica  sulle vacanze di Toninelli
Todos populisti

Il Ministro delle Infrastrutture Toninelli in vacanza,  accanto alla consorte (Fonte: Ansa)

La prendiamo da lontano.  In pochi, a dire il vero, ci si interroga  sulla sorte  dell’ opposizione al  governo populista. Come contrastare  la marcia  trionfale, pure tra gli applausi,  di Salvini e Di Maio?  La propaganda giallo-verde è assai semplice: " Monti, Letta e Renzi hanno distrutto l’Italia, noi  la ricostruiremo ‘più bella e più superba che pria’ ”,  per dirla con Petrolini.
Vasto programma,  che gioca su una visione totalmente falsa della realtà, come  attestano   i dati economici,  Monti, Letta e Renzi hanno portato l’Italia fuori dalla crisi,  hanno allontanato il rischio Grecia e preparato le condizioni per un rilancio dell’economia, come comprova la ripresa  dell’ultimo anno.
Pertanto un’opposizione che si rispetti, realmente alternativa,  dovrebbe rivendicare questo primato. Che - attenzione -  rinvia alle buone regole di mercato, le stesse che hanno fatto grande l’Italia e l’Europa:   dall’Euro  ai bilanci in ordine, dalla libertà di commercio alla libertà di lavoro.   Invece, sembra quasi che ci  si  vergogni, favorendo così  nella mentalità collettiva  la diffusione dell’idea che le volgari e infondate critiche dei populisti colgono nel segno.
Berlusconi, anche lui, pare, all'opposizione,  merita  un breve approfondimento. Oltre agli errori politici, che hanno costellato la sua carriera di Presidente del Consiglio,  ne va imputato uno, imperdonabile:  la totale resa delle sue televisioni ai talk populisti e all’informazione faziosa, pur di combattere i "professori defenestratori" e  "l'anti-costituzionalismo renziano ",  ha invece  facilitato  la vittoria del populismo, e in particolare  di un razzista come Matteo Salvini.  E purtroppo, la stessa Forza Italia  sembra continuare  su questa linea. E, per giunta, in compagnia, non dichiarata, di un Pd, sempre più confusionario e populista. E qui veniamo al punto.   
La polemica sulle “vacanze di Toninelli" condotta dalle opposizioni  rispecchia in pieno,  nei toni e nei contenuti,   il rozzo e settario immaginario populista.  E non è la prima volta.  Leggere per credere.

 "Qualche giorno di mare con la famiglia con l'occhio sempre vigile su ciò che accade in Italia. Ma tutti gli eroi della #guardiacostiera, dai vertici fino all'ultimo dei suoi uomini, come vedete, sono sempre con me. Anzi, li tengo sempre in... testa". Basta un post su Istagram del ministro pentastellato dei Trasporti Danilo Toninelli - con tanto di foto in spiaggia con cappellino della Guardia Costiera accanto alla moglie - a scatenare la polemica. Supporter pentastellati elogiano invece il ministro per il suo lavoro e gli augurano "buone meritate vacanze". Ma arrivano le pesanti note di Forza Italia. "Forza Italia aveva chiesto che il ministro venisse già questa settimana in Parlamento per riferire sul disastro del ponte Morandi, ma Toninelli aveva fatto sapere di aver bisogno di tempo per raccogliere più informazioni e ha fissato al 27 agosto. Forse, vista la scenografia della foto su Instagram, il tempo gli occorreva per raccogliere conchiglie" affonda Giorgio Mulé. Matteo Renzi gela il ministro: "C'è una nave italiana con persone in difficoltà bloccata da uno scontro tra ministeri. C'è un ponte crollato e Genova divisa in due. C'è l'opposizione che chiede di riunire subito il Parlamento. E questo dà la colpa agli altri, saluta tutti e va al mare? Non è una #favoletta".    


Ora,  invece di porre in primo piano il problema dello stato di diritto, violato dallo sciacallaggio anti-istituzionale del governo giallo-verde sul disastro di Genova,  si contrattacca  scendendo sullo stesso piano dei populisti, lanciandosi in accuse personali e prive di senso.   Perché, come sa  chi  studia la politica, i ministri in vacanza, almeno mentalmente, non vanno mai.  La  bassezza di  polemiche  del genere  -  sebbene siano stati i populisti a cominciare per primi -  non aiuta, anzi penalizza, la qualità del dibattito politico. Si presenta una realtà  ridotta al  pettegolezzo travestito da argomento politico, disabituando al ragionamento un cittadino che, già di regola, alla fatica  del capire  sembra preferire la scorciatoia del credere.
Stupido e per giunta controproducente.  Infatti, l’opposizione, commette un altro errore gravissimo. Perché,  recependo il grossolano e micidiale  alfabeto populista (e non è la prima  volta, ripetiamo),  dà  per scontato ciò che invece non è: per quale ragione gli italiani dovrebbero scegliere la copia invece dell’originale?  La copia, secondo la vulgata giallo-verde, avrebbe distrutto l’Italia,  i populisti, l'originale, invece puntano a ricostruirla. Perché gli italiani dovrebbero credere agli imitatori dell’ultima ora?   
Per la serie come farsi del male da soli. E soprattutto all'Italia

Carlo Gambescia